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martedì 29 agosto 2023

LE MAGNIFFICHE CRONICHE DI ROMA di mons. Eleuterio Favella: sul XIV Pellegrinaggio tradizionale di Nostra Signora della Cristianità a Luján (Argentina)

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella.
La «magniffica cronica di Roma» segue al successo del XIV Pellegrinaggio tradizionale di Nostra Signora della Cristianità a Luján (Argentina), il quale ha registrato 1.600 partecipanti alla partenza (e raddoppiati il terzo e conclusivo giorno), perlopiù adolescenti e giovani   (QUI e QUI su MiL).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi.

L.V.

«A contristar anchora il magnanimo cuore del Ss.mo Signor papa Francesco, giunse in quei giorni a Roma notitia che nel vicereame della Plata s’era tenuta grandissima & magniffica pricissione per modo di pellegrinaggio de’ riggidi & pelagiani & sgranarosarji di quelle lontane terre gubernate dal rege catholico et in cui anchor non era spenta l’eco del sublime pontificato bonaeriense della Santità Sua pria d’ascender al supremo Sollio, per inscrutabil dispositione (veramente inscrutabile!) della Divina Providentia, di talché il Beatissimo fece convoccar in audientia particulare l’ambassador di Spagna, duca Mendoza di Medinaceli, grande d’Ispagna e cavaglier di Calatrava, onde sbottò il signor Papa in un di que’ celebri moti di benignitade et charitade per cui va noto per l’universo monno, dicendo al col.mo Ambassador ch’era pronto a levar il titulo di catholico al sire ispagnuolo ove esso rege non avria messo subbito una prammatica aut edicto contra tutti i riggidi & pelagiani & sgranarosarji che son nelle di lui terre, di qua et di là del mare Oceano, metendo a favor della Santa Sedia la sua spada nella guerra dell’Introibbo che tante cure porta all’appostolecho core da molti anni nel pur sublime pontifficato atuale, et respuose il magn.co Duca ch’era sua cura menar subbitamente all’Escoriale dipaccio segretissimo colla papal richiesta, et volle Sua Beatitudine caldeggiar la cossa dicendo ch’eran tempi di rinnovellar i fasti del trono catholico come a Lepanto, ove l’armi ispagnuole sotto il vessilo della Santa Sedia ebber a sgominar li turci et infedeli otomani pella difesa della santa Fede, la tutela della Madre Giesa et il tutamine dell’ecclesiasticha desciplina, epperò il Duca ebbe a dir ch’avea qualche dubium nell’eguagliar li cosiddetti riggidi & pelagiani ch’usavan proprio il missal de papa Pio ch’avea propriamente fatto la Santa Lega contra li turci et agareni perfidissimi et vinto a Lepanto sotto il vessillo della Beatissima Vergine, sicché proruppe anchor il sig. Papa in parole infuocate dicendo ante omnia che ogni dubia nel sublimissiomo suo pomtefficato era abbolito, ut potean testimoniar alcuni Padri cardenali, et ch’esso Duca era miscredente & ereticho et se esso Papa dicea ch’elli eran pejori del gran Soldano et perniciosi al pari de Giannizzeri et Mammalucchi alla Santa Chiesa si dovea tener l’appostolecha diffinitione ut fiato del Santo Spirto, in vertù d’oboedientia, et inchinandosi tre volte il magn.co Mendoza, come imponea il cirimoniale, disse a Sua Beatitudine che oboediva statim et che, ove ancho in quel momento fosse sortita scoreggia sonora dalle auguste natiche, elli avria detto alli nobbeli homini del corteggio & scorta ch’era la tromba del Santo Spirto da doversi secondar lestamente come magisterio infallibil etc.».

da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea con privileggio


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