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giovedì 28 marzo 2024

Passione e morte di Gesù nel Catechismo del vescovo Schneider

Grazie ad Aldo Maria Valli per questa utilissima traduzione, utile in questo inizio del Triduo.
Luigi C.

27-3-24, di Michael J. Matt

Con il nuovo catechismo del vescovo Athanasius Schneider, Credo. Compendium of the Catholic Faith, Credo. Compendio della fede cattolica [Duc in altum lo ha annunciato qui], è la prima volta in oltre cinquant’anni che un prelato cattolico pubblica una sua presentazione completa della fede, accessibile ai lettori di qualsiasi provenienza e attenta alle esigenze del nostro tempo.
Data la spaventosa ignoranza che purtroppo affligge il mondo cattolico a soli sessant’anni dal Concilio Vaticano II, questo catechismo è certamente tra i libri più importanti pubblicati nell’era post-conciliare.

Grazie a Dio, ho avuto l’opportunità di partecipare al lancio ufficiale del libro, che ha avuto luogo durante il Sinodo sulla sinodalità a Roma. In quell’occasione, ebbi il piacere di intervistare il vescovo Schneider, rimanendo così colpito che ho promesso di fare tutto il possibile per promuovere il catechismo. Ho ricevuto poi dal vescovo Schneider il permesso di rendere disponibili sulle pagine di The Remnant interi estratti della sua opera. Come parte del nostro più ampio sforzo per ridurre il livello di ignoranza che affligge la Chiesa, intendo pubblicare questi estratti nel corso del 2024. Incoraggio inoltre i lettori ad acquistare il libro direttamente da Sophia Press.

In questo momento cruciale della storia umana, nulla è più importante della proclamazione della regalità sociale di Gesù Cristo a un mondo sull’orlo del collasso morale e spirituale. Nostro Signore stesso ha posto la domanda: “Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà la fede?”. Ebbene, la troverà? Dipende dal fatto che i cattolici conoscano o meno la loro fede abbastanza bene da mantenerla (e lottare per essa) fino alla fine. Dobbiamo sviluppare una migliore comprensione di ciò che insegna la nostra Chiesa, di ciò che ci è stato tolto, di ciò che crediamo e di come difendere la nostra Fede in un mondo che le ha dichiarato guerra. Poiché questo catechismo è scritto per la gente comune – i “piccoli”, come ci chiama affettuosamente il vescovo Schneider – può essere consegnato a chiunque, di qualsiasi età. Mi ricorda molto i vecchi catechismi che le suore ci facevano imparare a memoria nelle scuole cattoliche di una volta, anche se aggiornato per affrontare le molte nuove sfide che tutti noi dobbiamo affrontare nell’era post-cristiana dello scientismo e della tecnologia.

Il vescovo Schneider, che ha intrapreso quest’opera monumentale per noi e per i nostri figli, nella prefazione scrive:

Un vescovo cattolico è tenuto a rispettare il suo giuramento pubblico: “Mantenere il deposito della fede, intero e incorrotto, così come è stato trasmesso dagli apostoli e professato dalla Chiesa ovunque e in ogni tempo”. Pertanto, mi vedo costretto a rispondere alle richieste di molti figli e figlie della Chiesa perplessi per la diffusa confusione dottrinale che alligna nella Chiesa dei nostri giorni. Offro quest’opera, Credo. Compendio della fede cattolica, per rafforzarli nella fede e come guida all’insegnamento immutabile della Chiesa. Consapevole del dovere episcopale di essere un “cultore della fede cattolica e apostolica” (catholicae et apostolicae fidei cultoribus) come affermato nel Canone della Messa, desidero anche dare pubblica testimonianza della continuità e integrità della dottrina cattolica e apostolica. Nel preparare questo testo, ho pensato principalmente ai “piccoli” di Dio, i fedeli cattolici che hanno fame del pane della retta dottrina. Pubblico quindi questo Compendio in obbedienza al dovere imposto dalla mia consacrazione episcopale: “Predica la parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, rimprovera, esorta con ogni pazienza e dottrina” (cfr. 2Tm 4,2).

Che Dio benedica e custodisca il vescovo Schneider, nostro pastore, nostro padre, nostro amico in Gesù Cristo nostro Re.

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Credo

Capitolo 11

La Passione di Cristo

Dove iniziò Gesù la sua dolorosa Passione?

Nell’Orto degli Ulivi o Getsemani, dove pregò e, contemplando i peccati di tutti gli uomini e di tutti i tempi, soffrì una terribile agonia interiore che sfociò persino in un sudore di sangue (cfr. Lc 22,44).

Cosa fece Gesù dopo la preghiera nel giardino?

Tornò dai suoi discepoli e annunciò il suo traditore in arrivo. Quando Giuda apparve con le guardie armate per arrestare Gesù, i discepoli fuggirono tutti, come era stato predetto.

Dove fu portato Nostro Signore, nel cuore di quella notte?

Fu portato prima da Anna e poi al tribunale del sommo sacerdote Caifa.

Come fu trattato Gesù al tribunale di Caifa?

Falsi testimoni lo accusarono di blasfemia e Caifa lo condannò a morte. Poi inviò Gesù al governatore romano Ponzio Pilato, che si riservava il diritto di giustiziare i criminali.

Come accolse Pilato Gesù?

Lo dichiarò innocente per tre volte, ma era così debole di carattere che non osò salvare Gesù dai Giudei, che chiedevano a gran voce la sua morte.

Che cosa fece allora Pilato?

Dopo averlo mandato da Erode, tetrarca di Galilea, che si limitò a interrogare e a deridere Nostro Signore, Pilato fece flagellare brutalmente Gesù con le fruste e lo consegnò ai Giudei perché fosse crocifisso.

Dove avvenne la crocifissione di Cristo?

Sul Monte Calvario, una collina brulla fuori dalle mura di Gerusalemme, nel luogo di esecuzione dei condannati chiamato Golgota (luogo del teschio).

Perché era opportuno che Cristo fosse offerto in sacrificio fuori da Gerusalemme?

Per dimostrare che con questo sacrificio

1) Egli divenne il Redentore sia dei Giudei che dei Gentili.

2) Il culto del tempio ebraico fu compiuto e superato.

3) Il vero altare e il vero sacrificio si sarebbero trovati d’ora in poi nella Chiesa cattolica, diffusa in tutto il mondo.

Come avvenne la crocifissione?

Dopo essere stato spogliato delle sue vesti, Nostro Signore si stese volontariamente su una grande croce di legno, alla quale furono inchiodate le mani e i piedi. Dopo aver innalzato la Croce, fu lasciato appeso al tormento fino alla morte.

Quale vergogna subì oltre a questo supplizio?

Quella di essere posto tra due ladri, come se fosse un criminale comune;

Gli scherni e gli insulti della folla, che Egli era venuto a salvare; 3. La vigliaccheria dei discepoli che lo abbandonarono.

Chi era presente al Calvario?

Alcuni che gli erano rimasti fedeli e lo consolavano con la loro presenza: soprattutto la sua santa Madre, san Giovanni, il discepolo prediletto, Maria moglie di Cleofa, Maria Maddalena e Salomè, la madre di Giovanni, che erano tutti pieni di dolore.

Che cosa diceva il cartello appeso alla croce di Gesù?

“Gesù di Nazareth, Re dei Giudei”. Scritto in latino, ebraico e greco, era una confessione universale che quello era il Cristo. Ciascuna di queste tre lingue è stata poi inclusa nel rito romano della Messa, estensione nel tempo dell’unico sacrificio della Croce.

La Croce di Gesù aveva un’altra funzione oltre a quella di altare per il sacrificio?

Sì. Fu anche il pulpito da cui Egli continuò i suoi insegnamenti divini, come possiamo vedere nelle “Sette ultime parole” pronunciate da Lui sulla Croce:

1) Egli si dichiarò l’unico Mediatore per l’umanità, pregando per i suoi carnefici: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”.

2) Si dichiarò Giudice supremo delle anime, promettendo il paradiso al ladrone penitente: “Amen ti dico, oggi sarai con me in paradiso”.

3) Diede sua Madre a tutti i fedeli come suo ultimo lascito: “Donna, ecco tuo figlio” e a San Giovanni: “Ecco tua Madre”.

4) Si dichiarò il Salvatore profetizzato, con le parole del Salmo messianico: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.

5) Fece conoscere l’ardore spirituale per le anime che lo consumava.

6) Annunciò il completamento della sua opera di redenzione.

7) Dimostrò una perfetta fiducia e obbedienza filiale a Dio: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”.

Quali furono i pulpiti più importanti per l’insegnamento divino di Nostro Signore?

Il pulpito del suo primo messaggio fu il fianco della montagna; il suo pubblico, i Galilei illetterati; la sua verità, le Beatitudini. Il pulpito del Suo ultimo messaggio fu la Croce; l’uditorio: santi e peccatori; il sermone: le Sette Ultime Parole”.

Morte e sepoltura di Cristo

Quali cose straordinarie accaddero alla morte del Salvatore?

Le tenebre scesero sulla faccia della terra, il sole nascose la sua luce, il grande velo del tempio si squarciò da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spaccarono, le tombe si aprirono e molti dei morti si alzarono e vagarono per la città, testimoniando la divinità di Cristo.

Quale ferita fu inferta al corpo di Gesù mentre era appeso alla Croce?

Uno dei soldati trafisse il costato con una lancia e ne uscirono sangue e acqua.

Chi seppellì il corpo di Nostro Signore?

Giuseppe d’Arimatea, un brav’uomo ricco e influente, si recò coraggiosamente da Pilato per chiedere la sepoltura del corpo di Gesù.

Quali furono le modalità di sepoltura di Cristo?

Il suo corpo fu unto con spezie e unguenti e avvolto in lenzuola. Poi fu deposto in un nuovo sepolcro non lontano dal Calvario, dove fu sigillato con una grande pietra e sorvegliato dai soldati.

Perché Nostro Signore permise che il suo corpo fosse sepolto?

Per affermare la realtà della sua morte, rendere più gloriosa la sua risurrezione, adempiere a numerose profezie e fungere da simbolo mistico: come il corpo di Adamo era stato tratto dalla terra vergine con la potenza divina, così Cristo sarebbe risorto da una tomba vergine con la sua stessa potenza divina, mostrandosi capace di risuscitare tutti gli uomini dalle loro tombe alla fine dei tempi.