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domenica 21 luglio 2024

Il card. Sandoval (Messico) chiede al Papa di non sopprimere la Messa tradizionale - #papafrancesco #mtl

Qualche Cardinale con la schiena dritta (foto a fianco e sotto).
QUI Michael Haynes: "Non può essere sbagliato ciò che la Chiesa celebra da quattro secoli, la Messa di San Pio V in latino, con una liturgia ricca e devota che invita con naturalezza a penetrare nel Mistero di Dio...".
QUI Rorate CaeliQUI Damian Thompson. QUI Infovaticana.
Luigi C.



Il 6 luglio 2024 il card. Juan Sandoval Íñiguez, arcivescovo emerito di Guadalajara, ha scritto una lettera a Papa Francesco, inviata lunedì 8 luglio.
A fronte delle persistenti voci su una imminente restrizione globale della celebrazione della Messa tradizionale in latino, la Messa tridentina detta da quattro secoli il rito di san Pio V, il card. Sandoval ha esortato il Santo Padre affinché questo rito della Messa non sia soppresso né sospeso.
Varie associazioni cattoliche e piattaforme di notizie internet, tra cui Una Voce Messico, hanno invitato personalità di tutto il mondo ad aderire alla petizione lanciata dal card. Sandoval.

Il testo della lettera inviata dal card. Sandoval in traduzione italiana:

AL SANTO PADRE FRANCESCO,
VESCOVO DI ROMA E PASTORE
DELLA CHIESA UNIVERSALE.

Papa Francesco, corrono voci che si vuole vietare definitivamente la Messa latina di san Pio V.

La Cena del Signore, che Egli ci ha comandato di celebrare in Sua memoria, è stata celebrata nel corso della storia con diversi riti e linguaggi, mantenendo sempre ciò che è essenziale: celebrare la morte di Cristo e partecipare alla Mensa del Pane della vita eterna.

Anche al giorno d’oggi la Cena del Signore è celebrata in diversi riti e lingue, dentro e fuori la Chiesa cattolica.

Non può essere un male ciò che la Chiesa celebra da quattro secoli, la Messa di san Pio V in latino, con una liturgia ricca, pia e che invita per sé stessa a penetrare nel Mistero di Dio.

Varie persone e gruppi, cattolici e non cattolici, hanno espresso il desiderio che essa non sia soppressa, ma che sia conservata per la ricchezza della sua liturgia e in latino, il quale, insieme con il greco, è la matrice della cultura, non solo dell’Occidente, ma anche degli altri luoghi.

Papa Francesco, non permettere che ciò accada. Tu sei anche custode della ricchezza storica, culturale e liturgica della Chiesa di Cristo.

Chiede la tua benedizione chi Ti stima e sempre si affida a Te.

Guadalajara, Jal., 6 luglio 2024,

+ JUAN CARD. SANDOVAL ÍÑIGUEZ
Arcivescovo emerito di Guadalajara.

Con il seguente appello è stata chiesta l’adesione alla lettera del card. Sandoval:

Lettera di adesione alla richiesta di Sua Eminenza il card. Juan Sandoval Íñiguez al Santo Padre di data 6 luglio 2024, riguardo alla celebrazione della santa Messa secondo il messale detto di San Pio V.

Noi sottoscritti, ispirandoci alla sopra riportata lettera del card. Juan Sandoval Íñiguez, arcivescovo emerito di Guadalajara, desideriamo fare a nostra volta la supplica, affinché il tesoro conosciuto come la Messa di san Pio V, per la sua ricchezza spirituale e storica, sia preservato e non limitato nella Chiesa.

Alcuni di noi firmatari partecipiamo alla Messa celebrata con il messale di san Pio V, altri andiamo alla messa di Paolo VI, ma siamo tutti uniti nel riconoscere il valore di questo patrimonio liturgico e culturale, e nel desiderio di concordia e unità nella Chiesa.

Modesto Aceves Ascencio, già direttore nazionale dei restauri, Messico.
Jesús Emmanuel Acha Martínez, cantante, Messico.
Humberto Jorge Aguilera Hernández, direttore generale di Noche Lírica Música Vocal, Messico.
Felípe Alanís Suarez, vicepresidente della Federazione Internazionale Una Voce, Messico.
Jaime Alcalde Silva, presidente dell’Associazione Liturgica Magnificat, Cile.
Andris Amolinš, presidente di Una Voce Lettonia.
Miguel Angel Yañez, direttore di Adelante La Fe, Spagna.
Esteban Arce, conduttore di notiziari radiotelevisivi nazionali, Messico.
Julio Ariza Irigoyen, presidente e fondatore del Grupo Intereconomía, La Gaceta, e Toro TV, Spagna.
Roberto Badillo Martínez, maggiore generale, Messico.
Teresa Banderas Aceves, Coro dello Stato di Jalisco, Messico.
Patrick Banken, presidente di Una Voce Francia.
Guadalupe Blanco Aceves, seise della Cattedrale Metropolitana di Guadalajara, Messico.
Alberto Buela, filosofo professore alla Sorbona, Francia.
Edgardo Juan Cruz Ramos, presidente di Una Voce Porto Rico.
Juan M Dabdoub Giacoman, presidente e fondatore del Consiglio Messicano della Famiglia.
Lord Daniel Moylan, politico cattolico, Regno Unito.
Simon DeLacre, regista, Argentina.
Luis Fernando Escobar Duque, presidente del Centro Cruzada Cultural, Colombia.
Edgar Fernandez Cerda, presidente di Una Voce Messico.
Rodrigo Fernández Diez, giurista, Messico.
Mamela Fiallo Flor, giornalista e keynote speaker internazionale, Ecuador.
James Gillick, pittore cattolico, Regno Unito.
Horacio Giusto, filosofo e keynote speaker internazionale, Argentina.
Michael Hichborn, presidente del Lepanto Institute, USA.
Jorge Issac Lozano, organista titolare della chiesa della Visitazione a Guadalajara, Messico.
Sir James MacMillan, compositore, Regno Unito.
Álvaro Leaño Espinoza, imprenditore, Messico.
Martha Leaño Espinoza, imprenditrice, Messico.
Elizabeth Lemme, calligrafa, Stati Uniti.
José María Lopez Valencia, direttore del Coro dello Stato di Jalisco, Messico.
Anuar Lopez Malgarejo, fondatore dell’Associazione Messicana Giuristi Cattolici.
Alfredo López García, direttore di Bendita Eucaristía Radio, Stati Uniti.
Fabio Marino, presidente di Una Voce Italia.
Nicolas Márquez, scrittore, Argentina.
Austreberto Martínez Villegas, storico, Messico.
Debra Matthew, direttrice musicale di San Mark’s Parish Episcopal Church of Guadalajara, Messico.
Luis Medina, giornalista, Stati Uniti.
María Eugenia Méndez Dávalos, già deputata locale di Michoacán, Messico.
César Moreno Aguirre, capo ingegnere industriale, Messico.
Arturo Navarro Leaño, imprenditore, Messico.
Javier Navascues Pérez, redattore di InfoCatólica, Spagna.
Manuel Ocampo, direttore e fondatore della Facoltà di Filosofia alla Universidad Panamericana, Messico.
Uchenna Okezie, presidente di Una Voce Nigeria.
Jack Oostveen, presidente di Ecclesia Dei Delft, Paesi Bassi.
Omar Alejandro Padilla López, direttore musicale alla St. Philip Catholic Church, Stati Uniti.
Ricardo Ramírez Carreño, decano della Faculty of Arts della St. Michael Archangel International University, Stati Uniti; direttore della Reale Accademia d’Arte, Santiago, Cile.
David Reid, presidente di Una Voce Canada.
Monika Rheinschmitt, presidente di Pro Missa Tridentina, Germania.
Cristián Rodrigo Iturralde, autore e keynote speaker internazionale, Argentina.
Juan Manuel Rodríguez González-Cordero, presidente di Una Voce Spagna.
Luis Román, fondatore del canale Conoce Ama y Vive tu Fe, Stati Uniti.
Walter Romero, direttore e fondatore di Metapedia, Brasile.
Ernesto Rubio, imprenditore, Messico.
Rodrigo Ruiz Velasco Barba, storico, SNI, Messico.
Miguel Salinas Chávez, direttore e fondatore della piattaforma di analisi internazionale BIIE, Messico.
Mouris Salloum George, presidente del Club dei Giornalisti del Messico.
Jorge Luis Santa Cruz, direttore di Periodismo sin Compromisos, Messico.
Matthew Schellhorn, pianista, Regno Unito
Joseph Shaw, presidente della Federazione Internazionale Una Voce, presidente di Latin Mass Society of England and Wales.
Juan Manuel Soaje Pinto, direttore e fondatore di TLV1 Channel, Buenos Aires, Argentina.
Jarosław Syrkiewicz, presidente di Una Voce Polonia.
Gwyneth Thompson-Briggs, artista, Stati Uniti.
Ricardo Valdés Ayón, diplomato in Canto gregoriano, Messico.
Luis Zapater Espi, già giudice, Spagna.



10 commenti:

  1. Che una liturgia in cui nessuno vede e sente nulla inviti a penetrare il mistero di Dio lo trovo alquanto azzardato.

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    1. Caro signor anonimo,
      La realtà supera sempre la nostra comprensione.

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    2. Certo, peccato solo che, quando Gesù Cristo istituì l'Eucaristia non fece una cerimonia silenziosa che nessuno poteva vedere o capire, ma era a tavola con gli altri discepoli e parlava una lingua che tutti capivano.

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  2. La lettera è molto curiosa e, a tratti confusionaria.
    Per prima cosa, mi rallegro che Sua Eminenza non cada nella trappola della dicitura tanto cara alla vulgata tradizionalista di "messa di sempre".
    Per il resto, non si capisce dove voglia andare a parare. Forse la Messa secondo il rito approvato da S. Paolo VI non "mantiene ciò che è essenziale", cioè ciò che si è sempre celebrato in tutti i riti, visto che pare che esso si ritrovi solo fino alla messa detta "tridentina"?
    Concordo sul fatto che il Papa sia il custode della memoria storica e liturgica, e, allora, mi chiedo e chiedo a Sua Eminenza: che dire di tutti quei riti che un tempo erano diffusi tra i fedeli e che poi sono scomparsi senza lasciar traccia? Forse la preoccupazione per la "memoria liturgica" riguarda solo gli uomini del XXI secolo? Per esempio, le prime liturgie della chiesa romana erano celebrate, almeno in parte, in greco. Niente di ciò sopravvisse. E che dire delle liturgie dei primi cristiani, di cui abbiamo solo poche descrizioni sommarie dedotte da antiche apologie o documenti? Non mi pare che di quel periodo sia sopravvissuto nulla.
    La verità è che la liturgia è sempre cambiata, si è sempre adattata ai tempi e ai luoghi, fino alla cristallizzazione di un rito su tutti ad opera del concilio tridentino. Si vuole mantenerlo per gusto storico? Benissimo, ma allora si recuperino, con la stessa motivazione, anche tutti gli altri riti di tutte le epoche.
    Chiedo, da ultimo, a Sua Eminenza: io che mi trovo perfettamente a mio agio seguendo la Messa secondo il messale del 1969 e pregando quotidianamente con la Liturgia delle Ore rivista secondo i dettami del Concilio Vaticano II, ho qualcosa in meno rispetto a chi firma petizioni per mantenere uno specifico rito che serve una piccola minoranza di fedeli?
    Grazie.
    Un peccatore.

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    1. Se Lei si avvicina a Cristo con il Novus, non c'è nessun problema, ma perché vietare il Vetus quando esso giova ?
      Senz'altro il Novus avrà l'essenziale però intendiamoci: nessuna Messa, prima di tale riforma è mai stata celebrata così. La Chiesa è arbitra in materia liturgica. Però il messale di San Pio V ha più di 400 anni di storia. Il messale di San Paolo VI è stato fatto a tavolino (senza voler sminuirlo con ciò). Dunque non cestinatemi, con estrema facilità, un capolavoro dello Spirito Santo.

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    2. La messa tridentina non è nata a tavolino è stata una codificazioni di una messa che già esisteva come sviluppo armonico teologico liturgico del sacrificio eucaristico della morte passione e risurrezione di Nostro Signore. in particolare si è voluto affermare in maniera inequivocabile con la dottrina della transustanziazione la presenza reale nelle specie del pane e del vino la presenza reale sostanziale del corpo e sangue di Gesù Cristo.
      Fatto che nel novus ordo e tutto squilibrato forse per l ansia di ecumenismo e di un malinteso dialogo con le chiese separate di dare più spazio , tutto buono nelle intenzioni ,alla Parola ,alla partecipazione attiva assembleare e dei singoli,alla presidenza del celebrante .alla iniziativa spesso fantasiosa e debordante dei gruppi liturgici e dello stesso celebrante perdendo la liturgia la sua necessaria e fondamentale sacralità, il tutto in un condizionamento orizzontale ,un circolo umano tra sacerdote e partecipanti a scapito della dimensione verticale verso il totalmente altro e lo svilimento della parte del sacrificale e redentiva dell evento della morte ,passione e risurrezione di NS Signore .
      Certamente a mio parere la messa tridentina in futuro potrebbe essere un po sfrondata di qualche manierismo con un cerimoniale più asciutto meno inchini e baciamano spostamenti continui di qua e di la .renderla più partecipativa specie nel canone .più parti in lingua nazionale e lasciare la sostanza e il suo fon damento teologico se vogliamo che la S messa rimanga cattolica e apostolica .

      Un collega peccatore .
      Dice un vecchio inno alla Madonna "siam peccatori ma figli tuoi Immacolata prega prega per noi.
      Pax et bonum

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    3. L'anonimo delle 22.08, che è lo stesso delle 23.28, come al solito, fa lo gnorri.
      Come ripetuto ad nauseam, il problema non è la messa vetus ordo, il problmema, come splendidamente fotografato da Papa Francesco, è che, ATTRAVERSO QUELLA MESSA, si creano sacche di resistenza alla Chiesa, al Papa ed al magistero postconciliare. Quante volte bisogna ripeterle le cose? Basta leggere i post ed i commenti su questo blog per rendersi conto che, ormai, la questione liturgica, è superatissima: la maggior parte degli interventi vertono sulla politica!

      Quando poi, il commentatore in esame ed altri come lui non perde tempo a denigrare e quasi a sminuire la Messa in forma ordinaria (che, ricordo, è quella che viene offerta nella quasi totalità delle chiese di rito romano del mondo!), non si può che essere d'accordo col Papa.

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    4. Anonimo delle 9:58 quello che dici non è in parte vero: il card. Roche ha detto,che la teologia é cambiata (???) e quindi la Messa antica che rifletta quella teologia superata, non si concilia più con la teologia nuova (???). Quindi la questione liturgica é ancora aperta. Oggi più. He mai. Io sapevo che la teologia fosse immutabile (come Dio, che é ieri oggi e sempre). Dire che le teologie cambiano e quindi le liturgie con esse, é anche una questione politica … da parte loro

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    5. Premesso che non ho seguito l’intervento del Card. Roche, bisognerebbe anche contestualizzare quella frase. Ma, mettiamo caso che vada presa così com’è, certo, cambia il modo di intendere la teologia perché cambiamo noi e cambia la società.
      Io non vedo diversità di teologia tra la messa tridentina e la messa del 1969.

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    6. Caro anonimo delle 07:40, dal 1969 non fanno più occhiali decenti. Per questo non vede la diversità fra le due teologie

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