Condividiamo le parole scandalizzate de Il Sismografo sulle prime nomine vaticane a valle della riforma della Curia Romana (a prescindere dalla precisazione finale aggiunta successivamente).
Dove è finito "l'odore delle pecore"? Nel "Comitato per gli Investimenti"?
QUI i nuovi organigrammi delle CINQUANTASEI (!) strutture: ma non era una riforma che doveva snellire?
Luigi
Quando lo stile e l'opportunità sono sostanziali. Le prime nomine in Vaticano per la riforma in vigore dal 5 giugno riguardano gli investimenti. Forse era meglio l'Evangelizzazione
7-6-22
(L.B. , R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Lo scorso 5 giugno è entrata in vigore la ormai famosa "Praedicate Evangelium", nuova Costituzione Apostolica di Papa Francesco che introduce le grandi riforme nella Curia Romana. In contemporanea quindi è cambiato – e di parecchio – l'organigramma del governo della Chiesa e ciò, cosa altrettanto nota, esige nuove importanti nomine pontificie. Quasi tutti si attendevano, per primo, i nomi dei due Pro-Prefetti di quello che è "il cuore pulsante della riforma": il neo Dicastero per l'Evangelizzazione, guidato dal Pontefice stesso, cosa mai accaduta prima tranne che molti anni fa nel caso dell’allora chiamata Congregazione per la Dottrina della Fede, oggi declassata a secondo dicastero dopo quello che guidato da Francesco.
Queste nomine attese arriveranno certamente, e forse presto. Oggi no.
Sorprende però che le prime nomine dell'impianto curiale riformato, annunciate oggi dalla Sala stampa vaticana, siano quelle dei membri del Comitato per gli Investimenti, previsto dall’Art. 227 della Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium”, che da oggi presiede il cardinale Kevin Joseph Farrell, statunitense, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.
Questi sono i nomi dei componenti del Comitato: Jean Pierre Casey, Fondatore e Amministratore delegato di RegHedge (Gran Bretagna); Giovanni Christian Michael Gay, Direttore gestionale dell’Union Investment Privatfonds GmbH (Germania); David Harris, Portfolio manager di Skagen Funds (Norvegia); John J. Zona, Responsabile degli investimenti del Boston College (Stati Uniti d’America).
Per quanto riguarda queste nomine non siamo in grado di emettere nessun giudizio. Per noi è materia tecnica e non abbiamo dimestichezza con la finanza, meno che mai con quella altissima.
Il problema per noi, e pensiamo anche per molti fedeli del "santo Popolo di Dio", è un altro: opportunità, stile e buon gusto, cose che nella comunità ecclesiale sono importanti, utili e necessarie.
Non è possibile che le primissime nomine di una riforma definita a più riprese centrale, sostanziale, rilevante, urgente e inderogabile siano quelli di uomini d'affari di un Comitato per gli Investimenti.
Forse era meglio annunciare nomine che hanno a che fare con la fede tra quelle del nuovo Dicastero per l'Evangelizzazione.
Aggiornamento e precisazione
Questo Comitato non è solo per le questioni etiche degli investimenti e presentarlo così è fuorviante. Basta leggere i due Articoli della Costituzione che dicono:
Art. 227
§ 1. Al Comitato per gli Investimenti compete di garantire la natura etica degli investimenti mobiliari della Santa Sede secondo la dottrina sociale della Chiesa e, nello stesso tempo, la loro redditività, adeguatezza e rischiosità.
§ 2. Il Comitato è composto, secondo il proprio Statuto, da Membri e da Professionisti di alto profilo nominati per cinque anni dal Romano Pontefice. È presieduto da un Presidente, coadiuvato da un Segretario.