Nel perpetuo arricchimento linguistico una nuova parola entra nel magistero "a braccio" di Francesco: la parola "scemo". Un termine inoffensivo, il più delle volte, lo diciamo tutti anche per scherzo, ma non in tutti i contesti: lo direste parlando in un contesto professionale, per esempio? È noto che Benedetto XIV (al secolo Prospero Lambertini) ne dicesse di ben peggiori, ma non nell'esercizio delle sue funzioni. E che San Josemaría Escrivá raccomandasse in certi casi "l'apostolato delle parolacce" (Cammino n. 850) ma non risulta che le dicesse durante l'omelia. Oppure, riuscite a immaginare San Giovanni Paolo II dire: "Non fare lo scemo?". A far problema non è la parola in sé, ma la continua banalizzazione del Papato, ridotto a chiacchierata condominiale...
Sto esagerando? Ma non fate gli scemi!
Stefano
[...] E noi, siamo accoglienti o assomigliamo ai suoi compaesani, che credevano di sapere tutto su di Lui? “Io ho studiato teologia, ho fatto quel corso di catechesi… Io conosco tutto su Gesù!”. Sì, come uno scemo! Non fare lo scemo, tu non conosci Gesù. [...]
Esattamente come l'istruzione scolastica: sempre piu' in basso.
RispondiEliminaAvete letto anche le altre parole o vi siete soffermati su quello che grattava il vostro prurito di indignazione? Cosa c'è di sbagliato in quello che ha detto? Ma le omelie dei preti "tradizionalisti" infarcite di pressapochismo, bigottismo e complottismo non meritano mai un articolo? O basta un manipolo e una preghiera in latino per coprire tutte le porcherie?
RispondiEliminabisogna far arrivare i concetti ai fedeli durante le omelie, e usare parole come 'scemo' per ravvivare l'attenzione è utile se ridesta l'attenzione
RispondiEliminail concetto che ha espresso poi è giusto