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lunedì 24 aprile 2023

Card. Müller: le decisioni del Sinodo Tedesco contro la Verità del Vangelo.

Eretici alla riscossa.
Illuminante intervista al card. Müller.
Luigi

Marco Tosatti, 11-4-23
[...]
Il cardinale Gerhard Ludwig Müller: “Le decisioni del “Cammino sinodale” tolgono “la verità del Vangelo” (Gal 2, 5) ai cattolici fedeli”.

kath.net intervista di Lothar C. Rilinger 

Con l’ultima Assemblea plenaria sono terminati i negoziati e le votazioni democratiche del cosiddetto “cammino sinodale”. Le decisioni prese a maggioranza devono ora essere attuate. Tuttavia, le decisioni non hanno incontrato l’approvazione incondizionata di Roma e del Papa, che rappresentano entrambi la Chiesa universale e quindi 1.300 milioni di cattolici romani e che sono entrambi responsabili di garantire l’unità della Chiesa bimillenaria nella verità di Cristo; infatti, le decisioni sono state criticate non solo dai cattolici tedeschi ma anche in tutto il mondo. Le decisioni di questo processo di riforma, che rivendicano la propria validità giuridica, rischiano di allontanarsi dal principio di unità che ha garantito l’esistenza della Chiesa per duemila anni.

L’abbandono del principio unificante ha conseguenze di vasta portata. Ne abbiamo parlato con il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, dogmatico e storico del dogma.

Lothar C. Rilinger: Molti testi sono stati adottati al Cammino sinodale di Francoforte pochi giorni fa. Possiamo soffermarci solo su alcuni di essi. Ma prima di tutto, in linea di principio: quanto dell’insegnamento tradizionale, ad esempio sul sacerdozio o sull’omosessualità, un cattolico può mettere in discussione prima di cessare di essere cattolico?

Cardinale Gerhard Ludwig Müller: Il sacramento dell’ordinazione (nei tre stadi di vescovo, presbitero e diacono), che è uno nella sua origine e nella sua essenza, ha la sua base nella chiamata e nel conferimento di poteri agli apostoli da parte di Gesù Cristo, il Figlio di Dio stesso. Contro l’obiezione dei gruppi spiritualisti, fino alla Riforma protestante del XVI secolo, che sostenevano che il sacramento dell’Ordine non appartenesse alla sostanza della Chiesa, il magistero episcopale-papale (soprattutto nei Concili di Trento e del Vaticano II) ha elaborato l’origine cristologica e il posto ecclesiologico di questo sacramento.

Chiunque neghi gli elementi essenziali del ministero ordinato istituito da Cristo nella Chiesa come servizio abilitante della Parola e del Sacramento e non riconosca i vescovi e i sacerdoti come pastori nominati dallo Spirito Santo non può più definirsi cattolico (cfr. Vaticano II, Lumen Gentium 14). Ciò che è costitutivamente cattolico non è quindi determinato dall’anagrafe statale o dal Comitato centrale dei cattolici tedeschi o da qualsiasi altra organizzazione ecclesiastica di diritto puramente umano, ma in ultima istanza solo dalla totalità dei vescovi cattolici con il Papa come principio perpetuo dell’unità della Chiesa nella verità della rivelazione finale di Dio in Gesù Cristo. La contraddizione eretica alla rivelazione e alla sua versione concettuale nel credo vincolante della Chiesa si maschera, come avveniva con gli antichi gnostici, come un ulteriore sviluppo di ciò che è effettivamente significato o come un necessario adattamento alla capacità limitata o condizionata dal tempo dei destinatari – come nel caso dei cosiddetti modernisti del secolo scorso. Contro il mainstream del mondo occidentale, non si poteva più dire quale fosse il significato della natura umana creata da Dio in due sessi. E non si poteva più definire peccato l’attività sessuale al di fuori del matrimonio legittimo tra uomo e donna senza esporsi all’ostracismo sociale o incorrere nella presunta giusta punizione della magistratura, che deve vigilare in modo totalitario sul pensiero, la parola e l’azione socialmente consentiti. Per dirla banalmente: non è altro che la dittatura del relativismo.

Rilinger: Per quanto riguarda il ministero ordinato, ci sono tre livelli – diacono, sacerdote, vescovo – ma si tratta di un unico sacramento. Quindi sarebbe davvero una discriminazione, come ha avvertito il vescovo Rudolf Voderholzer a Francoforte, se le donne fossero ammesse solo come diaconi ma non come sacerdoti o vescovi. A quali problemi andiamo incontro se chiediamo il diaconato per le donne?

Cardinale Müller: In realtà, esiste un solo e indivisibile ministero sacramentale nei tre gradi di vescovo, presbitero e diacono. Pertanto, i suoi elementi essenziali valgono per tutti e tre i gradi di ordinazione. Questa consapevolezza è cresciuta nella tradizione di fede della Chiesa, ha prevalso anche di fronte alle obiezioni eretiche ed è quindi maturata fino a una definizione magisteriale che vincola ogni cattolico in coscienza.

Rilinger: L’ultima volta è stato adottato un testo secondo il quale la sessualità extraconiugale dovrebbe essere valutata positivamente. Ora è stato adottato un altro testo che consente la celebrazione della benedizione per i rapporti sessuali di ogni tipo, ma anche per i divorziati civili e i risposati che vivono in contraddizione con il loro matrimonio sacramentale indissolubile. Solo due anni fa, la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva dichiarato impossibili proprio queste benedizioni di rapporti sessuali non matrimoniali. Cosa dice questo comportamento della Chiesa in Germania, dei vescovi tedeschi, ma anche di Roma, se non si interviene immediatamente?

Card. Müller: La Congregazione per la Dottrina della Fede, a nome del Papa, ha chiaramente sottolineato la dottrina cattolica della bisessualità dell’essere umano. Nella sua ultima intervista (marzo 2023) al quotidiano argentino “La Nación”, Papa Francesco ha lucidamente distinto tra la cura pastorale per le persone con difficoltà di attrazione erotica da parte dell’altro sesso e la più pericolosa colonizzazione del mondo da parte dell’ideologia gender, del tutto antiscientifica, che deve essere imposta a tutti, compresi i Paesi poveri, dalla corrispondente lobby miliardaria. In caso di rifiuto, si minaccia di ridurre gli aiuti allo sviluppo, accettando così deliberatamente la fame e l’impoverimento.

Questo è già evidente nel discorso pseudo-scientifico sull'”uomo biologico”. Come se la sessualità dell’essere umano fosse qualcosa di diverso da un fatto biologico, che, tuttavia, nell’unità corporeo-mentale dell’essere umano è anche da padroneggiare moralmente in relazione al bene morale, che giunge alla perfezione nell’amore. La Chiesa cattolica, infatti, è l’unica istituzione al mondo che sostiene incondizionatamente la dignità dell’essere umano, perché, secondo il comando di Dio, chiama la nocività del peccato con il suo nome e dona a ogni peccatore la grazia del pentimento e della conversione, offrendo così la prospettiva di una nuova vita nell’amore di Dio. Al di là della definizione più originale e quindi più progressiva e benefica dell’uomo, che Gesù, il Figlio di Dio, ci ha definitivamente rivelato come volontà del Padre celeste e Creatore del mondo e dell’uomo (cfr. Mt 11,25-27), non c’è conoscenza umana che possa relativizzare la sua parola: “Non avete letto che in principio [il terreno in cui si rivela il senso della volontà del Creatore] il Creatore creò l’uomo maschio e femmina, e che disse: Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie; e i due saranno una sola carne. Perciò non sono più due, ma uno solo”. (Mt 19, 4-6). Anche con i più sofisticati giri di parole, gli esegeti contemporanei non possono nascondere la verità rivelata che la conseguenza della negazione di Dio è la menzogna sulla giusta relazione tra l’uomo e la donna e che, di conseguenza, i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso contraddicono la disposizione naturale bipartita dell’uomo e costituiscono quindi un grave peccato (cfr. Rm 1,18-32; 1 Cor 6,9s). Neanche le tempeste di merda dei media tradizionali o le multe e le pene detentive contro i cristiani credenti nelle dittature ideologiche possono cambiare questo fatto, anche se le leggi corrispondenti si danno una patina di democrazia formale.

Rilinger: Un altro testo chiedeva che la predicazione laica, il battesimo laico e l’assistenza al matrimonio fossero resi possibili per i laici. A parte il fatto che in alcune diocesi tedesche questo avviene già, nel migliore dei casi, in modo semilegale, che bisogno c’è di diaconi permanenti?

Card. Müller: Queste opzioni hanno la loro ragione non nella mancanza di sacerdoti e diaconi in Europa o in una speciale emergenza di salvezza delle anime in pericolo, ma nella smania dei laici a tempo pieno nel ministero pastorale di esercitare funzioni sacerdotali per aumentare il proprio prestigio sociale. Il ministro effettivo del battesimo è il vescovo o il sacerdote e anche, se non possono essere presenti, il diacono. Un laico può amministrare il battesimo di emergenza solo in caso di emergenza, quando è in gioco la salvezza individuale dell’anima del candidato al battesimo – ma non il battesimo solenne nella congregazione di culto visibile. I laici con incarico episcopale e formazione teologica possono pronunciare una parola spirituale in servizi non eucaristici e quindi partecipare alla proclamazione sulla base del sacerdozio comune, se c’è un testimone qualificato. Nella teologia occidentale – che andrebbe approfondita – sono gli sposi ad amministrare reciprocamente il sacramento del matrimonio. Il vescovo o il sacerdote, in quanto rappresentante di Cristo e della Chiesa, conferma l’alleanza matrimoniale a loro nome. “È opportuno che l’uomo e la donna entrino nella loro unione con il consenso del vescovo, affinché il matrimonio sia secondo il Signore [cfr. 1 Cor 7,39: “matrimonio nel Signore”] e non secondo la concupiscenza. Tutto deve essere fatto per la gloria di Dio!”, scrive Ignazio di Antiochia al suo fratello episcopale Policarpo di Smirne già all’inizio del II secolo cristiano (cap. 5, 2). Quindi si va nella direzione sbagliata se i sacerdoti sono costretti a uscire dalla liturgia del matrimonio.

Rilinger: Il vescovo Georg Bätzing ha detto agli oppositori delle riforme nella conferenza stampa al termine del Cammino Sinodale: “Cosa vi stiamo togliendo con le decisioni che stiamo prendendo?”. E ancora: “Vi prego di vivere ciò che è importante per voi, e noi non ve lo stiamo togliendo”. Come risponderebbe parlando, per così dire, a nome dei cattolici comuni?

Card. Müller: Questo è puro cinismo secondo lo slogan “Fermare i ladri”. I cattolici fedeli non si lasciano diffamare come oppositori delle “riforme”, certamente non dai vescovi che – in piena contraddizione con l’ideale episcopale del Vaticano II – non dovrebbero sbandierare la loro propaganda anticattolica alle orecchie degli altri. I cattolici fedeli sono guidati dalla parola dell’Apostolo sulla riforma del pensiero in Cristo: “Non conformatevi a questo mondo, ma riformate e rinnovate la vostra mente, per provare e discernere qual è la volontà di Dio: ciò che gli è gradito, ciò che è buono e perfetto”. (Rm 12,2). Le risoluzioni del “Cammino sinodale” tolgono ai fedeli cattolici “la verità del Vangelo” (Gal 2,5) per sostituirla con il buonismo larvato di un’ideologia sessuofobica, vero centro di gravità del Cammino sinodale tedesco: un materialismo nichilista che si fa beffe di Dio che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza come maschio e femmina.

Rilinger: Come spiega il fatto che più di due terzi dei vescovi abbiano accettato testi che sono ovviamente in contraddizione con gli insegnamenti tradizionali della Chiesa? Come può un vescovo essere d’accordo o astenersi – un’astensione è stata contata come un voto non espresso – se vede solo alcuni passaggi positivi nei testi, ma ne considera altri problematici? Alcuni vescovi hanno dichiarato che faranno esattamente questo.

Card. Müller: Si tratta di una grave violazione e di un abuso imperdonabile dell’autorità ufficiale dei vescovi, proprio come nell’Impero Romano d’Oriente la maggioranza dei vescovi applicava con violenza l’eresia ariana, cioè la negazione della natura divina di Cristo, o come in Nord Africa al tempo di Sant’Agostino i vescovi donatisti, che avevano sviluppato una teologia dei sacramenti diversa da quella di Roma, mettevano in minoranza i vescovi cattolici. A loro giustificazione non si può addurre l’ignoranza o il timore di persecuzioni da parte di dittature anticlericali o la seduzione di una propaganda che fa il lavaggio del cervello. Gli insegnamenti antropologici del Vaticano II sul matrimonio, la famiglia e la sessualità, in particolare anche sull’unità corpo-anima dell’uomo nella sua persona (con autocoscienza e libertà) devono essere loro noti. I loro gravi errori sono stati pubblicamente segnalati anche dal Papa stesso e dai due prefetti responsabili della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazione per i Vescovi, i cardinali Luis Ladaria e Marc Ouellet.

Rilinger: I vescovi che hanno votato contro le riforme concordate sono ora sottoposti a forti pressioni. Questa pressione è stata calcolata dai riformatori, come si può vedere anche dalle dichiarazioni di Bätzing alla conferenza stampa. Lei è stato vescovo di Ratisbona. Cosa consiglia ai suoi confratelli? Come procederebbe in questa situazione?

Cardinale Müller: Questo gioco di dittatura mediatica è stato giocato negli ultimi anni, il che dimostra di per sé l’empietà di questi attivisti fino alle istituzioni pagate dai vescovi, che si tradisce nella caccia disumana e poco cristiana contro rappresentanti onesti e competenti, siano essi vescovi, sacerdoti o laici. Sempre secondo il principio: se non ci sono argomenti, provate con gli insulti personali.

Rilinger: I sacramenti sono ancora validi, anche se un sacerdote o un vescovo sono pienamente d’accordo con le decisioni del “Cammino sinodale”. Ma è consigliabile per i fedeli ricevere regolarmente i sacramenti da questo tipo di clero, o forse bisogna fare altri viaggi per ricevere la Santa Comunione la domenica in un altro luogo, eccetera?

Card. Müller: Sì, i sacramenti sono validi anche se sono amministrati da un vescovo scismatico o eretico – ma solo se intende semplicemente fare ciò che la Chiesa intende per questi sacramenti. Ma bisogna anche evitare queste persone che portano sulla cattiva strada tante pecorelle di Cristo a loro affidate. Tra l’altro, anche molti Padri della Chiesa sono stati duramente perseguitati dagli eretici, come Atanasio il Grande, Giovanni Crisostomo, Papa Martino I, ecc. L’apparenza del gesto della benedizione non corrisponde alla realtà della grazia di aiuto comunicata da Dio. È un grave peccato invocare il nome di Dio per giustificare la frivola trasgressione dei comandamenti di Dio, che ci salvano sempre dalla calamità del peccato, con l’amore di Dio. “Perché l’amore di Dio consiste nell’osservare i suoi comandamenti. I suoi comandamenti non sono difficili. Perché tutto ciò che viene da Dio vince il mondo. E questa è la vittoria che vince il mondo: la nostra fede”. (1Gv 5, 3f)

Rilinger: Nel quadro del “Cammino sinodale”, è stato deciso a maggioranza – come in un partito politico – ciò che i cattolici tedeschi devono credere e ciò che i cattolici di tutto il mondo devono credere. È compatibile con la Bibbia e con gli insegnamenti e la tradizione della Chiesa che le decisioni sulla fede siano rese vincolanti da votazioni a maggioranza secondo orientamenti politici, tanto più che gran parte dei membri non ha alcuna formazione teologica o ne ha solo una rudimentale?

Card. Müller: Questa assemblea, che si autodefinisce usurpatoriamente “Cammino sinodale”, nonostante non ci sia stata la minima discussione aperta orientata alla Parola di Dio, non ha alcun fondamento nella costituzione sacramentale della Chiesa. È solo un forum per lo scambio di opinioni, per quanto infruttuoso. Il “Cammino sinodale” non è affatto – come è stato detto nella più completa ignoranza teologica – il sovrano della Chiesa nazionale tedesca al posto di Dio, che può dare ai vescovi il mandato di abbandonare le verità rivelate a favore di una visione del mondo materialista o addirittura di contraddirle diametralmente. Ai vescovi che, in piena contraddizione con la loro missione divina, cioè presentare e difendere la fede cattolica in tutta la sua verità e pienezza, hanno acconsentito a questi testi non biblici o si sono vigliaccamente astenuti, si applica la parola dell’evangelista secondo cui gli “uomini guida” arrivarono certamente a credere in Gesù, ma non lo confessarono apertamente, solo per paura di essere espulsi dalla sinagoga [oggi: il politicamente corretto della barbarie risvegliata]. “Perché amavano più la loro posizione presso gli uomini che la loro posizione presso Dio” (Gv 12,43). (Gv 12,43).Rilinger: Il “Cammino sinodale” pretende di rappresentare i cattolici tedeschi in modo giuridicamente vincolante, suggerendo di avere diritto a questa legittimità. Può un organismo extraecclesiastico, non legittimato democraticamente, prendere decisioni per tutti i cattolici tedeschi? Card. Müller: Il “Cammino sinodale tedesco” non fa parte della costituzione sacramentale della Chiesa, ma non è altro che un organismo informale. Non si può parlare di una rappresentanza giuridicamente vincolante dei cattolici. I membri di questo organismo, inviati dalla ZdK o nominati dai vescovi, non rappresentano la Chiesa in relazione allo Stato, alla società o alla storia, e certamente non i cattolici nella loro obbedienza di fede a Dio. Non rappresentano nessuno se non se stessi. Anche se fossero stati inviati in questo organismo come rappresentanti dalla maggioranza dei cattolici tedeschi in una sorta di elezione generale e libera, non avrebbero avuto alcuna autorità che potesse vincolare i singoli cattolici tedeschi o la loro totalità nella loro coscienza di fede. Anche la maggioranza numerica dei vescovi non può obbligare nessuno a obbedire a dichiarazioni contrarie alla fede o a ordini immorali. A differenza degli apostoli, i vescovi non sono portatori infallibili della rivelazione, che è stata completata alla fine dell’era apostolica e che è pienamente disponibile nella Sacra Scrittura e nella Tradizione apostolica. Essi, nella loro totalità, sotto la guida del Romano Pontefice, hanno l’infallibilità (come interpretazione autentica del depositum fidei) solo se aderiscono all'”insegnamento degli Apostoli” (At 2,42) (Vaticano II, Dei verbum 7-10).

Rilinger: Il Comitato centrale dei cattolici (ZdK) sostiene di rappresentare gli interessi del laicato cattolico nel suo complesso – ma senza che i membri dello ZdK siano eletti in questo organismo dai cattolici tedeschi. La ZdK può quindi essere vista solo come una finta rappresentanza. Questo organismo ha quindi la legittimità di rappresentare gli interessi di tutti i laici cattolici tedeschi?

Card. Müller: La sola arrogante pretesa di rappresentare gli interessi dei cattolici dimostra l’orrenda mancanza di formazione teologica degli autori di questi mostruosi testi sinodali. Con chi vogliono dichiarare e far valere i loro interessi i membri battezzati del corpo di Cristo, se si preoccupano della salvezza del mondo in Cristo invece che della loro brama di potere puramente terreno? Inoltre, la Chiesa pellegrina non ha alcun interesse mondano (Vaticano II, Lumen Gentium 8). Infatti, essa non è determinata da “nessuna volontà terrena di potere, ma solo da questo: portare avanti, sotto la guida dello Spirito Consolatore, l’opera di Cristo stesso, che è venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità; per salvare, non per giudicare; per servire, non per essere servito”. (Vaticano II, Gaudium et spes 3).

Rilinger: Eminenza, la ringrazio per le sue argomentazioni, che si fondano sulla dogmatica della Chiesa cattolica romana e tengono quindi conto della lunga tradizione teologica della Chiesa romana.

1 commento:

  1. In un posto nell'Italia meridionale, c'era un sacrista molto pio, forse un po' eccentrico.
    Il prete della sua chiesa aveva delle tendenze alcooliche, un sabato sera lui bevve tanto che, la mattina successiva, non si presentò a dire la messa.
    Il sacrestano, zelante com'era, non trovò di meglio da fare che rivestirsi dei paramenti e dirla lui stesso.
    Il suo vescovo venne a saperlo e lo scomunicò; il sacrestano, anzi, l'ex sacrestano, passò il resto della sua vita a dolersi di dover morire scomunicato.
    Probabilmente, il vescovo sapeva benissimo cosa sarebbe successo, ma privilegiò delle cose alle quali, allora, si dava ancora importanza.
    Tra l'altro, questa è una storia vera. 🙂

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