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giovedì 20 aprile 2023

Difesa della Messa tradizionale: 81ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi

81a SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI AGLI UFFICI DELL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

È sempre più evidente che le linee si stanno muovendo nella Chiesa. A livello molto concreto, quello delle nostre pie manifestazioni davanti agli uffici dell'arcidiocesi, posso assicurarvi, senza ovviamente fornire dei dettagli, che non sono solo i laici a fermarsi per incoraggiarci, ma anche parecchi colletti romani: "Tenete duro! Non mollare! Continuate" Perché in questo clima ecclesiastico di fallimento dal punto di vista morale (non parlo degli scandali della morale, ma del modo deplorevole in cui vengono trattati dai gerarchi), di quello della fede, delle vocazioni (solo tre ingressi nel seminario della diocesi di Parigi nel 2022, che per lungo tempo era riuscito a conservare gli ingressi), della pratica nelle parrocchie, i sacerdoti della nuova generazione si sentono molto vicini a noi.
La settimana scorsa ho citato un articolo del sito BFMTV del 9 aprile, in cui si notava che "I tradizionalisti stanno guadagnando terreno nella Chiesa?" Particolarmente interessante è anche l'articolo di Jean-Marie Guénois, pubblicato su Le Figaro del 20 aprile, "Comment les jeunes prêtres veulent sortir l'Église de la crise". Egli evoca la profonda commozione provocata tra i chierici più giovani dalla morte di padre Cyril Gordien, parroco di Saint-Dominique, nel 14ème arrondissement, tipico esempio del "prete nuovo", che nel suo testamento spirituale non ha usato mezzi termini per denunciare tutto ciò che ha subito dai suoi confratelli e dalla gerarchia (cfr. Lettera 927 bis di Paix Liturgique del 23 marzo 2023, Paix Liturgique France).

J.-M. Guénois ha intervistato 12 sacerdoti di età inferiore ai cinquant'anni, pastori tra diversi ceti sociali. È specialmente degna di nota questa affermazione: "Almeno un quarto dei giovani ordinati al sacerdozio ha una mentalità piuttosto classica, persino tradizionalista. I fedeli della generazione del 1968, che sono piuttosto progressisti, non lo capiscono". E anche questa confidenza da parte di un sacerdote della diocesi di Cahors: "Se oggi provassi qualche disagio, verrebbe dalla questione liturgica. Avevamo raggiunto una situazione pacifica con i sacerdoti tradizionalisti e tutto andava bene. Possiamo capire che Roma stia attenta perché non vengano fuori cappelle particolari, ma le nuove restrizioni rendono le cose più difficili per noi". Si spinge ancora più in là questo sacerdote che ha voluto rimanere anonimo: "Quando guardiamo a Roma, che è sempre stata un punto di riferimento, un faro, un terreno fermo, ci viene detto: 'Non vogliamo più preti come voi'. Bisogna persino giustificare l'uso del collo romano. Il Papa ci dà l'impressione di non capirci e che non gli piacciamo.

Il divario si sta allargando tra Roma e i vescovi che applicano la sua politica di repressione, da un lato, e i giovani pastori e i loro fedeli, dall'altro. Per quanto riguarda la liturgia tradizionale, i sarà possibile che i gerarchi siano così accecati da credere che un giorno essa potrebbe scomparire, oppure che, nel migliore dei casi, bisogna organizzarne una sopravvivenza necessariamente provvisoria? Di cosa pensate che parlino per primo i vescovi francesi quando si riuniscono? Delle assemblee domenicali moribonde? Dei seminari vuoti? No, il primo tema è invece quello del numero sempre crescente dei tradizionalisti. Quali sono le informazioni provenienti dalla Francia che più attirano l'attenzione dei Dicasteri romani del Culto divino, dei Vescovi, del Clero? Quelle precisamente che riguardano la "tradizionalizzazione" del clero.

Prima del Summorum Pontificum, celebrando la Messa tradizionale a Santa Maria Maggiore il 24 maggio 2003, il cardinale Castrillón affermava: "Il rito romano antico conserva dunque il suo diritto di cittadinanza nella Chiesa all'interno della multiformità dei riti cattolici, sia latini che orientali." Dopo Traditionis Custodes, questo è ancora vero, tanto più che la ripresa delle persecuzioni ha sottolineato l'importanza di questo antico rito romano. Ripeto, i tempi stanno maturando: una nuova generazione di sacerdoti, fortemente motivata, sta aprendo le porte a questo rito e si affida ad esso.

È anche per questa intenzione che recitiamo il rosario il mercoledì alle 17 a Saint-Georges de La Villette, ogni domenica alle 18 davanti a Notre-Dame du Travail, e davanti agli uffici dell'arcidiocesi, al 10 di rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13.30.