LETTERA ALLA PARROCCHIA SANTA MARIA
DELLA MERCEDE
Alla c.a. di P. Giuseppe Celano,
parroco di Santa Maria della Mercede e sant’Adriano
Reverendo padre Celano,
abbiamo appreso, con stupore, da
organi di stampa e da segnalazioni di amici italiani, che la Sua parrocchia ha ospitato un evento
organizzato dalle ambasciate dell’Azerbaigian in Italia e presso la Santa Sede
per commemorare le “vittime del genocidio di Khojaly”.
Ora, in quanto cristiani,
siamo ben consci che la pietas per i caduti (tutti, senza alcuna
distinzione) sia un valore superiore che deve superare ogni steccato e
divisione.
Tuttavia, è d’obbligo sottolineare
come il governo dell’Azerbaigian utilizzi queste “commemorazioni”
unicamente come forma di propaganda e di odio contro gli armeni.
In verità la morte di un numero
imprecisato di civili azeri, è avvenuto in circostanze molto controverse e
presumibilmente addebitabile alle stesse forze armate azere con motivazioni di
rivalità politica all’interno dell’Azerbaigian. Per approfondimenti consigliamo
questa pagina dedicata: https://www.karabakh.it/la-verita-su-khojali/
Ma il punto non è ovviamente la ricostruzione
storica e propagandistica del regime azero (peraltro agli ultimissimi posti nei
report mondiali su libertà di informazione e tutela dei diritti civili e
politici).
Ci sorprende, ci amareggia,
e indigna anche altre comunità cristiane, che codesta parrocchia abbia
ritenuto opportuno ospitare un evento fondamentalmente politico, patrocinato da
uno Stato che proprio ora sta abbattendo tutti i simboli religiosi cristiani
nel Nagorno Karabakh (Artsakh) occupato dagli azeri lo scorso settembre
e da cui tutta la popolazione cristiana armena è stata costretta a fuggire, per la quale anche Papa Francesco ha
lanciato diversi appelli.
Notizie di abbattimenti di croci,
di “restauri” di chiese trasformate in moschee, di atti vandalici nei cimiteri
sono purtroppo all’ordine del giorno, per i quali alleghiamo qualche foto testimoniale.
Il governo dell’Azerbaigian, che
si definisce “tollerante e multiculturale”, continua a professare odio
verso gli armeni, minaccia l’esistenza della stessa Armenia (prima nazione
a riconoscere il Cristianesimo nel 301!); Aliyev qualche anno fa proclamò che “la
spada scintillante di Allah ruoterà sopra Erevan” (la capitale armena).
Siamo convinti che l’autorizzazione alla cerimonia sia
stata concessa in totale buona fede ma temiamo che l’evento sia stato
strumentalizzato a fini propagandistici e politici di cui è vittima anche la Sua
comunità parrocchiale.
Grazie per l’attenzione e in
attesa di Suo gradito riscontro porgiamo i nostri migliori saluti.
Consiglio
per la comunità armena di Roma
www.comunitaarmena.it