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sabato 20 agosto 2022

Aurelio Porfiri, Ancora sulla Messa balneare


Riceviamo dal Maestro Aurelio Porfiri (musicasacra.substack.com) e pubblichiamo.
QUI Mons. Delpini.
Luigi

Desidero tornare a parlare della Messa balneare che ha visto protagonista don Mattia Bernasconi della diocesi di Milano mentre si trovava in Calabria per un campo giovanile. Ne ho parlato ampiamente su varie piattaforme ma ora c’è una novità che credo richieda la mia attenzione: la presa di posizione dell’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini.
Sul portale della sua Diocesi l’Arcivescovo ha voluto rilasciare un comunicato, un po’ tardo in verità, in cui tra l’altro afferma: “Mi dispiace dello sconcerto e della sofferenza che hanno ferito la sensibilità di fedeli sapienti e devoti. Io ritengo che il modo di celebrare scelto da don Mattia sia una sciocchezza senza giustificazioni. Anche don Mattia lo riconosce nella lettera che ha scritto per chiedere scusa. Sarà doveroso per don Mattia riprendere con serietà una formazione liturgica che consenta di capire come sia stato possibile questo comportamento ed evitare che si ripeta”. Ora, diamo merito a mons. Delpini che ha preso una posizione chiara su questa vicenda. Forse una parola più forte di “sciocchezza” sarebbe stata opportuna ma comunque egli non giustifica affatto il comportamento stravagante del suo prete e di questi tempi mi sembra già tanto.
Per quanto riguarda l’invito al sacerdote di riprendere una formazione liturgica per capire come un fatto così sia potuto accadere la risposta è semplice: una formazione liturgica seria gli farà comprendere che atteggiamenti del genere sono possibili per la formazione liturgica che oramai viene dispensata in troppe università e facoltà ecclesiastiche. Come mi disse un alto prelato tempo fa, i preti di oggi sono figli di questa società e, aggiungerei io, di questa Chiesa. Eppure quel Concilio Vaticano II tanto proclamato aveva dichiarato solennemente: “Nei seminari e negli studentati religiosi la sacra liturgia va computata tra le materie necessarie e più importanti e, nelle facoltà teologiche, tra le materie principali; inoltre va insegnata sia sotto l'aspetto teologico che sotto l'aspetto storico, spirituale, pastorale e giuridico. A loro volta i professori delle altre materie, soprattutto della teologia dommatica, della sacra Scrittura, della teologia spirituale e pastorale abbiano cura di mettere in rilievo, secondo le intrinseche esigenze di ogni disciplina, il mistero di Cristo e la storia della salvezza, in modo che la loro connessione con la liturgia e l'unità della formazione sacerdotale risulti chiara”. Ma del resto aveva anche dichiarato che la lingua latina era da conservarsi nel rito romano, che il canto gregoriano era il canto proprio della liturgia, che si doveva tenere in grande onore l’organo e sappiamo come è finita.

Ricordo anni fa un amico sacerdote che era stato appena ordinato e che aveva buone disposizioni, implorandomi di aiutarlo con la liturgia in parrocchia perché, a sua detta, la formazione che aveva ricevuto era molto carente. E questa è la realtà. Troppi vengono formati pensando che sono loro i protagonisti della celebrazione, invece di Lui.