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giovedì 9 novembre 2023

TSUNAMI contro la Dottrina cattolica: i trans (che disprezzano la propria natura creata da Dio) potranno fare i padrini/madrine di battesimo. E sì papale all'utero in affitto. Il Papa umilia la Santa Chiesa per assecondare (pochi) uomini

In data 14 luglio 2023, è pervenuta al Dicastero per la Dottrina per la Fede una lettera di S.E. Mons. José Negri, Vescovo di Santo Amaro in Brasile, contenente alcune domande riguardo alla possibile partecipazione ai sacramenti del battesimo e del matrimonio (anche nella qualità di padrini/madrini e testimoni) da parte di persone transessuali e di persone omoaffettive.

Dopo uno studio al riguardo, il DDF ha risposto pubblicando le risposte ex Audentia SS.mi del 31 ottobre 2023 quindi sottoscritte dal Papa, e controfimate dal Prefetto Fernández. (Da notare che questa volta però non appare più la menzione "Sanctissimi").
Le Risposte del Dicastero a S.E. Mons. Negri, secondo il Prefetto riproporrebbero, in buona sostanza, i contenuti fondamentali di quanto, già in passato, è stato affermato in materia da questo Dicastero.

Ovviamente due sono le risposte che maggiormente vanno contro al Catechismo della Chiesa Cattolica e che sfregiano violentemente la Dottrina: la prima è l'autorizzazione (pur con riguardo a situazioni particolari, a studio attento, e senza crear scandalo) alle persone transessuali (anche operate per il cambio di sesso) di poter assolvere l'incarico di padrino o  madrina di battesimo. 
Il Papa, autorizza quindi a persone che apertamente, pervicacemente e irrimediabilmente, hanno rifiutato, disprezzato e sfregiato la propria natura come voluta per loro e creata da Dio, di essere testimoni della fede cattolica da cui però si discosta apertamente e conduce una vita non coerente con essa...
Inoltre Il criterio di valutazione principale risiede nella possibilità di destare scandalo, nella forma e non nella sostanza.
Quindi, limitandosi a salvare la forma, si soggettivizza definitivamente ciò che invece è oggettivamente male: e ciò è gravissimo

La seconda è l'autorizzazoine implicita e lo sdoganamento della vergognosa pratica dell'utero in affitto, autorizzando che entrambi i genitori omoaffetivi risultino come genitori nel certificato di battesimo del bambino ottenuto con la pratica "dell'utero in affitto". 

E per "giustificare" questi abomini scomoda pure S. Tommaso e S. Agostino!!!   

Per le risposte complete si veda qui il sito del Dicastero Dottrina della Fede, qui di sotto la sintesi: 

1) Un transessuale può essere battezzato? 
risposta: Sì. 

2) Un transessuale puà essere padrino o madrina di battesimo? 
risposta: Sì (a determinate condizioni e se non crea scandalo nei fedeli). 

3) Un transessuale può essere testimone di un matrimonio?
risposta. Sì (ma su questo nessuna questione, visto che l'incarico di testimone non implica una coerenza di vita con la fede cattolica). 

4) Due persone omoaffettive possono figurare come genitori di un bambino che deve essere battezzato e che fu adottato o ottenuto con altri metodi come l'utero in affitto? 
risposta: Sì, purchè ci sia la speranza che sarà educato nella religione cattolica 
(commento nostro: ma di che religione cattolica stiamo parlando? se già due genitori omosessuali  che vogliono un figlio con l'utero in affitto, se ne infischiano della religione cattolica...). 

5) Una persona omoaffettiva che convive, può essere padrino di un battezzato? 
risposta: non si capisce. 

6) Una persona omoaffettiva e che convive può essere testimonie di un matrimonio? 
risposta: sì. (e anche su questo nessun problema, visto che l'incarico di testimone non implica una coerenza di vita con la fede cattolica). 

24 commenti:

  1. I trans non disprezzano la propria natura creata da Dio, ma sono affetti da un disturbo riconosciuto dalla medicina che si chiama "disforia di genere", ovvero non riconoscono il proprio sesso biologico identificato alla nascita.

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    1. Questi sono casi rarissimi, e in ogni caso si risolvono riconciliando il pensiero con la realtà, e non all'opposto. Tutti gli altri casi (il 99%) sono autosuggestioni indotte da una propaganda ossessiva e martellante cui siamo tutti sottoposti da almeno 30 anni. Assecondare queste sensazioni fallaci significa, questo sì, avere tra qualche decennio una pletora di disadattati infelici per tutto il resto della loro vita, con tutto quel che ciò comporta in termini di pericolosità sociale, spesa sanitaria ecc. Chi vivrà vedrà.

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    2. In realtà gli studi hanno mostrato una realtà più complessa, e sembra che i casi in cui l'intervento di cambio di sesso migliori le condizioni psicofisiche non siano pochi
      https://whatweknow.inequality.cornell.edu/topics/lgbt-equality/what-does-the-scholarly-research-say-about-the-well-being-of-transgender-people/
      https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29463477/

      Certo che considerarli in blocco malati o fintoni non penso sia la soluzione migliore....

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  2. 1) se una persona transessuale, dopo aver effettuato gli interventi, per motivi vari, decide di tornare nella Chiesa e nella sua economia sacramentale deve essere trattata come appestata per tutta la sua vita perchè non può tornare indietro, o deve essere accettata e integrata?

    2) le alternative nel caso dei bambini che sono legalmente 'figli' di coppie omosessuali sono:
    a) battezzarli e renderli capaci di partecipare all'economia sacramentale e quindi alla Comunione con Cristo, anche se in una situazione complicata;
    b) non battezzarli, e rischiare che rimangano del tutto fuori della Chiesa.

    la seconda è altamente rischiosa, perchè come dice il prete dell'acquavite in 'il potere e la gloria': "if there’s ever been a single man in this state damned, then I’ll be damned too"

    il documento comunque parla continuamente dell'efficacia santificante dei Sacramenti, ed è su questo che bisogna ripartire

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    1. 1) mai appestare, sempre accettare. Ma era necessario pubblicare queste risposte amigue, in maniera tale che passi un messaggio diverso (come sta succedendo su tutti i giornali), come avvenne per altri temi sensibili? Se il vescovo aveva dubbi su persone specifiche e individuali, chiedeva per ogni singolo caso. non in maniera così generica. Che poi passa, come sta passando "un libera tutti" pericolosissimo.
      2) c'è un'altra ipotesi: battezzarli (ovviamente) ma senza riconoscere la genitorialità ad entrambi i genitori e senza ammettere entrambi sul certificato. E' questo che è sbagliato. non il battesimo del bambino!

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  3. Una persona transessuale potrebbe anche diventare prete???. Chiedo per un amico!.
    MAX75

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  4. Condivido appieno il commento al punto 4.
    Ma di che religione cattolica stiamo parlando?

    Volendo concedergli la buona fede e non soltanto la ricerca di un appagamento immediato dell'ego alla ricerca di un facile consenso (che poi nemmeno arriva), quale progetto hanno per la Chiesa? Quale chiesa immaginano tra 20 anni, tra 50 anni? "Dentro tutti"? Ma dentro cosa, il vuoto?

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  5. Ovviamente le risposte sono volutamente ambigue per veicolare l'idea della " tana libera tutti". Non ci vuole molto a capirlo.

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  6. Qui siamo ormai "oltre la linea" e da un bel po'.
    Rammarica vedere quanti cattolici all'acqua di rose giustifichino, ovviamente per faciloneria e talora sufficienza intellettuale, una deriva protestante che tuttavia ha radici lontane.

    Gz

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  7. Cosa vuol dire 'se non crea scandalo ai fedeli' quando è lo stesso documento che crea già scandalo? A che altro 'scandalo' si vuol riferire? Al gay pride in parrocchia come invitati?

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  8. 1) come Chiesa dobbiamo parlare a voce alta sui rischi di queste transizioni, specialmente in età adolescenziale. Spesso vendute a mamma e papà come l'unica via per evitare il suicidio del figlio. Non è assolutamente vero.

    2) se la Chiesa parla in un suo testo di adozioni da parte di persone omosessuali o di utero in affitto permessi dalle leggi civili... dovrebbe ribadire che questi atti sono oggettivamente malvagi e le leggi sono inique dal punto di vista della fede cattolica.

    3) Credo che una persona che decida di subire terapie ormonali, farsi amputare parti del corpo, per trovare una certa felicità è una persona che soffre molto. Le testimonianze lo dicono. Non banalizziamo i vissuti ed ascoltiamo e se si può rimettiamo in Cristo, ma qui si vuole aprire una porta, senza per esempio chiarire sul cammino di illuminazione, catecumenato, sull'identità nuova del Battezzato in Cristo... quale nome: maschile o femminile? Non è una banalità perchè ci giochiamo l'antropologia in Cristo... la teologia del corpo... e non si dice nulla...

    4) la questione dei genitori adottivi a livello civile che chiedono il Battesimo del figlio va molto approfondita... i due sono in situazione oggettiva di peccato: sul bambino non può pesare il peccato dei genitori, ma come potrebbero educare il figlio nella fede cattolica se non credono ai suoi insegnamenti e li contraddicono? Se i nonni, gli zii, se ne fanno carico, per esempio? come figure paterna e materna e di fede nella famiglia... come dirlo nel rito? Sono ipotesi...

    5) ci sarebbero altre domande su domande...
    Questo testo mi lascia con una grande confusione e mi lascia più dubbi che risposte. Ed è fatto per mettere in difficoltà i parroci in loco... a meno che non spunti a fagiolo una nota di una Conferenza episcopale che venga subito riconosciuta come prassi universale... per "rieducare" il clero... sigh!!!

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  9. Lieto di constatare che la Redazione di Mil usa metodi molto più concreti di quelli da voi attribuiti al Papa, per "miserikordiare" chi commenta. Io riscriverò ugualmente il commento: il problema non è il cristianesimo all'acqua di rose, bensì l'omertà che anche all'interno delle fila tradizionaliste esiste verso omosessuali et similia, al punto da appellarsi alla Dottrina, pur di mantenere un religioso riserbo. Ma tra i cattolici tutti d'un pezzo, modernisti o non, c'è un disordine pazzesco... e per ovviare a tutto questo, la Chiesa deve tentare di evangelizzare e non semplicemente voltarsi dall'altra parte. Gay, Trans e Trav hanno una spiritualità e dunque vanno accolti ed accompagnati. Che vi piaccia o no. Non parlo di accesso ai sacramenti, ma più semplicemente di disposizione d'animo a non giudicarli ed aiutarli nel loro cammino. Da Credenti, VOI TRADIZIONALISTI, siete disposti a guardare negli occhi queste persone ed aiutarle, oppure come al solito preferite non sporcarvi le mani?

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  10. Tutto sta a capire cosa si intenda per "aiutarli nel loro cammino".
    Per essere chiari: il cammino di questi soggetti dovrebbe essere una "inversione ad U", non un "continuate così".
    Vanno accolti ma col proposito di una bella inversione ad "U", perché altrimenti si accoglie e sdogana il peccato, cosa che evidentemente nelle segrete stanze si vuole.
    A dire il vero, nel suo commento c'è tutta la supponenza del c.d. "cattolico adulto", emancipato ed "evoluto".
    Che poi, l'emancipazione vera del c.d. cattolico adulto e' dalla Dottrina e dalla Morale Cattolica.
    Quindi non parliamo di Tradizionalisti, ma semplicemente di Cattolici Apostolici Romani.

    Gz

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    1. Caro Anonimo, anziché giudicare, lasci a chi di dovere la mansione di Prefetto della Dottrina della Fede. Anziché darmi del "cattolico adulto ed emancipato" quasi come se fosse un marchio di infamia, argomenti con maggiore attinenza. Questa non è una platea nella quale cercare consenso ma uno spazio di confronto, dove anche il Signore è presente. Un gay non è solo un peccatore che pratica la sodomia, non è un giocattolo difettoso da "riparare", come lascerebbe intendere, né è solamente chi fa battaglia politica in guerra aperta contro la Chiesa cattolica. In quella galassia ci sono anche semplicissimi figli di Dio, che magari non praticano affatto ed ogni giorno, nel buio della propria anima, sono li a combattere una battaglia in solitudine tra istinto e spirito. Lei ne ha mai conosciuti? Ne dubito, altrimenti saprebbe già di cosa parlo ed argomenterebbe diversamente. Aiutare un gay nel cammino significa essere di conforto in un percorso tutt'altro che facile, dove c'è bisogno costante di consiglio, di direzione spirituale. E la Chiesa in questo deve essere Madre. Ed io e lei in queste situazioni dovremmo essere FRATELLI. Qui nessuno sta tentando di sdoganare il peccato, ma attenzione, io e lei non siamo della casta dei migliori, siamo cristiani cattolici ed il nostro dovere è di CONSIGLIARE I DUBBIOSI. Giudicare è prerogativa divina. Ed io e lei - fortunatamente - non siamo Dio. La saluto caramente.

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    2. 8.07 da incorniciare.
      La durezza di cuore dei facinorosi estremisti è ripugnante sia alla fede che alla ragione.

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    3. Non solo consigliare i dubbiosi: ma anche insegnare agli ignoranti e AMMONIRE I PECCATORI

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    4. Anonimo14 novembre 2023 alle ore 23:06
      dove la vede la durezza di cuore? Guardi che siamo d'accordo con l'anonimo delle 8:07 (anche se, come avrà visto, abbiamo aggiunto altre due opere di misericordia spirituale che si era scordato). Quello che dice è giusto, ma noi cerchiamo di ribadire che purtroppo sta del monito di Gesù sta passando solo la prima parte "io non ti condanno" e si dimentica sempre il seguito "Va e non peccare più". Quindi giustissimo accogliere e aiutare quei "semplicissimi figli di Dio, che magari non praticano affatto ed ogni giorno, nel buio della propria anima, sono li a combattere una battaglia in solitudine tra istinto e spirito" (per citare l'anonimo delle 8:07).
      MA tantissimi, preti per primi, stanno cercando di far passare un messaggio sbagliato, cioè quello che "tutti tutti tutti" saranno accolti in Paradiso. A prescindere dal loro pentimento e dallo sfrozo di combattere la battaglia di astinenza. Perchè è più facile e perchè alcune spinte fuori dalla Chiesa mirano in questa direzione. Cioè vogliono "sdoganare il peccato di sodomia". La nostra battaglia, lo ripetiamo per l'ennesima volta, non è quella di escludere, combattere o ignorare le persone omosessuali, MA è quella di combattere quanti pretendono che la Chiesa cambi la propria dottrina (fondata sulle Scritture, san Paolo compreso) in tema di rapporti omosessuali e che ritenga questi non più così gravi da essere considerati peccato mortale da dover confessare per poter salvare l'anima.
      Ecco, questa è la nostra "dura" battaglia. La durezza noi la vediamo in quanti fanno finta di non capire.

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    5. Fenomeno, Gesù ha detto “non ti condanno” prima di dire “non peccare più”!
      Ma lei che elementi ha per giudicare quando e come Dio agisce in un’anima? Si ricordi che il metro che usa per gli altri, sarà usato con lei. E allora ci sarà da ridere.

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  11. Vede, è proprio quell'ammonire i peccatori trascritto in stampatello che mi preoccupa, quasi a ribadirlo come soluzione bastante ed autoreferenziale (spero piuttosto che venga ribadita in senso complementare). Purtroppo una certa intransigenza cattolica situa l'ammonizione del peccatore al di sopra di tutto perché pone naturalmente chi la esercita in una condizione di presunta superiorità... mentre, più semplicemente, per importanza va a completare il tutto senza sovrastarlo... né si reggerebbe senza tutto il resto. Ribadisco il concetto di base, a mio parere cruciale: siamo disposti a sporcarci le mani per questi figli di Dio? Noi non siamo giudici, né Dio ha bisogno di noi in qualità di avvocati difensori della Fede, avendo suscitato nella Chiesa istituzioni apposite... se abbiamo a cuore il Bene di queste persone in quanto nostri Fratelli, tutto si regge e noi possiamo essere davvero degli strumenti della Misericordia di Dio, capaci cioè di riavvicinarli a Lui. Diversamente, rischiamo una mera - e mi ci metto dentro anche io - figura da maestrini falliti, che pensano di poter pontificare sulla vita altrui per il solo fatto di non avere una vita propria (mentre la Volontà Divina fa tutt'altri giri e segue ben altre dinamiche). E noi cristiani cattolici non siamo sulla terra per fare questa fine.

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    1. L'ho scritto in stampatello semplicemente perchè l'autore del commento, a cui rispondevo, aveva a sua volta scritto in stampatello "CONSIGLIARE I DUBBIOSI"...
      Per rispondere alla sua domanda: certo che siamo disposti a sporcarci le mani, come lo hanno fatto tanti volontari (preti e non) per aiutare varie persone in difficoltà (dai padri separati, ragazze madri, ragazzi in preda alla droga, poveri, ), purchè si ricordi che sporcarsi le mani per aiutare i nostri fratelli, non autorizza a "sdoganare" il peccato o la situazione da cui proviene il loro bisogno (materiale o morale che sia).

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  12. Caro anonimo h. 06:43, lei continua a girare attorno al problema, facendo finta di non capire.
    E' in atto un tentativo, ormai evidente, ad opera di settori più o meno ampi all'interno della Chiesa e, in particolare, della Gerarchia attuale, di sdoganare il peccato di cui al sesto comandamento.
    Questo e' il problema, non l'accompagnamento misericordioso, che nessuno mette in dubbio, dei nostri fratelli come li chiama lei (con la F maiuscola, mi scusi).
    Quando si toglie anche solo una pietra rischia di crollare l'intero edificio, per cui e' dovere di ogni fedele cattolico stare all'erta. La difesa della Dottrina e della Morale e' compito anche nostro e non solo delle istituzioni apposite previste dalla Chiesa, soprattutto quando queste istituzioni danno segni di cedimento.
    Sia lodato Gesù Cristo!

    Gz

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  13. Vabbè niente, sembra che questo "sdoganamento" sia la sola prospettiva che per alcuni possa avverarsi... mentre io sono convinto che, specialmente noi fedeli laici possiamo e dobbiamo tranquillamente ribadire che il peccato resta tale, che la Dottrina è sacrosanta... e che possiamo ugualmente e sempre fare qualcosa per non lasciare solo chi ha un orientamento sessuale non allineato ai precetti di Dio.
    A mio avviso, chi ruota intorno al problema è chi fa della Dottrina la sua sola preoccupazione, il pretesto per mettersi in una posizione superiore e pontificare... senza fare altro, rinunciando alla messa in pratica della Dottrina e creando l'ulteriore pretesto per l'immobilismo... anzi, creando egli stesso i presupposti affinché dall'altra parte tutto degeneri. Al momento non ho visto ancora nessuno (tradizionalista o "modernista" che sia) scendere in missione tra queste anime infelici e fare sentire loro il conforto della Fede, parlare loro di Cristo, del conforto che dà il sentirsi amati ed "attenzionati" da un Dio i cui comandamenti non sono formule astratte, bensì sono l'anticamera della Felicità eterna! Perché sa, non tutti sono a conoscenza della Dottrina cattolica come lei... ed in mezzo a tanti militanti politici (che sono quelli più esposti, ma non sono la totalità) ci sono anche tantissimi di loro che hanno voglia di credere, di migliorarsi e di essere sostenuti... e che noi fedeli "dabbene" lasciamo sistematicamente SOLI, in balia delle peggiori aberrazioni religiose e sociali. Credo sia arrivato il momento di non stare lì a fare i burocrati assisi su di un piedistallo, quanto piuttosto di diventare testimoni del Vangelo applicando TUTTA la Dottrina. Essere tranquillamente testimoni di Cristo e farsi "prossimi" a questi FRATELLI - non come li chiamo io, ma come lo chiama NOSTRO SIGNORE - non è togliere una pietra all'edificio della Dottrina e della Morale cristiana, né è un farsi complici del peccato, semmai è offrire a queste persone la dimostrazione che un'alternativa al peccato esiste, è aggiungere quel tassello mancante, specie in quei settori dell'universo cattolico il cui cristianesimo consiste nel dare una bella impressione di sé e mantenere le mani il più pulite possibili (un po' alla Ponzio Pilato... non so se ricorda l'episodio...). Credo che possa bastare.
    Sempre sia lodato (Gesù Cristo)!

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  14. Ma in base a cosa sentenziate che “i trans”, in blocco, disprezzano la propria natura creata da Dio?
    Possibile che si debbano sempre leggere disgustosi giudizi temerari da parte di chi vorrebbe insegnare agli altri?

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