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domenica 20 agosto 2023

Dopo Traditionis Custodes "Molti fedeli si rivolgeranno alla Fraternità San Pio X" #traditioniscustodes

Una nostra traduzione per un articolo del Tagespost che non è certo di area conservatrice o tradizionalista.
E' forse proprio quello che vuole Francesco? 
Una "riserva indiana" per i tradizionalisti?
Noi non ci stiamo! Non siamo fedeli di serie B. Vogliamo stare nelle nostre chiese, coi nostri sacerdoti, nelle nostre parrocchie. 
Luigi

Cath.ch, 20-7-23
Il sacerdote parigino Eric Iborra teme che il motu proprio di Papa Francesco Traditionis custodes (2021) crei più divisione che unità tra i fedeli. A suo avviso, molti sostenitori della Messa in rito straordinario potrebbero scegliere di unirsi alla Società San Pio X.
Secondo il Traditionis custodes, pubblicato nel luglio 2021, i sacerdoti ordinati dopo il motu proprio che intendono celebrare secondo il messale preconciliare "devono presentare una richiesta formale al vescovo diocesano, che consulterà la Sede Apostolica prima di dare la sua autorizzazione". Queste restrizioni hanno suscitato scalpore tra i sostenitori della cosiddetta Messa "tridentina". Alcuni temono anche che non si raggiunga l'unità della Chiesa auspicata dal Papa attraverso questo approccio.
Accogliere le diverse sensibilità

Questo è particolarmente vero per padre Eric Iborra, vicario della parrocchia di Saint-Roch, nel centro di Parigi, dove dal 1984 si celebrano le forme ordinarie e straordinarie del rito. Intervistato dal quotidiano cattolico tedesco Tagespost (19 luglio 2022), il sacerdote francese ritiene che celebrare le due forme in parallelo riduca le tensioni.

"I fedeli si conoscono e si apprezzano all'interno della stessa parrocchia, perché ci sono molte attività comuni al di fuori della Messa. Col tempo, molti fedeli vengono a partecipare alla Messa anche nell'altra forma". Per padre Iborra, l'antica forma del rito romano ha una vera e propria dimensione missionaria e continua ad attrarre molte persone, soprattutto giovani credenti.

I fedeli chiamati a scegliere da che parte stare?

I sacerdoti che, come lui, celebrano in entrambe le forme sarebbero il modo migliore per unire i fedeli, ritiene. Dopo il Traditionis custodes, il vicario di Saint Roch sta trovando soluzioni creative per la celebrazione dei sacramenti in questione. "Per la cresima, stiamo cercando di ottenere una delegazione dal nostro nuovo arcivescovo, Mons. Laurent Ulrich. Pensiamo di celebrare la Cresima nella sua nuova forma, ma in latino, nell'ambito di una Messa in forma straordinaria. I nostri cresimandi sono d'accordo con questa soluzione. E dimostra anche che i nostri 'tradis' non sono degli integralisti", afferma ottimista.

Tuttavia, padre Iborra teme l'emergere di nuove dispute liturgiche: "Molti fedeli si rivolgeranno alla Società San Pio X [separatasi da Roma nel 1988]". Egli ritiene che coloro che cercano di vivere l'unità delle due forme dovranno prima o poi scegliere il loro "campo". "Coloro che cercano un avvicinamento delle due forme e il loro reciproco arricchimento saranno penalizzati", si rammarica. (cath.ch/tagespost/rz)

4 commenti:

  1. Se la nuova messa non ha nessun problema allora perché ostinarsi a conservare la vecchia. Perché aumentare tensioni e fratture? Forse ha ragione Il Santo Padre Francesco... è una fissa di certi nostalgici e rigidi a cui piacciono i merletti? Se la messa antica non è anche e soprattutto una professione di fede allora non ha senso continuare la lotta. Rimettiamoci obbedienti alla volontà della gerarchia. Se invece la lotta per la messa apostolica è una questione di fede e quindi di fedeltà alla Chiesa Cattolica apostolica e a Nostro Signore, allora benedetti quei sacerdoti che a costo della testa danno la loro testimonianza e anche ai fedeli che fanno una scelta di campo efficace.

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    1. Anonimo20 agosto 2023 alle ore 13:56
      1) certo che la Nuova Messa non è un problema.
      2) si tratta solo di una forma diversa (otrettutto la Messa di Paolo VI deriva, bene o male, da quella antica, ne è una derivazione, a nostro giudizio peggiorata, quindi diciamo che sono la stessa Messa, espresse in due forme diverse).
      3) non è una fissa di nostalgici, perchè se lei seguisse il nostro blog sempre, o si documentasse, vedrebbe che l'età dei fedeli tradizionalisti è bassissima, molto più rispetto a quella dei fedeli alla nuova. I "nostalgici", per motivi anche anagrafici, stanno invece diminuendo, mentre aumentano i giovani.
      4) non è una fissa dei rigidi "merlettofili" perchè in molte chiese, dove non ci sono più paramenti antichi, il sacerdote tranquillamente celebra la S. Messa tradizionale coi camici "moderni". Basta con sta storia dei pizzi e merletti, avete stufato! informatevi e vedrete che non è più così.
      5) non si può dire che sia una questione di fede (intesa in senso stretto) perchè la fede è sempre la stessa. Piuttosto è una questione di "espressione della fede", di "riverenza alla fede". Le due forme (antica e moderna) esprimono con intensità diverse la stessa fede. ad alcuni fedeli piace più l'intensità della Messa nuova ad altri quella della Messa antica.
      E' così un grave peccato preferire la seconda?
      Chi genera le tensioni, è chi vuole proibire la Messa antica, senza veri motivi se non ideologici.

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  2. Avrei curiosità di sapere se la FSSPX amministra i sacramenti nell'ordine corretto conferendo prima la Cresima a 7 anni e poi la Comunione a 12 ( quando il livello di consapevolezza è più alto anche per la Confessione). Nonostante il catechismo di San Pio X, si continua anche negli ambienti tradizionali a gestire male i Sacramenti .

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