Polemiche e proteste dopo il nuovo no alla celebrazione della Messa Tradizionale nella chiesa di piazza Trieste e Trento a Napoli. Dopo quelle di Natale saltano anche le celebrazioni di Pasqua: dal parroco fermo rifiuto al "rito antico" e dalla Curia ancora nessuna risposta.
Di nuovo nelle catacombe. Ma Dio ne chiederà conto.
Preghiamo anche per i persecutori in questa Settimana Santa.
Protestiamo, rispettosamente, con Mons. Michele Antuoro, che ha in mano la vicenda, affinchè possano riprendere le celebrazioni, come aveva, tra l'altro, permesso l'Arcivescovo Mons. Battaglia: m.autuoro@chiesacattolica.it e segreteriavescovi@chiesadinapoli.it .
Luigi
NapoliToday, 26-3-24
Celebrata nella Chiesa di San Ferdinando di Palazzo per quasi 3 lustri, fino al lockdown, la messa in rito antico o Tridentina (nella quale il sacerdote celebra rivolto verso l'altare e non verso il pubblico e utilizza il latino per le orazioni) dalla ripresa è stata sempre e pervicacemente negata dal responsabile don Lino Silvestri.
Tanti i fedeli legati alla celebrazione tridentina per la sua suggestiva solennità: si tratta di professionisti, insegnanti, esponenti delle più antiche famiglie napoletane e anche molti studenti, riuniti in un apposito gruppo. "Avevamo sperato nella Pasqua - racconta amareggiata a NapoliToday la portavoce del gruppo, prof. Nicla Cesaro - anche stavolta, però, niente da fare. Don Lino Silvestri, che amministra la chiesa, di proprietà di una antica Confraternita, ha non solo rifiutato di riprendere le celebrazioni senza fornire alcuna spiegazione ma, quello che è peggio, impedisce anche che possano celebrarla altri sacerdoti. Ha anche rifiutato di incontrarci".
Da diverse settimane i fedeli stanno provando a contattare la Curia e in particolare il vescovo ausiliare mons. Michele Autuoro, cui sono state inoltrate diverse note e richieste di incontro rimaste inascoltate: "Stiamo pensando di andare tutti assieme a Largo Donnaregina, per protestare contro un atteggiamento che non ci sembra per niente giusto", dice la prof. Cesaro.
Il rito antico, mai abrogato dalla Chiesa, utilizza il Messale di San Giovanni XXIII del 1962. Nella chiesa di San Ferdinando si celebrava dal 2007, quando il cardinale Crescenzio Sepe concesse l’autorizzazione, anticipando di fatto i contenuti del Motu proprio “Summorum Pontificum” di Papa Benedetto XVI.
Da allora, a San Ferdinando, la Messa in latino è stata celebrata ininterrottamente diventando un appuntamento importante che richiamava nella chiesa fedeli anche da altre città della Campania. Nell’estate 2020 la pandemia di Covid-19 ne ha imposto quindi la sospensione.
“A pandemia finita - racconta la prof. Cesaro – a novembre 2021, con una e-mail della sua segreteria mons. Battaglia ci ha autorizzato a far riprendere le celebrazioni ma di fatto da allora non è mai più stato possibile”.
La celebrazione nella chiesa di San Ferdinando - sottolineano i fedeli - rispetta tutti i requisiti fissati successivamente da Papa Francesco con il Motu Proprio “Traditionis Custodes” del luglio 2021: San Ferdinando di Palazzo, infatti, non è una chiesa parrocchiale e il gruppo di fedeli (Coetus Fidelium) che la promuove si è costituito ben prima del 2021.
Per superare il muro imposto da don Lino Silvestri, i fedeli hanno proposto di trasferire la celebrazione nella Basilica di San Giacomo degli Spagnoli, in piazza Municipio, che dista poche centinaia di metri da San Ferdinando, e consentirebbe di non tagliare il legame tra il cuore storico della città e i fedeli che amano il rito antico. Della questione è stato investito mons. Michele Autuoro, vescovo ausiliare dal 2021, che ha importanti funzioni amministrative nella gestione del clero, da cui tuttavia, ad oggi, non è arrivata alcuna risposta.