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venerdì 10 novembre 2023

Estate di S. Martino ma inverno della Chiesa.

Domani è la celebre "estate di S. Martino".
Per l'occasione pubblichiamo questa immagine che un lettore (che ringraziamo) ci ha segnalato: si tratta del nuovo quadro rappresentante il Santo, esposto nella chiesa parrochiale di Adrara S. Martino, (BG). 
(Eh sì, in questi ultimi tempo la diocesi di Bergamo si contraddistingue per... originalità). 
... 
In questa raffigurazione "attualizzata" si vede un militare con mimetica e anfibi (ma non è questo il problema: per secoli l'arte sacra ha seguito le mode dei tempi e i pittori hanno "anacronisticamente" vestito i personaggi sacri con abiti di foggia a loro contemporanea), immotivatamente a petto nudo (la scena è ambientata in autunno e Martino volle coprire un vecchio infreddolito), con tanto di tatuaggio in zona quasi inguinale, e i calzoni slacciati.
Ci domandiamo: ma perchè?
In questo dipinto non solo manca la ieraticità (ma ci siamo abituati, da Michelangelo in poi) ma è stata aggiunta lascivia e provocazione. Senza motivo. Anzi, i motivi li sospettiamo benissimo. 

Non abbiamo parole. 
Ci ricorda tanto gli altrettanto provocatori affreschi voluti da Mons. Paglia per il Duomo di Terni (qui e qui).   

per vederlo più grande, cliccare sotto

Roberto






13 commenti:

  1. L'idea di vestirlo da fante odierno, in sè, come scrivi, non è malsana... Ma pantaloni aperti, senza maglia??? Poi mi sembrano scimiottature di Caravaggio... Il fatto è che non mi verrebbe mai da pregare ai piedi di un quadro simile... e questo sarebbe San Martino che poi si è fatto monaco? si è perso il legame tra amore, dolore... e il divino, trascendente...

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    1. Sarebbe come pregare davanti Giuseppe Garibaldi, stessa posa: fierezza e orgoglio. Quest'ultima non è una virtù dei Santi.

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  2. Ma chi l'ha detto che un santo deve avere la ieraticità?

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    1. ἱερός = sacro. Sa, da un'immagine sacra, presentata come pala d'altare in una chiesa..

      Poi se vuole metterlo in stile fetish con pantaloni aperti a V sull'inguine tatuato e stivali in cuoio, puo' sempre associarsi agli eventi "culturali" del Cassero a Bologna; sarà entusiasta di trovare ampio materiale da visionare e commentare.

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  3. "Ma chi l'ha detto che un santo deve avere la ieraticità?"
    Si chiede l'anonimo che evidentemente non ha mai incontrato un santo...
    Che triste il mondo in cui scarseggiano i santi.

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    1. A me sembra che lei non abbia mai visto quadri di arte sacra.

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  4. Non basta avere una "bella mano", "sfrontatezza" e "originalità"(..?) per essere un artista capace di dipingere il Sacro (qui si raffigura una provocazione di fronte alla quale non si percepisce la bontà d'animo di Martino, ai piedi del quale nessuno mai si inginocchierà In Preghiera profonda, tanto l'orgoglio che traspare nel soggetto, caratteristica che frena la santità. Mi domando se l'autore sia nella via della conversione

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  5. Quindi per il pittore autore di questo quadro Martino ,non ancora santo,cavalcava al freddo avvolto nel mantello ,a petto nudo ,con gli anfibi slacciati ai piedi ,senza cintura , col primo bottone della patta dei pantaloni sbottonato o mancante e armato di uno spadone. Proprio vero che gli artisti vedono cose che noi umani non riusciamo neanche ad immaginare.

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  6. Chi e' di grazia l'artista ?

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  7. Io non dico un santo dal volto ieratico. Vedi ad esempio San Giuseppe, Sant'Antonio ed altri. Qui si parla di Santi non di modelli di Dolce e Gabbana. Non richiama alla preghiera, si vede...altro per rispetto e correttezza non aggiungo.

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  8. Si tratta di "arte" tra virgolette, esattamente come la "musica" moderna o postmoderna a base di rap, techno e altre flatulenze sonore.
    Questi "artisti" credono di essere originali, mentre sono ridicoli.
    Il problema e' che non sono fuochi di "Paglia".
    Come ha dichiarato il prof. Muti qualche giorno fa, e' drammatica la decadenza culturale e musicale nazionale.

    Gz

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  9. Una cosa così non ti fa venire la voglia di pregare. È solo provocazione e il tempo dell'arte provocatoria ha fatto il suo tempo. Il problema è il parroco che ha fatto mettere una cosa del genere in chiesa.

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    1. Io non ho problemi a pregare, anche senza immagini. Forse, le provocazioni le cercherei nell’altro campo.

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