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domenica 18 agosto 2024

Helsinki: il Dicastero per il Culto divino impone il trasferimento della Santa Messa tradizionale dalla Cattedrale ad un’altra Chiesa #traditioniscustodes

Il 9 agosto, sul numero 4/2004 di Fides, la rivista diocesana della Chiesa cattolica in Finlandia (QUI), è stata pubblicata la notizia – che riportiamo di seguito in nostra traduzione – secondo la quale, facendo seguito ad uno specifico ordine del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti (Prefetto card. Arthur Roche, Segretario mons. Vittorio Francesco Viola O.F.M.), la Santa Messa tradizionale che dal 2007 è regolarmente celebrata la prima domenica del mese nella Cattedrale di Helsinki sarà spostata nella Chiesa di Santa Maria nella stessa città (distante poco meno di 7 chilometri), probabilmente con la stessa cadenza mensile.
Ricordiamo che la Finlandia è una nazione quasi interamente luterana, in cui l’unica Diocesi – quella di Helsinki, dal 25 novembre 2023 retta dal cinquantacinquenne mons. Raimo Ramón Goyarrola Belda – è immediatamente soggetta alla Santa Sede, è suddivisa in otto Parrocchie, comprende 27 sacerdoti e vi appartengono 17.243 Cattolici (fonte: QUI), pari a circa lo 0,3 per cento della popolazione: una «eroica» minoranza in terra di missione, la cui sensibilità liturgica ha avuto l’«onore» di essere oggetto dell’attenzione da parte del Vaticano, che ha agito con la sua ben nota misericordia.

L.V.


Secondo la richiesta del Vaticano, in autunno la celebrazione della Santa Messa tradizionale nella Diocesi di Helsinki sarà trasferita dalla Pyhän Henrikin katedraali [Cattedrale di Sant’Enrico: N.d.T.] alla Pyhän Marian kirkkoon [Chiesa di Santa Maria: N.d.T.]. Secondo il Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, ciò ha lo scopo di enfatizzare «il ruolo della Cattedrale come modello e segno di unità per tutta la Chiesa locale». Il calendario esatto delle Sante Messe tradizionali sarà reso noto in seguito, ma a quanto pare continueranno a essere celebrate la prima domenica del mese.

La Santa Messa tradizionale, celebrata secondo il Missale Romanum pubblicato dopo il Concilio di Trento e aggiornato per l’ultima volta nel 1962, è stata celebrata regolarmente nella Cattedrale di Sant’Enrico a Helsinki dal 2007, quando Papa Benedetto XVI ha permesso di celebrarla più liberamente. Da allora, papa Francesco ha imposto nuove restrizioni alla sua celebrazione.

7 commenti:

  1. Noto sempre una certa malcelata acidità quando un vescovo si “permette” di toccare i tradizionalisti, anche solo per cambiare sede.
    Semmai, mi domando, vista l’esigua presenza di cattolici in quelle terre, che senso abbia creare ulteriore divisione insistendo per avere il rito preconciliare.

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    1. Mah, qui il vescovo sicuramente non è stato interpellato, l'ordine è infatti partito direttamente da Roma. La divisione la stanno creando proprio i giannizzeri di Santa Marta e il capo, con queste disposizioni assurde non certo connotate da spirito evangelico. Con tutti i problemi che ha la Chiesa oggi si ostinano a far dispetti ai trad. spostando o chiudendo le chiese. E per giunta in un paese a larghissima parte luterana o atea. Che tristezza.

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    2. “Noto sempre una certa malcelata acidità quando un vescovo” che, ancora ma non per molto , riveste un incarico nella Curia Romana si accorge che una comunità di fedeli desidera, contro tutto e contro tutti, rimanere ancorata alle Tradizioni permeanti liturgiche dei Padri nella Fede.
      Il concetto, assai discutibile nella sua faziosità, che “solo” il rito preconciliare sarebbe foriero di divisione è smentito dalla realtà e dalla concretezza quotidiana: oltre ai “riti” canonicamente esistenti “ab immemorabili” ci sono difatti nella Chiesa decine di riti concepiti direttamente dall’esperienza pastorale di altrettanti gruppi ecclesiali e questo, anche se da un verso può sembrare discutibile, è segno della vitalità della Chiesa radunata, con espressioni differenti, attorno all’unico Altare di Cristo, sotto un solo Pastore: il Papa.
      “J’accuse” i burocrati vaticani e particolarmente l’attuale , traballante, segretario del DCD , rozzi persecutori della sana molteplicità delle espressioni della preghiera, di essere anche contrari allo spirito sinodale propugnato dal Santo Padre Papa Francesco.

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    3. Perchè sarebbe divisivo il rito preconciliare? Oltretutto per i Padri del Concilio la Messa in latino andava benissimo.

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  2. 8 Parrocchie, 27 sacerdoti,17.243 fedeli, 638 fedeli per ogni sacerdote, lo 0,3 per cento della popolazione. Forse a Roma avranno pensato: "Perché non si convertono tutti al luteranesimo?" Tanto, mi par di capire, è la stessa cosa e non cambia nulla. L'importante che non guardino alla Tradizione della Chiesa, dopo tutto, c'è stato o no un concilio? A cosa è servito se questi "indietristi" (termine non presente nei dizionari Treccani e della Crusca) si ostinano a pregare come prima?

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  3. Ma quindi, egregio L V, mi faccia capire: cambiare la chiesa è una specie di sopruso? Che significa questo atteggiamento sempre “lancia in resta”? Con i pochissimi cattolici che ci sono in Finlandia, è già un miracolo che ci sia quella messa. Non va bene?
    Io non so…ma lei pensa che il mondo e la Chiesa ruotino attorno agli intoccabili desiderata dei tradizionalisti?
    Dico, diamoci una regolatina.

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    1. Egregio Anonimo, sono L.V., l’autore del post.
      Come può vedere, esso è diviso in due parti: la seconda riporta la traduzione della fonte della notizia, la prima ricostruisce la vicenda dalle fonti originali (finlandesi) e in quest’ultima ho evitato di riportare le provocazioni di altri due siti (nello specifico, una inglese ed uno spagnolo, nei quali si parla di «proibizione» della Messa: cosa che invece, secondo l’unica fonte diretta da noi esaminata, non è).
      Anzi, se proprio vogliamo essere pignoli: la chiesa nella quale è stata trasferita la Messa è parrocchiale, quindi addirittura si permette una eccezione in bonis a Traditionis custodes (ma è verosimile che ad Helsinki non vi siano chiese cattoliche non parrocchiali).
      Mi sono ben guardato, a differenza di altri siti, dal parlare di «sopruso» o di tenere un atteggiamento «lancia in resta»: ho registrato un fatto, l’ho contestualizzato e ho sottolineato che, in una nazione quasi interamente protestante, la micro-minoranza cattolica ha ricevuto la misericordiosa attenzione di Roma proprio sulla celebrazione del rito tradizionale.
      E, per evitare polemiche, non ho neppure calcato la mano sulla ridicola motivazione posta dal Dicastero per il Culto divino in base alla quale ha ordinato lo spostamento.
      Distinti saluti

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