Pagine

domenica 24 dicembre 2023

La Notte di Natale di Aldo Fabrizi

A poche ore dall’inizio della Messa di mezzanotte, proponiamo ai nostri lettori il video di questa celebre poesia composta da Aldo Fabrizi nel 1970 e da lui recitata in una trasmissione televisiva natalizia del 1985: un testo che ripercorre le emozioni provate da bambino incorniciate dalla partecipazione al “vecchio appuntamento” della Messa di sempre, carico di melanconia per i ricordi di quella bellezza liturgica che la nuova “messa bitte” ha voluto negare, ma rimasta profondamente impressa nella fede semplice del popolo.
Versi toccanti, intensi ed appassionati da ascoltare e meditare, senza cedere allo sconforto, anche in un anno in cui, per volontà di Cesare, la Santa Messa di mezzanotte sarà obbligatoriamente celebrata nel tardo pomeriggio.

L.V.


La Notte di Natale
di Aldo Fabrizi (1970)

Ier sera,
a mezzanotte meno ’n quarto,
uscenno pè la messa de Natale,
m’è capitato un fatto…
un fatto tale,
che non so come non me pija un infarto.
All’ultimo ripiano,
all’improviso,
me so’ urtato de fianco,
con un vecchio impalato addosso ar muro
e margrado in quer punto fusse scuro,
vedevo bene solamente il viso
incorniciato da un barbone bianco,
la parete scura dove stava appoggiato,
a poco a poco è diventata azzura.
- “Io so’ papà Natale” - m’ha spiegato
- “lo stesso de quann’eri regazzino,
de quanno m’aspettavi,
guardanno nella cappa der cammino,
che te portassi quello che sognavi.
Sino a quarch’anno fa, quanno arivavo io,
se respirava er bene assieme all’aria
e l’ommeni de bona volontà,
senza la malattia contestataria,
credeveno alla nascita de Dio,
mo co’ ’sta libbertà confusionaria,
c’è tanta gioventù che stenta a crede
e mette in discusione er fonnamento de’la religione,
giocannose er conforto de’la fede,
purtroppo anno pè anno
la vita sta cambianno,
pre esempio li pupetti, mo vonno:
er mitra, e’ razzo, l’aprioggetti,
er casco d’alluminio,
l’abitacolo pè annà a scoprì un pianeta
e la stella commeta
che illuminò la notte der miracolo
per annuncià er messia,
pè ricordalla non ce sta poeta,
purtroppo hanno ammazzato la poesia.” -
Ho arzato l’occhi ar cèlo
come pè dì… “ce penserà quarcuno”…
quanno l’ho riabbassati,
avanti a me nun c’era più nesuno,
c’era solo un sacchetto, un cartoncello
co’quarche giocarello cascato giù per tera,
un cavalluccio a dondolo, un tamburo,
’na sciabbola, ’na tromba, ’n bambolotto,
un sordatino cor fucile rotto
assieme a ’no straccetto tricolore,
robbetta antica senza più valore.
Le campane de Roma in quer momento
hanno detto fra poco è mezzanotte
non fate tardi al vecchio appuntamento,
ma doppo que’ rondò de pace e bene
c’è stato ’no scombussolo,
la notte s’è riempita de urli e de sirene
e va a capì chi fosse
o pompieri o pantere o crocerosse,
mentre stavo così,
c’è stata pè guastamme la nottata,
un’antra novità, la messa bitte
difatti da ’na chiesa quà vicino
me arivato un fracasso indiavolato
de batterie, sassofoni, chitare,
che avrà fatto tremà Gesù bambino
e tutte le fiammele de’l’artare,
entranno a casa,
ho messo er catenaccio dicenno
- “Mo che faccio…” - poi ho detto
- “…perdoneme Gesù, si pregherò quàssù” -
e pensanno l’armonium effatato,
sentivo er sono più scommunicato
e mentre che a’la radio
parlava er Santo Padre,
io me so’ inginocchiato
davanti all’artarino
de mi madre.

5 commenti:

  1. La mia messa di mezzanotte sarà a mezzanotte.


    E, a poche ora dalla celebrazione, vi suggerirei di staccare un po’ da internet.

    RispondiElimina
  2. Mi sa che tanti che scrivono (vescovi compresi) contro Fiducia supplicans non l’hanno nemmeno letta. Se l’avessero letta, capirebbero che non c’è niente da permettere o proibire da parte dei vescovi o delle conferenze episcopali.

    RispondiElimina
  3. Purtroppo oggi mentre parla il "santo padre" non ti viene di ascoltarlo ne vederlo e quanto meno inginocchiarti davanti all'altarino in quel momento come nella poesia... In ginocchio sí , ma da sola davanti il Bambino Gesù.

    RispondiElimina
  4. E sempre per volere di Cesare, il cardinale che ha consacrato si è ben guardato di cantare ( nemmeno della notte di Natale!) e di usare il canone romano!! Che tristezza pensando alle vere liturgie natalizie di un tempo!!

    RispondiElimina