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venerdì 19 maggio 2023

LE MAGNIFFICHE CRONICHE DI ROMA di mons. Eleuterio Favella: sulla forzatura dei varchi di accesso alla Città del Vaticano

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella.
La «magniffica cronica di Roma» segue alla notizia della forzatura – da parte di un’automobile guidata da un uomo albanese di circa quarant’anni – dei due varchi di controllo, della Guardia Svizzera e del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, avvenuta ieri sera dopo le ore 20 (QUI e QUI su MiL).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi.

L.V.

«Cum gran streppito foe turbata l’augustissima cena, postea ch’eran passate dappoco le XXIV hore di Roma, et havea sparato il cannon del Gianicolo per segnalar l’initio delle portate d’antipasta nanti la mensa appostolecha, et venner al santissimo desco multa cum traphelatione mons. Viccario criminale e mons. Sagrista, pendente che il Sommo Pontiffice era intento a gustar li maccharoni con la carne bolognesa, donativo traditionale che la Collegiata di S. Luca in Bononia deve alla rev.da Camhera pella solennità dell’Ascension de Giesù Nostro Segnore, et che quest’anno era stata viepiù condecorata con duo trionfi di mortazza, humiliati al sacro piè dell’Augusto dal cardinale archieppiscopo, representanti uno la Caritade et l’alio la Missericordia, sicché rifferirno alle auguste oreglie che una vettura avea forzato i blocchi alla porta di S. Anna e sibben li svizzeri & gendarmi & pompieri avean firmato la carrozza, multa cum phatica avean messo ai ceppi il reprobo che si protestava innocente et vieppiù esente et passibile de galera sol per ordine del card. Vicario, sendo che elli era discendente del Castriota prence d’Albania et Epiro, liberator di quelle delli Turci e gran capitan di Santa Romana Giesa et etiam che stava esseguendo apostolecho ordene nel recar nanti il sagro Sollio certe cosse che la stessa persona del Beato Pomtiffice regnante avea dimandato all’arcivescovo di Vallona et che elli era lì ad adempimento di ordene supperior, di talché la Santetà Sua dimandavit se la vettura mentovata fusse stata messa in ispectione e disse mons. Viccario criminale che sì, ma che s’eran trovate soltanto alcune casse de vettigalia, et pricisamente coffe de polpette in umido et varie botticelle de certo licor de fructi, sicché proruppe l’alta maestà pomtefficia in gran streppito, imperando di levar li ceppi al Castriotta, ch’era hom fidatissimo et catholico, et anchor pria de portar all’augusta mensa il contenuto delle coffe et li bariletti, imperocché trattavasi del cathedratico dovutogli dal mentovato eppiscopo vallonese ch’erano duodeci coffe de polpette de porco in umido, ditte kofte, duodeci cassette de stuffato de manza nella cevoglia, ditto conlekko, et duodeci bariletti di acquavite di gelso, ditto raki, tutto destinato alla masticatione & molitura a cura delle auguste ganasce et che esso Papa s’attendea dal giorno pria tal vettura et certe per isso il Castriotta era giunto con tanta premura e velocitade laonde sicurar la beatissima refetione delli detti donativi vallonesi, et infin furo portati da’ garzoni & camerari & serventi tutte le vettigalia mentovate appresso la sagra mensa martalense et gran allegrezza ne ebbe il Santissimo Pomtiffice tanto da far libberar il Castriota de’ ceppi et nominarlo primo vetturale di S.R.C. con la prebenda et soprassoldo a carcho della re.da Camhara, et mentre masticaa le ditte polpette & stuffato sì tanto che l’olezo della cevoglia albanese giunse insino a S. Maria Egiziaca delli Armeni et se disse in tutta Roma che tante eran le appostoliche lagrima, versate cotidie dal sig. Papa pelle fatiche appostoliche, quante eran le cipolle usate pello stuphato et che tali lagrime provocavan come quelle dovute per il pentimento del Beato Pietro postea che il gallo cantavit nel cortil de Caipha, summo sacerdote gerosolimitan etc.».

da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea, con privileggio - Libro VI


2 commenti:

  1. Perdonate Eccellenza Rev.mo Monsignore ma "ditto conlekko," non son riuscita a tradurre...

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    1. È un'esuberanza linguistica di sua eccellenza. 😉

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