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domenica 25 febbraio 2024

Difesa della Messa Tradizionale: 126ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi C. 

126ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

La nuova liturgia è alla deriva. Non sono io a constatarlo, è il Dicastero per la Dottrina della Fede in un documento recente, passato praticamente inosservato: la Nota Gestis verbisque sulla validità dei sacramenti del 2 febbraio 2024, che ricorda precisamente che - oh e quanto bisogno c'è di ricordarlo! - se «la Chiesa è “ministra” dei sacramenti, non ne è la proprietaria. »
La lotta contro gli “abusi liturgici” è il pane quotidiano a Roma fin dall’istituzione della liturgia di Paolo VI, che, con le sue innumerevoli varianti e scelte possibili inscritte nel testo stesso dei nuovi libri, apre la porta a ogni sorta di interpretazione personale. Perché a differenza del celebrante tradizionale, che è esecutore fedele di un testo e di gesti rigorosamente fissati come una lex, una legge della preghiera, il nuovo celebrante è un interprete, una sorta di attore.
Sotto Paolo VI e Giovanni Paolo II furono ben cinque le istruzioni della Congregazione per il Culto Divino intese a difendere “la retta applicazione” della nuova liturgia contro innumerevoli abusi: Inter Œcumenici del 26 settembre 1964, Tres abhinc annos del 4 maggio 1967, Liturgicæ instaurationes del 5 settembre 1970, Varietates legitimæ del 25 gennaio 1994, Liturgiam authenticam del 28 marzo 2001. Ammonizioni ripetute e ripetitive, tutte fatte invano, e che non hanno mai dato luogo ad alcuna sanzione contro un sacerdote o un vescovo. Le sanzioni sono riservate ai cattivi, a quei delinquenti, a quei rognosi tradizionalisti che rifuggono e fanno ombra al meraviglioso spirito nuovo.

Ma sotto Francesco, quando parliamo di abusi, abbiamo a che fare con ancora una nuova stirpe, cose grandi, pesanti: ci siamo accorti infine – ci abbiamo messo un po’… – che certi abusi mettevano in causa la validità dei sacramenti. Ancora una volta non sono io a dirlo, è il cardinale Fernandez nella presentenzaione della Nota del suo Dicastero: «Ad esempio, invece di usare la formula stabilita per il Battesimo, si sono utilizzate formule come quelle che seguono: «Io ti battezzo nel nome del Creatore…» e «A nome del papà e della mamma… noi ti battezziamo». Al punto che i sacerdoti, avendo saputo di essere stati battezzati con formule di questo genere, «hanno scoperto dolorosamente l’invalidità della loro ordinazione e dei sacramenti sino a quel momento celebrati». No comment.

Ma sì, invece... Infatti, vorrei ancora fare un commento sui sacramenti invalidi…ma autorizzati. La Congregazione per la Dottrina della Fede, non quella del cardinale Fernandez, ma quella del cardinale Ratzinger, il 19 giugno 1995, attraverso una Lettera "sull'uso del pane con poca quantità di glutine e del mosto come materia eucaristica ", ha consentito ai sacerdoti che non possono o non dovrebbero assorbire nemmeno una goccia di alcol (ad esempio, se si sono sottomesso a una disintossicazione) per consacrare il succo d'uva al posto del vino... Così fcevaa l'abate Pierre, senza neppure aver aspettato questo permesso, ed è quello che fanno oggi diversi sacerdoti in Francia.

Francamente, non è strano che sia la messa tradizionale e soltanto essa ad essere perseguitata? Non è strano che l'arcivescovo di Parigi mantenga la soppressione di sei messe tradizionali feriali e di tre domenicali?

Continuiamo quindi a protestare con i nostri rosari davanti agli uffici dell'arcidiocesi, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13,30, a Saint-Georges de La Villette, mercoledì alle 17, e davanti a Notre-Dame du Travail, domenica alle 18.00.