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venerdì 3 giugno 2022

Difesa della Messa tradizionale: 42ª manifestazione davanti alla Nunziatura Apostolica questo sabato 28 maggio a Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.

L.V.

Difesa della Messa tradizionale
42ª manifestazione davanti alla Nunziatura questo sabato 28 maggio a Parigi

In questo sabato dell’Ascensione, 28 maggio, siamo stati fedeli al nostro appuntamento davanti alla Nunziatura Apostolica, avenue du President-Wilson a Parigi, dove ci siamo incontrati dalle ore 12:00 alle ore 12:45.

Lì, abbiamo parlato di nuovo dei nostri amici di Grenoble, che sabato scorso sono intervenuti con forza. Avevano già protestato contro la destituzione dei due sacerdoti della FSSP – che assicuravano tutta la pastorale tradizionale, comprese le messe domenicali – occupando il campanile della propria chiesa, Sant’André. Il 21 maggio una ventina di loro occuparono la cattedrale di Notre-Dame de Grenoble. Hanno chiesto di incontrare il vicario generale, che è l’amministratore della diocesi sin dalla partenza di Mons. de Kerimel. Ma, alla pari di Mons. de Kerimel, anche l’amministratore non è in assoluto aperto a qualsiasi dialogo. Un caso da seguire da vicino.

A Parigi Mons. Laurent Ulrich è stato intronizzato come arcivescovo lunedì scorso, 23 maggio, con due cerimonie: i vespri cantati sul piazzale di una cattedrale di Notre-Dame in lavori di ricostruzione, e poi, una messa nella chiesa di Saint-Sulpice. L’aspetto visivo delle cerimonie era molto moderno, “alla parigina”, ma il coro di Notre-Dame ha eseguito un certo numero di canti latini, in particolare il Magnificat per i vespri, il Te Deum e Christus Vincit. Nell’omelia, il nuovo arcivescovo ha insistito sulla carità verso “i più precari”, sulla necessità di “farsi coinvolgere in conversazioni e dibattiti”, e anche sull’importanza “dell'ascolto dei più giovani”. Questa misericordia verso gli esclusi e questa apertura al dialogo con tutti si applicherà anche ad intra? Questo ascolto dei desideri dei giovani si spingerà fino ad ascoltare le aspirazioni liturgiche di tanti giovani cattolici? Vogliamo crederci, soprattutto per il fatto che il Vescovo Ulrich, a Lille, aveva finito per avere dei rapporti cordiali con i sacerdoti dell’ICRSP e i fedeli tradizionali, e inoltre, prima di lasciare Lille, ha conferito delle confermazioni nel rito tradizionale.

I nostri amici di Saint Georges de La Villette, Saint François Xavier, N.D. du Travail, Sainte-Clotilde, si stanno attivando per aprire un dialogo con il vescovo Ulrich. Tutti i cattolici della diocesi di Parigi legati alla liturgia tradizionale sono ben pronti a far sentire la propria voce.





5 commenti:

  1. Eppure Francesco aveva sorriso bonario con la mamma di un sacerdote.Forse il sorriso non era bonario ma sornione....

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  2. Traditionis Custodes è un ottimo documento! Chissà se l'hanno letto?
    È ammirabile soprattutto dove parla dell’assistenza spirituale che deve essere assicurata assiduamente alla comunità.
    Tanti di questi gruppi (che, poi, magari, si rifiutano di assistere alle celebrazioni in forma ordinaria), a volte con una Messa una volta al mese, pensano poi di essere a posto, mentre, parlando per esperienza personale, spesso è addirittura impossibile confessarsi. Non parliamo poi di questioni tipo iniziazione cristiana!
    Queste persone che sfruttano la liturgia per gesti di protesta e comportamenti divisivi sono decisamente da condannare. Non capisco come facciate a condividerne l’operato e a dar loro così tanto spazio.

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    1. Quelli dell'Istituto Cristo Re ad esempio sono disponibilissimi a tutte le ore per la confessione. Nelle vicinanze, in altre chiese, con i preti "arcobaleno" ci vuole l'appuntamento! (Esperienza personale). I gesti divisivi e antievangelici sono tipici del clero che vuole compulsivamente modificare tutto, non certo di chi segue la dottrina di Sempre. I gesti divisivi sono tipici dei "santoni" che decidono dove bisogna andare tutti; gerarchicamente i fedeli, rispetto a questi "santoni", risultano ancora più subordinati e in soggezione psicologica, proprio perché non si propone una chiara e ferma dottrina.

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    2. Sarà, ma la mia esperienza personale mi dice che il celebrante arriva più facilmente cinque minuti dopo l’orario che dieci minuti prima.
      Senza contare che nella comunità che ho presente, legata alla diocesi, non c’è nessuna forma di accompagnamento spirituale o pastorale dei fedeli. Finito lo show tridentino, ognuno per sé e chi s’è visto s’è visto.
      Uno dei luoghi meno intrisi di spiritualità o misticismo in cui mi sia imbattuto.

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    3. Tu seriamente vai a chiedere di confessarti a chi mette in scena “messe” con paggetti, parrucchini e medaglie?
      Ne hai di coraggio!

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