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giovedì 13 aprile 2023

"Quella Messa (antica) non s'ha da cantare", dice Cantalamessa #traditioniscustodes

Regaleremo anche all' Em. Rev. card. Cantalamessa i testi del Concilio Vaticano II.
E si vede che la Chiesa ha sbagliato Messa per circa 1600 anni.
Luigi


Nella sistematica demolizione della liturgia tradizionale, auspicata e portata avanti dalla Santa Sede, ci sono falchi e colombe, il bastone e la carota. Ai duri attacchi del card. Arthur Roche si affianca ora la serafica opera di persuasione del card. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia.
Alle magnifiche sorti della riforma liturgica il cappuccino ha dedicato un'intera predica quaresimale, lo scorso 24 marzo. Non si capisce bene il nesso col periodo liturgico, se non ipotizzando che la Chiesa inviti non più a purificarsi dai peccati ma dalla tradizione. Rimandiamo il lettore al testo integrale della predica, leggibile sul sito del cardinale, sintetizzando qui il punto centrale: in sostanza nel corso dei secoli la liturgia si è fatta più "clericale" mentre dagli anni '60 siamo tornati alle origini. Accusa per certi versi simile a quella riproposta dal card. Roche (e smentita proprio oggi nell'editoriale di Luisella Scrosati).

Eppure all'inizio il serafico padre Raniero riconosce che «se venisse a mancare del tutto il senso del sacro, verrebbe a mancare il terreno stesso, o il clima, in cui sboccia l’atto di fede». E tuttavia lamenta che «la liturgia cattolica si è trasformata, in poco tempo, da azione a forte impronta sacrale e sacerdotale», perdendo la dimensione comunitaria. Principale imputato per lui è il sacro silenzio del Canone che caratterizza la celebrazione "preconciliare" («la parte centrale della Messa, il Canone, era pronunciato in latino dal sacerdote, a bassa voce, dietro una cortina o un muro»: vallo a dire agli orientali, giustamente fieri delle loro iconostasi!).

Benché affermi di non volersi ergere a giudice del passato, Cantalamessa si spinge a dire che quel tipo di liturgia era «un evidente ritorno a ciò che avveniva nel culto dell’Antico Testamento» e pur riconoscendovi un «fortissimo» senso del sacro, si chiede se sia «giusto e genuino» dopo la venuta di Cristo. Insomma, volendo portare il suo discorso alle estreme conseguenze, per secoli e secoli la Chiesa avrebbe celebrato in un modo più o meno veterotestamentario – non solo incongruente con un "cambio di teologia" (per dirla à la Roche) ma addirittura con la stessa venuta di Cristo.

Sorge il sospetto che le varie eminenze impegnate a demolire o dissuadere chi frequenta il rito antico non si rendano conto dell'aspetto principale: chi preferisce le celebrazioni "preconciliari" ci va perché prega meglio (e quindi partecipa meglio, più intensamente alla liturgia). Proprio grazie a quel silenzio e a quel velo di mistero, che rende palpabile quanto sia grande Colui che si sacrifica per noi. Hanno voluto togliere ogni segno di mistero e cosa è rimasto nella maggior parte dei casi? Una liturgia parolaia, che all'armoniosa sinfonia di parole proclamate, cantate e sussurrate ha sostituito una Messa "chiacchierata".

Hanno preteso di spiegare tutto e l'effetto è stato simile a un film di cui è stato già spoilerato il finale, lasciando inevitabilmente il "cinema" vuoto. Ancora: è più clericale la vituperata liturgia tradizionale in cui il prete quasi sparisce, volgendosi a Oriente, nella stessa direzione dei fedeli, e sussurrando nel momento in cui si compie il Mistero, oppure tante Messe attuali in cui si preferisce persino mettere da parte il crocifisso perché ciò che conta è la faccia del prete? Last but not least: finendo paradossalmente, con la miriade di lettori e ministeri che vedono fin troppa gente affaccendata tra altare e ambone, per clericalizzare pure i laici!

53 commenti:

  1. Invece di dire che cambiando la Messa ( e non solo quella!) hanno provocato uno sfacelo, con sempre meno preti e sempre meno fedeli, insistono nel lodare la Messa cambiata !!

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    1. In tantissimi paesi di tradizione non latina, poter partecipare alla Messa in una lingua comprensibile ha fatto esplodere il numero di fedeli, tanto che oggi abbiamo preti asiatici o africani mandati in missione in Europa o America.
      Piuttosto mi interrogherei su come mai i devotissimi cattolici degli anni ‘40 e ‘50 non siano riusciti a trasmettere la Fede ai loro figli. Colpa del concilio anche quella?

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    2. Ho avuto la fortuna di vivere per anni in Africa Nera per lavoro...lì la messa era animata a domeniche alterne dalla corale gregoriana e da quella "tribale". Non mi sembrava ci fossero tutti questi problemi. Certo, il messale era quello (a mio avviso brutto) di Paolo VI, ma i canti latini della corale gregoriana erano partecipati allo stesso modo. E comunque, anche lì la "concorrenza" delle varie sette pentecostali era fortissima, e certamente non si affrontava volendo concedere le aperture del Sinodo Tedesco che Roma proprio non ne vuol sapere di condannare formalmente. A volte ho la sensazione che questi "pastori" tipo Cantalamessa non siano mai usciti dalla loro parrocchia

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    3. “Certo. Colpa del Concilio”.
      Inutile discutere a questo punto. Si crogioli pure nelle sue idee balzane e stia bene con se stesso e con i preti tridentini.
      Io di situazioni che dice lei non ne ho mai incontrate, né, tantomeno, preti che fanno scappare i fedeli o annacquano la dottrina.
      Ho visto, però, tante famiglie tradizionaliste che, spinte dai loro preti, asfissiano i figli con condotte e privazioni allucinanti e, delle famiglie che conosco, un buon 80% ha avuto figli che hanno lasciato la pratica appena raggiunta la maggiore età…altro che le chiese “moderniste”!
      Sorvolo sulla supponenza con la quale dice ad un altro di “studiare”.
      Saluti.

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    4. Vorrei sommessamente far notare come il signor robertus (!), nella sua lunga e dura requisitoria, glissi totalmente sulla parte dell’intervento delle 18.53 che parla della crescita della Chiesa in zone del mondo recentemente viste come terre di missione.
      Basta cercare qualche video in rete (attività nella quale, pare, la redazione eccella) e dare un’occhiata alla vitalità e gioia (e consistenza) delle comunità africane, con il loro stile coloratissimo e musiche curate, oppure le espressioni della Fede in zone in cui il cristianesimo è minoritario: India, Corea, Giappone, in alcune realtà la stessa Cina…e tutto questo negli anni successivi al Concilio, che alle nostre latitudini è ingiustamente additato come radice di tutti i mali, a questo punto vien da pensare per convenienza.

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    5. Strano che, dopo i saluti, non abbia aggiunto: Viva l'agenda di Davos! Viva Soros! Viva Biden!

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    6. Anonimo14 aprile 2023 alle ore 07:25: siamo ben lieti che in Africa e in altri Paesi la fede cattolica sia viva, feconda e susciti vocazioni. Ma perchè, le missioni, le conversioni e la Fede viva e vissuta non erano presenti e possibili primi del CVII? Fino a prova contraria la Fede Cattolica è stata proclamata in tutto il mondo prima del CVII. Tutto il mondo ha conosciuto la Fede Cattolica grazie a missionari pre CVII. Il Mondo è stato convertito alla Fede Cattolica prima del CVII.
      I fedeli nei Paesi da lei citati, inoltre, provengono da realtà difficili, sicuramente ignari dalle discussioni sul pre-post CVII: quindi per loro poco importa. Le missioni che portano loro la Fede e aiuti concreti sono post CVII? Ben vengano! E a loro poco importa in che rito celebrano la Messa. Di sicuro cantano meglio il gregoriano di noi "occidenali" (sì, le sembrerà strano ma in Africa spesso alternano i canti gregoriani a canti "locali". Con ottimi risultati). L'importante è che la Buona Novella sia portata fino ai confini delle Nazioni. Ma questo accade a prescindere dai Concilii, dalle discussioni teologice, dalle riforme liturgiche e da cosa pensiamo noi sul blog. Accade perchè è la Natura della Chiesa, perchè è lo Spirito Santo che agisce. Con buona pace di chi scrive e di chi legge.

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    7. Quindi lei sta dicendo che se, dopo il Concilio, in Europa le cose vanno male è colpa del Concilio, mentre altrove, siccome sono situazioni difficili, se le cose vanno bene dopo il Concilio è perché a loro non interessa niente del Concilio? Certo, forse hanno meno tradizionalisti che cercano di mettere zizzania.
      Incomprensibile il riferimento al gregoriano cantato in Africa, cosa vorrebbe dimostrare? Anzi, dimostra che il gregoriano è a suo agio anche nel Messale (per me bellissimo) di S. Paolo VI.

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    8. Soros? Biden?…certa gente è proprio fissata, tarata! E gli pubblicate pure il commento.

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    9. parlare con molti preti 70nni e 80nni di oggi e poi si accorgerà che la colpa della mancata trasmissione della Fede ai propri figli non è colpa dei loro poveri genitori ma dei preti che nel 69 erano giovani seminaristi esaltati

      da persona che ha frequentato e frequenta preti con quell'età mi sento offeso dalle sue menzogne. sono stata una generazione con i suoi pregi e i suoi difetti, ma non si può accusarli di ogni male. molti di loro ancora oggi tengono dritta la barra e si dimostrano veri pastori

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  2. Robertus (19:52) credo che abbia messo il dito nella piaga. Ricordo quegli anni e il clima che si respirava. Una ventata di confusione, la voglia di cambiare senza avere una direzione, forse per ubbidire a qualcuno che tramava nell'ombra. E il problema della Messa non era affatto un problema di lingua, anche un analfabeta entrava nella sacralità del rito, lo stesso ovunque nel mondo, essendo il latino la lingua ufficiale della Chiesa.

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  3. Exarasi in pacem tuam14 aprile 2023 alle ore 09:04

    Dubito che la pastorale conciliare possa vantare un successo nell'evangelizzare le popolazioni africane, tanto per l'aspetto del successo quanto per quello dell'evangelizzazione. Se volete fingere che il Novecento non sia il secolo della Scienza della comunicazione, o che la dottrina sia stata annacquata, fatelo. Se la pensate così, se queste sono le vostre idee, buon per voi. Resta però il fatto, eloquente fatto e non idea, che la maggior parte degli altri prelati africani, di oggi e di ieri, sono tradizionalisti. Tra i quattro o cinque vescovi che sostennero apertamente Lefebvre c'erano due africani. La rivista Cardinalis metteva tra i cardinali papabili più conservatori un africano (e nessun africano tra i progressisti). Robert Sarah è africano...

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    1. Spiega un po’. Di questi vescovi africani che avrebbero appoggiato apertamente mons. Lefèbvre, quanti hanno continuato ad appoggiarlo dopo la sospensione e la scomunica? Quanti di questi, card. Sarah compreso, hanno abbandonato la celebrazione della messa secondo la riforma di Paolo VI perché “protestante” come il prelato francese predicava?
      Perché un conto è essere conservatori, un altro conto è mettersi sotto i piedi l’appartenenza alla chiesa e l’obbedienza al Papa ed andare propagando idee che sostengono che il Papa abbia offerto alla Chiesa e ai fedeli dei riti non cattolici o, come sosteneva mons. Fellay, “validi ma cattivi” (?).

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  4. La mia mamma aveva fatto la terza elementare e recitava normalmente le preghiere in latino.Non capiva quello che diceva secondo voi?Il problema è che tanti ,anche fra gli addetti ai lavori,hanno perso il senso del sacro e se ne vantano pure.

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    1. Per forza recitava le preghiere in latino, erano obbligati! E la comprensione era un optional. Dimmi te se io devo pregare il mio Dio in una lingua che non conosco.

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  5. Forse il card. Cantalamessa non ha mai letto il libro del card. Ratzinger "Introduzione allo spirito della liturgia" del 2001, in cui a pag. 210 tratta proprio del silenzio del canone: «Con disgusto di molti liturgisti nel 1978 avevo sostenuto che non è affatto detto che tutto il canone deve essere pronunciato a voce alta. Dopo averci riflettuto, vorrei ripeterlo ancora una volta con forza, nella speranza che dopo vent’anni questa tesi possa trovare un po’ di comprensione. […] La moltiplicazione delle parole non aiuta: nel frattempo lo si vede anche troppo chiaramente. [...] Non è affatto vero che la recitazione ad alta voce, ininterrotta, della preghiera eucaristica sia la condizione per la partecipazione di tutti a questo atto centrale della celebrazione eucaristica».

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    1. Sempre ad incaponirsi su quisquilie: quante pagine ha il canone, che santi vengono nominati, se detto ad alta voce o bassa voce…per carità, belle questioni storiche, ma cerchiamo di tenere gli occhi sulla palla.

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    2. Teoricamente ha ragione, ma in pratica no: dopo aver visto Messe Tridentine (a cui ho servito come tariffario o cerimoniere) con il prete che pregava il Canone stravelocemente (o lo 'dicevano' solo mentalmente) sono giunto alla conclusione che il Canone ad alta voce sia la soluzione meno peggiore.
      Meglio ancora sarebbe cantare tutta la Preghiera Eucaristica

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    3. Gsimy, infatti ho assistito ad alcune celebrazioni solenni con la Preghiera Eucaristica cantata e sono state splendide.

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  6. Non sono questioni storiche ma di forma e la forma nella liturgia alla fine fa parte della sostanza, basti vedere come trattano gli Ortodossi queste quisquilie.

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    1. Lei è un sacerdote ortodosso?

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    2. Per don Gianluigi, quindi, se la forma è sostanza, c’è più sostanza in un pontificale solenne in rito tradizionale rispetto alla messa feriale letta nella mia parrocchia?

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    3. Rispondo all'anonimo delle 19:00 con le parole di Martin Mosembach: «Una volta, ricordo, il decano di una cattedrale, molto infastidito, mi chiese perché mai volessi andare alla vecchia Messa; dopotutto, disse, in cattedrale si celebravano messe orchestrali molto elaborate. Semplicemente non riuscivo a fargli vedere che una messa bassa nel vecchio rito, letta in silenzio in un garage, è più solenne del più grande concerto con rifiniture spirituali in chiesa. Siamo giunti a vedere, in un tempo senza immagini sante, senza luoghi sacri e musica sacra, che l'antica liturgia era essa stessa la più grande immagine possibile; ci siamo resi conto che, se mai ci sarà di nuovo un'arte religiosa significativa, quest'arte verrà dalla liturgia che esprime il sacro".
      (L'eresia dell'Informe, pp. 79-80)

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    4. Semplicemente non riuscivo a fargli vedere che una messa bassa nel vecchio rito, letta in silenzio in un garage, è più solenne del più grande concerto con rifiniture spirituali in chiesa.

      peccato che la Messa letta (ma questa sembra sia addirittura una Messa sussurrata) sia un'innovazione recente per semplificare le cerimonie, e per molto tempo le Messe basse sono state cantate in monotono
      la Messa letta poi ha degradato in modo orrendo la qualità della Liturgia a cui la gente era abituata

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    5. Quanta verità gsimy! La messa “mentale” esiste solo nei riti latini ed è una cosa completamente assurda. Tanti si esaltano per il silenzio che c’è (che poi sono gli stessi che si fanno venire gli occhi lucidi per i riti ortodossi completamente cantati), ma è un ulteriore modo per allontanare i fedeli dal rito a cui stanno assistendo e che già non possono vedere. Alla fine ovvio che dicessero il rosario!

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    6. 8.19: ho partecipato ad alcune messe ICRSS in cui non si sentiva NULLA, nemmeno le orazioni o le letture…per dire: si sentiva solo il rumore delle pagine del messale quando il prete le girava.
      Vi pare normale?


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    7. No che non è normale, ma è il logico risultato di una teologia in cui solo il prete celebra la Messa, e il popolo eventualmente presente è accessorio.
      Una teologia di cui non abbiamo bisogno, ma che viene proposta come grande cosa da molti, mins Viganò in primis...
      Che poi non dovrebbe neanche rispettare le rubriche, che prescrivono che certe cose vengano dette a voce più alta

      Comunque erano situazioni come queste che hanno convinto i vescovi e i liturgisti a introdurre la Preghiera Eucaristica a voce udibile.
      La PE2 usata di domenica è cosa non proprio ideale, ma è un passo molto avanti rispetto al Canone bisbigliato di fretta

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    8. Tra l'altro ci si devo porre la domanda se questi preti sicano veramente le parole della forma sacramentale, o invece si limitino a pensarle
      Ho partecipato a Messe sia Novus che Vetus Ordo in cui anche a diversi metri di distanza si sentiva che il sacerdote stava pronunciando qualcosa sottovoce
      Ho partecipato a celebrazioni VO in cui questo non mi era possibile, ed ero a 20 cm dal prete in quanto cerimoniere!

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    9. Gsimy 9.41: obiezioni adattissime. Spesso ci si deve “fidare” del prete anche sul fatto che pronunci il nome del Papa e del vescovo nel canone, che non è affatto scontato, viste le idee che girano negli ambienti interessati.

      Anch’io ho avuto occasione di servire spesso la messa tradizionale e sentivo bisbigliare un po’ più “forte” solo le parole della consacrazione. Il resto del canone zero, le orazioni e le letture un borbottio rapidissimo in cui riuscivo a malapena ad intercettare qualche parola.
      Roba da fusi di testa…riguardando il passato, non capisco come facesse a piacermi quella cosa quando frequentavo la tradizione. Evidentemente mi avevano “educato” (diciamo così) proprio bene.

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    10. Anonimo17 aprile 2023 alle ore 11:11
      Certo che siete proprio forti. Andate a vedere l'errore di un prete (o comunque di una circostanza) per ritenere sbagliato tutto.
      1) nel rito tradizionale il canone è recitato a bassa voce. Stop. Se non vi piace, non andateci.
      2) le letture e le altre orazioni sono recitate a voce bassa se il sacerdote celebra una messa indivituale. Un tempo non tutte le Messe erano celebrate per il popolo. Quindi bisogna vedere a quale tipo di Messa ha celebrato lei. Certamente se era una Messa coi fedeli (e per i fedeli, ad esempio una Messa domenicale) il sacerdote che volutamente biascica le orazioni, non proclama (le letture) e non dice a volte alta le parti che (secondo anche secondo le rubriche) devono essere pronunciate a voce alta, sbaglia e non ha senso pastorale, vittima del proprio gusto. (Ma sbaglia allo stesso modo con cui un prete "moderno" cambia a proprio piacere le parole del messale o aggiunge o toglie riti a proprio piacimento dall'Ordinario Generale della Messa).
      3) Dice che è roba da fuori di testa? Non penso, ma non meno di certi preti che durante la Messa ne fanno di peggio (e se segue il nostro blog ne avrà viste a vagonate, di cose "da fuori di testa"). E poi ripeto: non ci vada, alle Messe tradizionali, non capisco perchè ci andate o perchè ora state qui a rompere le scatole con le solite polemiche vecchie di 50 anni.
      4) per seguire proficuamente la S. Messa alcuni fedeli preferiscono il rito moderno, altri il prete che recita il canone a voce bassa (perchè condivide la teorie che un mistero così ineffabile le parole non riescano a spiegarlo). Pensi: per il rito greco - ortodosso, durante l'epiclesi e la consacrazione un "sacrestano" gira per la chiesa con una canna e fa muovere i lampadari della chiesa, a simboleggiare la discesa e l'intervento dello Spirito Santo. Per noi latini (anche di rito nuovo) invece durante la consacrazione c'è la sensibilità di fermare tutto, di stare zitti e fermi in adorazione. Quale delle due sensibilità, delle due esperienze "sensibili" è più corretta? Nessuna. Entrambe sono l'espressione diversa di una sensibilità e di un atteggiamento di fronte ad uno stesso mistero. Quindi: canone a voce alta o canone a voce bassa? Il fedele deve sentire (ma capisce anche?) o no? Oggigiorno i cattolici hanno la possibilità di scegliere quello che preferisce. Ma perchè denigrare i tradizionalisti se preferiscono la forma in un cui il canone è sottovoce? E soprattutto perchè lei sta qui a pontificare, insultare e giudicare chi non ha gli stessi suoi gusti?

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    11. Rispondo solo all’inizio e alla fine dell’intervento. Le cose in mezzo sono abbastanza condivisibili.

      Non è questione di “errore del singolo prete”, ma è prassi diffusa. Anche alle messe celebrate per il popolo, MAI sono riuscito a sentire la lettura. Le uniche letture che ho sentito sono state quelle delle messe cantate. E quello, al di là del canone e, comunque, “sottovoce” (submissa voce) non è equivalente a “silenzio”.

      Pontificare, insultare e giudicare chi non ha gli stessi gusti propri è quello che fate quotidianamente coi vostri post, soprattutto del “monsignor Favella”. Quindi, sarebbe molto più credibile se non rimproverasse ad un altro quello che lei stesso fa.

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    12. 1) nel rito tradizionale il canone è recitato a bassa voce. Stop. Se non vi piace, non andateci.

      le ripeto, io molte volte ho visto situazioni in cui ho la certezza morale e materiale che il sacerdote non ha pregato il Canone a voce bassa, ma lo ha solo letto mentalmente.
      ed è stata una cosa che mi ha molto turbato a quei tempi.

      le letture e le altre orazioni sono recitate a voce bassa se il sacerdote celebra una messa indivituale.

      le rubriche prescrivono che certe parti, come la Colletta, le letture e il Prefazio, vengano letti a 'clara voce' o 'intellegibili voce'. e questo anche nelle Messe basse/lette, a prescindere dal fatto che ci siano o meno dei fedeli



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    13. gsimy17 aprile 2023 alle ore 12:34
      Lei dice " a volte". Ok, non mi pare sufficiente per lanciare giudizi così generalizzati come ha fatto. E comunque sia QUEL sacerdote ha sbagliato. Lo si può riconoscere senza problemi. Purchè, di fronte ad errori dei sacerdoti "novus ordo" lo si ammetta parimenti onestamente. (e comunque se i sacerdoti sbagliano, ciò non vuol dire che tutti (e tutto il novus ordo) sia sbagliato!

      Certo, alcune parti si devono dire a clara voce. Ma si è mai chiesto perchè? Per essere sentite dai fedeli perchè fanno parte della parte "didattica". ma se non ci sono fedeli? Non mi pare così un dramma se un sacerdote che celebra una Messa individuale, ad un altare laterale, pronunci tutto sottovoce. Suvvia

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    14. Anonimo17 aprile 2023 alle ore 12:34
      - Se alla Messa (non cantata) a cui lei partecipa non sente mai le letture (cioè se il sacerdote le legge troppo piano o non usa il microfono: è un errore del sacerdote. Le assicuro che in Italia e in Francia (dove le Messe basse sono dialogate, diversamente dall'uso inglese in cui i fedeli non rispondono mai e il sacerdote bisbiglia... ) è normale e prassi che le orazioni, l'ordinario (il "c.d. Kyriale), il proprio (orazioni e le letture), il prefazio, il pater noster, l'Ecce Agnus Dei sono tutte parti dette a voce alta e (dove c'è) col microfono.

      - Mi pare, ma non vorremmo peccare troppo di superbia, che col nostro "pontificare" "criticare" e "giudicare" abbiamo fatto un blog, che in qualche modo esprime un po' il comune sentire di molti fedeli scandalizzati da uno stile liturgico diverso e lontano da quello tradizionale.
      Ci pare che le nostre siano critiche accorate (e non polemiche) e comunque costruttive e sempre fondate e documentate.
      Non ci limitiamo a lagnarci (su blog altrui) come fanno molti di voi lettori.
      E comunque vale sempre il solito adagio: se proprio non vi piacciamo (e sicuramente non cambiamo solo per fare un favore a voi) perchè continuate a leggere MiL????

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    15. E alla fine, sempre l’invito ad andarsene.
      Splendida poi la giustificazione: i vostri insulti e le vostre prese in giro sono “critiche accorate, non polemiche e costruttive”, mentre chi vi risponde per le rime “si lagna”.

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    16. Anonimo17 aprile 2023 alle ore 16:14
      Bè caro anonimo: alla fine sì, invitiamo ad andarsene (e siamo ancora garbati) perchè sincermante ci siamo un po' rotti di tutti questi commenti polemici e continuamente di contestazione fine a se stessa, sul nostro blog. Ci pare di capire che siate due o tre che vi divertiate a venire qui solo per criticare. Ma la vostra non è una critica costruttiva (sì, o almeno ci sforziamo di farla costruttiva) ma solo una lagna: "e quel prete ha letto sottovoce," "eh ma dire che si va all'inferno è sbagliato - non curante che la Chiesa lo ha detto per 1969 anni... ha sempre sbagliato?)" e "quelle chiese modenre sono belle (e non brutte come dite voi)", e "le chiese tradizionaliste sono vuote ".... ecc ecc ecc.
      Capisce che non argomentate? Che non portate esempi concreti e documentati per avviare una discussione anche interessante? intavolare un confronto sarebbe anche postivio ma qui invece vi divertite a scrivere lamentosi commenti di disappunte. E ma ora avete anche un po' rotto er c.... (come direbbe Sordi).

      Fate come quelli che si metteono a guardare i cantieri: guardate, con le mani dietro la schiena, e commentate e criticate (danto fastidio a chi si sta spaccando la schiena), senza però alzare un dito. Poi quando avete finito di guardare, ve ne andate contenti di aver detto la vostra (solitamente stupida e soprattutto non richiesta).

      Vi invitiamo ad andare via (e tra poco, sempre seguendo l'esempio del grande Sordi, vi mandaremo proprio a quel paese) perchè avete stufato!!!!!!!!!!!! invece di usare i commenti in maniera costruttiva, vi fermate alla pars destruens della critica. dopo un po' la cosa stanca.

      Vi invitiamo di andare via perchè ci pare logico che se uno va più volte in un ristorante e si trova male, alla fine, dopo un po' non va più. Non continua stupidamente ad andare, ordinare, mangiare e lamentarsi che il piatto non gli piace (attenzione, non che il piatto è cattivo, ma che non gli piace: chi sarebbe lui per giudicare!!)

      Ha capito, caro anonimo?

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    17. gsimy ci può scrivere alla redazione@messainlatino.it?

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    18. Non so l’anonimo a cui ti riferisci, ma io di costruttività nelle vostre critiche non ne vedo. Spesso sparate a zero su qualche vescovo o sul papa, in maniera anche sgarbata e maleducata.
      Comunque, per tagliare la testa al toro, fate un sito in cui si può commentare solo previa iscrizione.

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    19. Anonimo17 aprile 2023 alle ore 17:17
      Ci avevamo anche pensato, a rendere obbligatoria l'iscrizione. Ma non si risolverebbe il problema. Uno anche se iscritto potrebbe continuare a scrivere commenti inutilmente polemici e lagnosi.
      PS: i nostri post su Papa e Vescovi a lei sembrano sparati a zero, ma sono giustificati da un minimo di ricerca e di documentazione, ed indichiamo anche i motivi per cui riteniamo (e non noi) che abbiamo detto o fatto qualche criticità. Poi se si riferisce al vescovo che arriva in monopattino elettrico in chiesa... bè... c'è poco da sparare: è come sparare sulla crocerossa...

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    20. a che pro vi dovrei scrivere?

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    21. In risposta all’intervento di robertus delle 17.28, avevo commentato evidenziando la disparità di trattamento tra i “provocatori modernisti” ed i “provocatori tradizionalisti”. Il commento, pacato, senza offese e circostanziato, non è stato approvato.

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  7. "Se non vai a messa vai all'inferno". Incredibile. Suscitare la fede e l'amore di Dio attraverso la paura, il ricatto. Dire che la vostra teologia è infantile è poco. Per voi Dio è tipo Babbo Natale o la Befana: se fai il bravo ti porta i regali altrimenti cenere e carbone. Vorrei proprio vedere se non ci fosse stato il CVII e la messa non fosse stata riformata quanti ferventi cattolici e seminari pieni avremmo oggi.

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    1. Condivido parola per parola.

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    2. la minaccia dell'inferno è una motivazione debole per spingere le persone alla pratica religiosa, e alla lunga rende la Liturgia e la preghiera solo un obbligo e non una grazia e un momento per entrare nel Mistero di Dio
      la minaccia della paura funziona solo finchè la gente ha paura

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    3. Che poi non c'è scritto da nessuna parte nella Bibbia, che se non vai a Messa vai all'Inferno. Anche il comandamento sul santificare le feste prescrive solo l'astensione dal lavoro e non dice nulla sull'andare al tempio. Anche nell' elenco paolino di coloro che non erediteranno il regno di Dio, non si dice nulla a riguardo (sono invece citati i maldicenti, cioè coloro che stanno sempre a parlare male degli altri: a qualcuno qua sopra dovrebbero fischiare le orecchie). Che tristezza, andare a Messa per paura che sennò si va all'inferno, come dire alla mamma che le si vuole bene per paura che a non dirglielo si offenda.

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    4. Anonimo15 aprile 2023 alle ore 15:43
      Lei è protestante? No perchè per il Cattolico bisogna seguire non solo quello che dice la Bibbia, ma quello che dice la Scrittura, quello che ci viene consegnato dalla Tradizione e quello che ci viene insegnato e definito dal Magistero. (altrimenti allora noi dovremmo festeggiare il sabato... e non la domenica).
      Se la Chiesa dice (e un tempo lo diceva con più coraggio!) che se non santifichi le feste (se quindi non vai alla S. Messa nei giorni di precetto) si compie peccato mortale e, quindi, se non ti confessi vai all'Inferno, è così. Stop. Anche se per alcuni è una tristezza.
      Lo dice il Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 2180, 2181, 2192
      Poi è ovvio che sarebbe bello che tutti i cattolici capissero l'importanza della Messa e dicessero "sine dominico non possumus" come i martiri di Abitina. Ma la chiesa, che è davero Madre, impone ai fedeli di santificare le feste per il bene delle loro anime (anche se uno va a Messa per forza, può capitare che tragga giovamento e conversione da quella occasione; se non ci andasse del tutto, sarebbe più difficile, no?).

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    5. Non è detto. Io sono sempre andato a messa “convinto”, eppure, la molla è scattata quando, a seguito di una, diciamo, “crisi di fede” non frequentavo più.
      Dio si serve di tutto e di tutti e può capitare che uno si converta anche andando a messa “per forza”, ma anche no. E se uno è già poco convinto, trascinarlo in chiesa dicendogli che se no va all’inferno, lo trovo profondamente ingiusto e controproducente, soprattutto se si parla di un giovane.

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    6. Anonimo17 aprile 2023 alle ore 15:03
      Buon per lei. Invece altri casi (veda S. Francesco col Crocefissio di S. Damiano) è successo proprio a persone che andavano a Messa "per forza".
      Lei dice che soprattutto è controproducente coi giovani? Ma è sicuro? Scusi ma non bastano i numeri? Quando si diceva i santi e i seminari erano pieni. Da quando non si dice più... quanti seminaristi e quanti santi (martiri esclusi) conosce post 1969? Sempre meno! Inutile: se si portano i fedeli in chiesa, alle processioni, è inevitabile che sorgano i frutti (per alcuni vita esemplare, per altri vocazioni, per altri ancora santità).

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    7. Quanti figli aveva mediamente una famiglia quando c’erano i “santi” e quanti dopo il 1969? Guardando solo attorno a me, mia nonna ha avuto sette figli, mia mamma uno.

      Comunque sì, conosco persone, sia preti che laici, che vivono santamente, senza dire al prossimo che sta andando all’inferno e senza trascinare nessuno in chiesa.

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    8. Anonimo17 aprile 2023 alle ore 16:18
      Lei pensa che sia solo colpa della denatalità? Felice lei..
      Siamo contenti che ci siano preti e laici che vivono santamente. Ma si salvano anche l'anima a essere ignavi? POV (point of view)

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    9. Qualcuno ha detto che la colpa è “solo” della denatalità? Forse lei vuole negare che sia un fattore importante? O crede seriamente che, con tutto quello che è successo nel XX secolo, la colpa sia solo, come al solito, “del concilio”?

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  8. Il 3° comandamento è chiaro:Ricordati di santificare la festa.La domenica un credente ,potendolo fare,deve andare a messa.Riguardo all'inferno è una possibilità da non prendere alla leggera. Il cv2 è stato un disastro epocale in tutti i sensi.

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    1. Certo, deve andare a Messa.
      Bisogna anche mangiare e posso invitarti a cena in un bel ristorante oppure legarti ad una sedia e versarti il cibo in gola con un imbuto.
      Come in tutte le cose, c’è modo e modo.

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