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martedì 14 giugno 2022

Mons. Annibale Bugnini. L’anima nera?

Nel 110° anniversario della nascita del "padre" del Novus Ordo Missae, una riflessione del Maestro Porfiri.
Luigi

Aurelio Porfiri

Il 14 giugno 1912 (110 anni fa) nasceva a Civitella del Lago Annibale Bugnini, quelli che molti hanno visto come l’anima nera della riforma liturgica. Fu personaggio controverso, morto in disgrazia nel 1982 dopo essere stato spedito a Teheran come nunzio apostolico. Lui interpretava questa come una punizione. Nell’ottobre del 1976 il giornale francese Le Figaro lo accusa di essere massone e probabilmente questa accusa convinse Paolo VI che spedì il grande architetto della riforma liturgica lontano dagli occhi e lontano dal cuore.
Ho avuto confidenza e ho conosciuto vari collaboratori di questo sacerdote e devo dire che a tutt’oggi per me rimane un personaggio misterioso. Certamente la sua opera nella liturgia da molti è vista con grande favore ma i critici della nuova Messa scaricano su di lui lui gran parte delle responsabilità di quello che ci troviamo oggi davanti agli occhi. Questo probabilmente non è del tutto vero ma leggendo gli scritti del padre Bugnini ci rendiamo conto di come egli incarnasse quella idea del riformismo liturgico che non si sa quanto fosse veramente in linea con la tradizione secolare della Chiesa cattolica.

Purtroppo la riforma della liturgia si è oramai cristallizzata in un prisma in cui cambiano i colori, ma non la consistenza. Qui non è questione di tornare indietro ma è veramente importante capire come è possibile che una riforma della liturgia contraddica gli stessi documenti su cui dice di basarsi. Chissà come mi risponderebbe padre Bugnini.

Quando passo davanti alla sua abitazione vicino al Quirinale mi sorprendo a vederlo uscire da quel portone e immagino di poterlo fermare e chiedergli se tutto questo fosse veramente necessario. Probabilmente lui mi direbbe che ha soltanto inteso servire la Chiesa.

Già, ma quale?