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lunedì 3 aprile 2023

La comunicazione fai-da-te di Papa Francesco (con la replica del Dicastero della Comunicazione)

AGGIORNAMENTO DELLE 14.30 del 3/4/2023: aggiungiamo in fondo al post la replica del Dicastero della Comunicazione. 
In calce, poi una nostra cotroreplica. 


Non siamo solo noi che paragoniamo il pontificato di Francesco alla Corea del Nord, sia come dittatura, sia come spese inutili:

"Sempre il 13 marzo, sul profilo twitter del Papa sono apparse una sua foto insieme a giovani europei, senza visi con tratti asiatici, africani o sudamericani, e una "foto ufficiale" ritoccata in stile simile a quello che i nord coreani usano per Kim Jong-un. Il libro paga del Vaticano elenca 92 "entità" istituzionali; la meglio finanziata è il Dicastero per la comunicazione, con 40 milioni annui: le 187 nunziature sparse nel mondo si accontentano di 35, Propaganda Fide di venti, quello per le Chiese Orientali di 13, i diversi Enti caritativi di otto, il Dicastero per lo sviluppo integrale di quattro".
Cosa ci staranno a fare Tornielli e Ruffini, oltre a far spendere 40 milioni di Euro, più di tutte le nunziature,  alla Chiesa?
Luigi

Il Sismografo, 24-3-23
(Filippo Di Giacomo, Venerdì-Repubblica) Nell'imminenza dei dieci anni di pontificato, papa Francesco ha concesso cinque interviste a testate di varie nazioni. Ha iniziato con Infoabe il 10 marzo (sito d'informazione argentino), poi con la Radiotelevisione svizzera/Rsi (in onda il 12 marzo e anticipata su Repubblica il 10), l'11 con l'argentina La Nación, il 12 con il gruppo brasiliano Perfil e il Fatto Quotidiano. Tra queste, almeno una sembra sia stata autogestita dal giornalista che ha prima redatto sua sponte domande e risposte e poi ha fatto leggere e approvare il compitino dal Pontefice. Una decina di giorni prima, infine, una maxi chiacchierata con due giornalisti era stata pubblicata nel libro El Pastor. A livello istituzionale sui media vaticani è stato trasmesso un podcast: un collage di interventi precedenti, non raccolti per l'occasione. Sempre il 13 marzo, sul profilo twitter del Papa sono apparse una sua foto insieme a giovani europei, senza visi con tratti asiatici, africani o sudamericani, e una "foto ufficiale" ritoccata in stile simile a quello che i nord coreani usano per Kim Jong-un. Il libro paga del Vaticano elenca 92 "entità" istituzionali; la meglio finanziata è il Dicastero per la comunicazione, con 40 milioni annui: le 187 nunziature sparse nel mondo si accontentano di 35, Propaganda Fide di venti, quello per le Chiese Orientali di 13, i diversi Enti caritativi di otto, il Dicastero per lo sviluppo integrale di quattro. Quest'anno giungono a scadenza i mandati di Paolo Ruffini (luglio) e di Andrea Tornielli (dicembre), prefetto e direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione. È chiaro che il Papa non ha mai delegato loro né un compito né un pensiero, quindi, si sussurra nelle logge vaticane, perché tanti soldi per nulla?


LA PRECISAZIONE DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE
In merito all’articolo "La comunicazione fai-da-te di papa Francesco" pubblicato sul Venerdì del 24 marzo, a firma di don Filippo Di Giacomo [da MiL ripreso tramite Il Sismografo], vorrei precisare che: è falso affermare che il podcast diffuso da Radio Vaticana–Vatican News il 13 marzo in occasione del decennale del pontificato sia stato realizzato con materiali d’archivio: la voce del Santo Padre è stata registrata dall’autore del podcast venerdì 10 marzo a Santa Marta. È inoltre falso affermare che il Dicastero per la Comunicazione sia finanziato con «40 milioni annui», perché il suo costo reale, al netto delle entrate (bilancio 2022), è di 25,8 milioni.
Paolo Ruffini Prefetto del Dicastero per la Comunicazione


Nota della Redazione: sarebbe buona cosa che il Dicastero della Comunicazione spiegasse anche quali siano le entrate di circa 14 milioni di Euro e se sia vero che vengano, anche o principalmente, da diritti Rai (servizio pubblico) e Mediaset. 
Se fosse vero, ma speriamo di no, ci sarebbe da chiedersi per quale motivo la televisione pubblica, in un momento di particolare austerity per l'Italia, finanzia anche il mastodontico apparato mediatico vaticano.

2 commenti:

  1. ...il buon Ruffini dimentica che il bilancio della Santa Sede viene pubblicato tra fine luglio, inizio agosto. Quindi, riferendosi al bilancio 2022 (io avevo letto sul sito della Santa Sede il bilancio 2021 e a quello citavo) ci ha anticipato la notizia che gli erano stati tagliati 15 milioni dal budget. Che un Prefetto della comunicazione non sappia le date delle comunicazioni istituzionali è quanto meno strano....Bah!

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  2. Solo chi non sa leggere i bilanci o è in malafede può pensare che da un anno all'altro possano di colpo venire tagliati 15 milioni di budget a un dicastero della Santa Sede che ha come costo maggiore quello dello stipendio dei suoi dipendenti. Nel 2021 il dicastero per la Comunicazione non è stato finanziato per 40 milioni come ha scritto il sacerdote autore dell'articolo sul Venerdì di Repubblica, bensì per 27 milioni.

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