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giovedì 14 settembre 2023

Per la prima volta alla Messa Tradizionale Latina. Che meraviglia! E che differenza rispetto all’altra…

Grazie al Aldo Maria Valli per questa bella testimonianza di un neofita della Messa Tridentina capitato a SS. Trinità dei Pellegrini a Roma.
Luigi

30-8-23

Carissimo Valli,

scrivo per renderla partecipe di una piccola esperienza vissuta recentemente.

Domenica 20 agosto, trovandomi per qualche giorno di vacanza sui Colli Albani, con mia moglie ho deciso di approfittarne per partecipare per la prima volta alla santa Messa in rito antico nella chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, a Roma.

Un’occasione speciale, perché da noi, a Messina, non abbiamo la possibilità di prendere parte a Messe vetus ordo.
Le confesso che abbiamo vissuto un’esperienza molto intensa, bella e spiritualmente arricchente. Ho potuto vedere, per esperienza diretta, come il rito antico non lasci spazio all’eventuale intraprendenza del celebrante, il quale non catalizza l’interesse dei presenti: al centro di tutto c’è la Realtà che viene celebrata e verso la quale anche il celebrante è rivolto. Ma oltre a ciò e a tanto altro, siamo rimasti edificati dall’atteggiamento dei fedeli presenti. Non c’era quel solito chiacchiericcio che caratterizza le nostre assemblee prima e dopo la Messa, ma silenzio, compostezza, raccoglimento. Ho detto a mia moglie: “Queste persone credono veramente nella Presenza Reale”. Lo si capisce anche dal modo di stare dinanzi al Tabernacolo.

La domenica seguente eccoci a Messina, la nostra città. Per la Messa mi reco in una chiesa francescana del centro e qui, nel corso dell’omelia, il sacerdote a un certo punto dice: “Non capisco quelli che hanno nostalgia della Messa antica!”.

Per un attimo ho la sensazione che stia parlando proprio a me! Il celebrante se la prende con i baldacchini, i paramenti esagerati, con quelli che “non accettano il Vaticano II e nonostante ciò vanno a Messa, perché non sanno che il Vaticano II ha riportato in vigore ciò che era antico, come quest’altare posto al centro, che permette di celebrare come avveniva anticamente”. Poi dice: “Non comprendo quelli che hanno nostalgia dei preti che celebrano con le spalle rivolte alla gente. Non dobbiamo annunziare la fede con le immagini sacre e i rosariucci. Noi annunciamo la fede quando, portando a spasso il cane, raccogliamo le feci; quando facciamo picnic e puliamo dove abbiamo sporcato, quando perdoniamo in famiglia, quando portiamo i pesi gli uni degli altri”. Parole testuali! Senza aggiunte né omissioni.

A questo punto l’istinto mi dice di alzarmi e uscire, ma mi faccio violenza e resto, perché ancora credo nel sacrificio eucaristico.

Mi sembra che non ci sia troppo da meravigliarsi se alle Messe domenicali novus ordo, nelle quali si ascoltano queste omelie, si registra un crollo di presenze, mentre una chiesa come la Santissima Trinità dei Pellegrini è sempre strapiena, con tanti giovani e tante famiglie al completo.

Nell’arco di una sola settimana ho vissuto una duplice realtà: a Roma consolante, a Messina deprimente. Alla Santissima Trinità dei Pellegrini ho potuto dire: “Com’è bello, Signore, stare qui”. Una settimana dopo lasciavo la chiesa tristemente, con animo depresso, in solitudine.

In seguito ho riflettuto sul fatto che il 20 agosto è il giorno della morte di san Pio X. Poiché non avevo mai partecipato prima a una Messa in rito antico, chissà, forse si è trattato di un piccolo dono da parte del papa santo.

Nel salutarla con tanto affetto, caro Valli, la ringrazio vivamente per il lavoro che svolge con Duc in altum, così utile e prezioso per noi.

Carmelo

9 commenti:

  1. Gentilissimo Dott. Valli e carissimo Luigi, sono un sacerdote di Messina, chiedo scusa a nome di quel confratello che, animato sicuramente dalle migliori intenzioni, ha decisamente esagerato nei toni e nei contenuti dell'omelia. Ritengo che il problema non sia il Concilio Vaticano II, ma sono certo che le difficoltà stiano nella sua comprensione e, ancor di più, nella sua attualizzazione. Nessun Concilio ha mai ordinato sciatteria liturgica, improvvisazione omiletica e denigrazione del passato.
    Vorrei invitare il Sig. Luigi ad un dialogo personale, video che anche io sono messinese, per approfondire i differenti punti di vista.
    Cordialmente,
    don Enzo Maestri

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  2. Credo di aver sbagliato il nome del fedele che ha partecipato alla S. Messa... ho scritto Luigi ma credo sia Carmelo (come riportato in calce alla testimonianza). Chiedo scusa.

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  3. Il Concilio Vaticano II è causa di tanti mali, ma non ha mai prescritto gli altari a tavolino!! Si informi il celebrante siculo!! Questo è solo un frutto avvelenato del postconcilio!

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  4. A me queste “esperienze” sembrano un po’ tutte uguali. Anche gli argomenti usati sono gli stessi, ad iniziare dalla solfa che “la messa tridentina non lascia spazio all’ intraprendenza del celebrante”, che non è assolutamente vero, visti i tanti preti che amano pavoneggiarsi con pizzi e pianete o quelli che si piccano di cantare pur essendo stonatissimi!

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    1. Invece è verissimo, solo un imbecille accecato dall'ideologia modernista non lo vede. Vede invece "preti che amano pavoneggiarsi", ma quando, ma dove? Il rito è tale da nascondere la persona del sacerdote, certe scemenze se le inventa solo una sua immaginazione malata ...

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    2. Caro anonimo insultante delle 16.59, purtroppo ha toppato. Come l’anonimo delle 8.43, anch’io sono stato testimone di messe tradizionali in cui il celebrante attirava tutta l’attenzione su di sé per il modo di comportarsi o di recitare le orazioni. Allo stesso modo, ho visto preti celebrare devotamente la Messa NO. C’è buono e cattivo da entrambe le parti ed implicare che tutti i preti che dicono la Messa tradizionale siano perfetti esempi di liturgismo, mentre chi offre la Messa NO sia automaticamente sciatto o inopportuno è una generalizzazione gratuita e falsa. Se a questo, uniamo che ha dato dell’imbecille a chi non ha offeso nessuno per il semplice fatto di aver esternato una sua esperienza, non ci fa proprio una bella figura. Anzi, mi pare proprio schiavo di quell’ideologia che vuole affibbiare agli altri.
      Cordialità.

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  5. Domenica scorsa ho partecipato anch'io per la prima volta ad una Messa Tradizionale alla Santissima Trinità dei Pellegrini.
    A margine di altre considerazioni ho constatato anch'io la silenziosa, composta e raccolta partecipazione dei fedeli al rito. Che bellezza!
    Molte persone erano già presenti in chiesa prima dell'inizio della Messa, raccolte in silenziosa preghiera e tante si sono trattenute al termine sempre in silenziosa preghiera, non c'è stata la solita fuga al termine (e purtroppo spesso anche prima del termine) tipica di tante messe post-conciliari.
    Ora non si tratta di pre-concilio o post-concilio, il Vaticano II non ha affermato da nessuna parte che la Messa debba diventare una baraonda di chiacchiere e rumore, ma purtoppo bisogna constatare che nella maggioranza dei casi è così.

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    1. Sia chiarissima una cosa: quando il sacerdote dice “andate in pace”, chiunque può uscire di chiesa senza scrupoli! Il “ringraziamento” è un atto personale ed assolutamente facoltativo. Che nessuno OSI giudicare il prossimo da quanto ringraziamento fa! Chi rimane un minuto deve sentirsi giudicato da chi rimane cinque? E chi rimane cinque, da chi rimane quindici? Insomma, la devozione non si misura in minuti, checché ne dicano tanti tradizionalisti che amano mostrare la loro pietà leggendo pagine e pagine di libretti devozionali (sempre quelli) con chissà quale concentrazione. Alle messe tridentine ho visto persone guardarsi attorno e sentirsi in soggezione perché erano i primi ad alzarsi alla fine della celebrazione! Ma siamo matti? Il rapporto con Dio è gioia e serenità, non ansia o angoscia di essere giudicati da chi ci sta attorno.

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    2. Io non ho giudicato chi esce al termine della messa, ho solo detto che è bello vedere qualcuno che si trattiene al termine, nessun giudizio di valore tra l'uno e l'altro. Molte persone si sono anche fermate sul sagrato a chiacchierare, anche questo spesso (non sempre) assente nelle nostre celebrazioni (non sono un tradizionalista), questo non è un atto devozionale, ma da il senso di una comunità viva.
      Poi se lei, come penso, frequenta la messa si sarà accorto che molti/alcuni non aspettano il termine della messa ma escono subito dopo aver fatto la comunione, anche qui nessun giudizio sulle persone ma è liturgicamente sbagliato, ignoranza?
      Inoltre volendo essere pignoli non si esce all'“andate in pace” ma si attende l'inchino del sacerdote e il suo rientro in sacrestia, quanti lo sanno? Ammettiamolo, liturgicamente noi siamo ignoranti e raramente i nostri presbiteri ci aiutano.
      Per sdrammatizzare ammetto che a me danno fastidio quelli che si accalcano all'uscita al temine del film al cinema, figuriamoci a messa.
      Che poi quello che volevo enfatizzare era il silenzio ...

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