Giuste riflessioni di Matzuzzi sul neo Prefetto DDF: "Parla talmente tanto, mons. Fernández, che in una sola settimana ha rilasciato più interviste di quante ne concesse Joseph Ratzinger nel corso del suo mandato alla Dottrina della fede, durato però ventiquattro anni.
E’ un segno di debolezza, come lo è stata l’inusuale pubblicazione da parte della Sala stampa vaticana di (quasi) tutta l’opera omnia del novello prefetto. A san Tommaso mica gliel’avrebbero pubblicata la bibliografia."
QUI altri post sulla nomina di mons. Fernández Prefetto del DDF.Luigi
Il Foglio, MATTEO MATZUZZI 13 LUG 2023
Il neo prefetto del dicastero per la Dottrina della fede rilascia un’intervista dietro l’altra e in tutte si giustifica, tenta di rassicurare, elenca pubblicazioni e curriculum, difende il Papa e dice che chi lo attacca in realtà ce l’ha con Francesco
Il neo prefetto del dicastero per la Dottrina della fede, mons. Victor Manuel Fernández, prossimo al cardinalato, rilascia un’intervista dietro l’altra. Ogni giorno una o due, ai media d’ogni angolo del globo terracqueo. E in tutte si giustifica, tenta di rassicurare, elenca pubblicazioni e curriculum, difende il Papa e dice che chi lo attacca in realtà ce l’ha con Francesco. Ha parlato così tanto, e di tutto, dalla benedizione delle coppie gay – che sembra essere divenuta per molti intervistatori il tema decisivo per la fede in questo Terzo millennio, quasi si potrebbe dire una fissazione – ai Sinodi, dalle nuove sfide alla cattiveria del Sant’Uffizio di una volta e dei metodi “immorali” seguiti dai suoi predecessori.
Parla talmente tanto, mons. Fernández, che in una sola settimana ha rilasciato più interviste di quante ne concesse Joseph Ratzinger nel corso del suo mandato alla Dottrina della fede, durato però ventiquattro anni.
E’ un segno di debolezza, come lo è stata l’inusuale pubblicazione da parte della Sala stampa vaticana di (quasi) tutta l’opera omnia del novello prefetto. A san Tommaso mica gliel’avrebbero pubblicata la bibliografia. Di solito lo si fa quando bisogna dare l’idea al pubblico che il relatore non è un parvenu ma un titolato esperto della materia.