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mercoledì 15 febbraio 2023

Roma, la convocazione dei parroci diventa un micidiale test sul gradimento delle novità del Papa

Una gestione della chiesa romana in affanno: "Sempre i maligni insinuano che si tratta di una location giudicata perfetta per mimetizzare l'eventuale rinuncia massiccia dei parroci piuttosto disillusi e forse persino disinteressati. In questo modo le telecamere e i fotografi non immortaleranno una sala semivuota. Il test del 2 marzo chissà se misurerà davvero il gradimento delle novità al Laterano".
Luigi

Il Messaggero, Franca Giansoldati, 4 Febbraio 2023

Città del Vaticano – Rischia di trasformarsi in un micidiale test capace di misurare il grado di scontentezza dei parroci romani l'eccezionale convocazione vaticana del 2 marzo. Se l'assenteismo sarà protagonista potrebbe diventare lo specchio rivelatore del disorientamento che da tempo serpeggia tra il clero della capitale, fiaccato da tanti anni di confusione e di stallo. Per quel giorno tutti i presbiteri presenti nella diocesi del Papa sono stati invitati formalmente a partecipare ad un importante incontro sulla nuova costituzione papale. Un testo importante con il quale Papa Francesco ha rivoltato come un calzino il Laterano, riorganizzando radicalmente l'amministrazione interna, gli uffici, rivedendo persino i meccanismi di ripartizione del potere dei settori di competenza territoriale dei quattro vescovi ausiliari, svuotando così la figura del Cardinale Vicario di Roma, un incarico che attualmente è ricoperto dal cardinale Angelo de Donatis, ex parroco di San Marco, pugliese di nascita ma romano di adozione, uomo molto pio e buono ma che in questi anni avrebbe dato scarsa prova dal punto di vista gestionale.

Per radunare tutti i parroci e i religiosi al completo, in tutto un migliaio di presenze, è stata stranamente scartata la basilica del Laterano, solitamente utilizzata da sempre per ospitare eventi simili, dagli incontri con i pontefici ad altri raduni diocesani. I maligni affermano che sarebbe stata troppo ampia per mascherare le defezioni che già sono nell'aria. Così per ovviare all'imbarazzante effetto dei numeri risicati, con una sala desolatamente semi vuota, si sono indirizzati nella scelta nell'aula magna dell'ateneo del Laterano: certamente spaziosa e solenne ma non così capace da ospitare mille presenze, visto che la capienza massima è di circa 600 posti. Sempre i maligni insinuano che si tratta di una location giudicata perfetta per mimetizzare l'eventuale rinuncia massiccia dei parroci piuttosto disillusi e forse persino disinteressati. In questo modo le telecamere e i fotografi non immortaleranno una sala semivuota. Il test del 2 marzo chissà se misurerà davvero il gradimento delle novità al Laterano.

A fare la convocazione è stato il vicegerente (e non il cardinale De Donatis) Baldo Reina mentre a spiegare nel dettaglio ai parroci le novità rivoluzionarie che contiene la costituzione apostolica In Ecclesiarum Communione sarà il cardinale Gianfranco Ghirlanda, il giurista della Gregoriana che Papa Francesco consulta sempre per i grandi progetti. Il testo pubblicato il 6 gennaio sostituisce la “Ecclesia in Urbe” di Giovanni Paolo II del 1988 e ne riorganizza l’ordinamento interno dopo una sorta di indagine interna per migliorare alcuni aspetti dell’amministrazione e delle procedure.
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Francesco vuole una maggiore collegialità e, al contempo, prevede una maggiore presenza del Papa, come vescovo di Roma, nelle diverse decisioni pastorali, amministrative ed economiche di rilievo (dalle nomine ai regolamenti e i programmi pastorali) della diocesi di Roma. Viene anche previsto che sarà sempre il Papa a presiedere il Consiglio Episcopale mentre cessano le attività di alcuni uffici del Vicariato. Scompare la figura del prelato segretario generale del Vicariato e nascono invece nuovi organismi di vigilanza su finanze e abusi. Infine si fissa a cinque anni il mandato del personale direttivo, prorogabile solo per un altro quinquennio.
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