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giovedì 10 febbraio 2022

Controstoria del Movimento liturgico #17 - "Prosper Guéranger, un faro per la buona riforma liturgica (1805-1875)" di A. Porfiri

Oggi, come 17° appuntamento con la Controstoria del Movimento Liturgico, il M° Aureli Porfiri ci consegna un medaglione di una nostra vecchia conoscenza: Propser Guéranger. Grazie al nostro redattore L.V. abbiamo presentato ai lettori molte sue  
meditazioni liturgiche tratte dall’Année Liturgique (monumentale opera apparsa per la prima volta in Francia nel 1841-66 e in Italia verso la metà degli anni Cinquanta), per il tempo natalizio (Natale ed Epifania) ed il tempo pasquale (Triduo, Pasqua, Ascensione e Pentecoste). Potete ritrovarli facilmente nella colonna di sinistra del blog, cercando l'etichetta Guéranger
Qui i precedenti. 
Roberto 
 

Un faro per la buona riforma liturgica: 
Prosper Guéranger (1805-1875)

Se si parla del Movimento liturgico, non si può non parlare di dom Prosper Guéranger. Certo non va dimenticata la sua opera, il suo approfondimento della liturgia che prende corpo soprattutto con due grandi opere, le Institutions Liturgiques e L'Année Liturgique. La prima opera dedicata a difendere la liturgia da tutte le deviazioni che l'avevano deturpata e con l'intento di riportarla alla sua pura romanità dimostrandone la sua fondamentale unità, mentre la seconda opera era un commento al ciclo liturgico. Queste due opere monumentali saranno senz'altro una pietra miliare per una riconsiderazione del ruolo della liturgia nella vita della Chiesa. Allo stesso tempo, da non dimenticare è anche il ruolo di dom Guéranger per la restaurazione del canto gregoriano, il ruolo dei monaci dell'Abazia di Solesmes da lui rifondata nella restituzione melodica autentica del repertorio gregoriano e il loro ruolo di garanti dell'autentico canto liturgico secondo la tradizione della Chiesa.

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Padre Guéranger si muoveva sullo sfondo di uno degli avvenimenti chiave della civilizzazione occidentale, la rivoluzione francese. Una rivoluzione, non dimentichiamolo, che mise in discussione le certezze di un mondo tradizionale che era basato fortemente su valori morali e civici che derivavano dalla forte influenza che la religione cattolica aveva avuto nella società. Quindi la rivoluzione francese spezzerà tutto questo, causando un vero spaesamento in coloro che si trovavano a guardare al mondo con occhi completamente diversi. Anche in Francia alcune correnti interne al cristianesimo ma certamente non di matrice cattolica, minacciavano la purezza della fede. Pensiamo al gallicanesimo, quella tendenza che in definitiva pretendeva una maggiore autonomia della Chiesa di Francia rispetto a quella romana e una maggiore indipendenza quindi dal papato; pensiamo al giansenismo, con la sua accentuazione della predestinazione ed alcune venature di marca calvinista e protestante; pensiamo al naturalismo allora in voga, con il suo forte accento sul lato materialistico della realtà con conseguente caduta in un forte scientismo. Insomma, la Chiesa di Francia si trovava scombussolata tra tutte queste tendenze che ne avevano fortemente alterato la natura. La lotta al giansenismo fu certamente uno dei tratti importanti nell'opera del riformatore benedettino: "Don Guéranger attaccherà il Giansenismo con una vivacità del tutto particolare, in quanto vedeva ancora un poco di vita di questo vecchio nemico del gallicanismo, e non lo risparmierà in nessun modo. Purtroppo le affermazioni, che egli raccoglie, attorno alla sua tesi, lasciano trasparire uno spirito di sistema, che offrirà buon giuoco ai suoi avversari, in quali non mancheranno di rilevarlo. "Bisognava vedere - dirà Sainte-Beuve per un non meno vivace partito preso -nell'opera di don Guéranger il curioso capitolo, nel quale tutto il lavoro di diffusione della preghiera e dell'istruzione cristiana al sec. XVII è presentato come il risultato di una grande cospirazione, che si tramava contro la fede dei cristiani". Più recentemente, anche il Bremond si è levato con insistenza contro le idee troppo semplici di don Guéranger, laddove egli va perseguendo il giansenismo attraverso gli anni cristiani dell'epoca, soprattutto dell'epoca del Letourneux, e si accanisce contro le liturgie neo-gallicane" (1). Queste tendenze definite qui come "cospirazionistiche", cioè quelle di vedere un grande complotto contro la religione cristiana, saranno comunque latenti in tutta la storia anche recente del cristianesimo ed affioreranno spesso anche negli ultimi decenni. Ma non credo dom Guéranger vada coinvolto in questo.

Nella sua Introduzione all'Anno Liturgico il Guéranger affermava: "Già da tempo, per rimediare a un malessere vagamente sentito, si è cercato lo spirito di preghiera e la preghiera stessa in certi metodi e in certi libri che racchiudono, è vero, pensieri lodevoli e anche pii, ma sempre pensieri umani. Questo nutrimento è vuoto; perché non inizia alla preghiera della Chiesa: isola, invece di unire. Tali sono certe raccolte di formule e di considerazioni, pubblicate sotto diversi titoli da due secoli a questa parte, e nelle quali ci è proposti di edificare i fedeli e di suggerire ad essi, sia per l'assistenza alla santa Messa, sia per la frequenza dei Sacramenti, sia per la celebrazione delle Feste della Chiesa, certi affetti più o meno banali, e sempre attinti nell'ordine di idee e di sentimenti più familiari all'autore del libro. Di qui ancora il colore così diverso di queste sorte di libri che servono, è vero, in mancanza d'altro, alle persone già pie, ma restano senza effetto quando si tratta di ispirare il gusto e lo spirito di preghiera a quelli che ancora non lo possiedono". Insomma, si scagliava contro un certo individualismo nella liturgia per cercare un ritorno alla grande Tradizione, alla Tradizione dei Padri della Chiesa.

Dom Guéranger cercherà la salvezza attraverso il ritorno alla Tradizione, ad una sapienza spirituale ritenuta più utentica, certamente più cattolica. Si metterà quindi sulla scia del tradizionalismo francese, con riferimento speciale a Hugues-Félicité Robert de Lamennais, filosofo e sacerdote con una complessa storia personale: "Hugues-Felicitè Robert de Lamennais (1782 1854) fu un importante pensatore cattolico, oltreché leader della restaurazione Francese. Fu il primo sostenitore del cattolicesimo liberale e fautore del cattolicesimo sociale. La sua difesa di una conciliazione tra cattolicesimo e liberalismo lo portò a una rottura con la Chiesa. Lamennais, figlio di un mercante benestante, nacque nel giugno 1782 a Saint malo in Bretagna. Personalità lunatica e solitaria, seguì il fratello nel sacerdozio nel 1816. Lamennais trovò nella religione un rimedio per l’anarchia e la tirannia causata dalla rivoluzione. Credeva che il caos sociale e la religione fossero entrambi radicati nel primato della ragione individuale e che la Chiesa ed il papato potessero riportare unità e ordine sociale. Nei primi anni venti dell’Ottocento, egli spezzò i legami con la monarchia della restaurazione e si dedicò alla promozione dell'indipendenza della Chiesa. Per Lamennais la promozione di valori quali la libertà generale divenne una necessità pratica. Con la libertà di diffusione del suo messaggio, Lamennais credeva che la Chiesa potesse diventare vittoriosa"(2). Insieme a Lamennais, non si possono dimenticare gli influssi di altri pensatori importanti, come per esempio Joseph de Maistre (le sue Serate di San Pietroburgo sono ancora un classico ai nostri tempi) e Louis de Bonald, che dopo una prima infatuazione con la rivoluzione francese seppe vederne i pericoli e divenne uno dei baluardi della restaurazione cattolica. Saremmo ingenerosi se non citassimo anche alcuni degli alfieri della controrivoluzione in Italia, come Monaldo Leopardi, padre di Giacomo ed acuto scrittore e pensatore che seppe pur mettere a fuoco i danni che venivano dalle idee portate avanti dagli autori e dai pensatori rivoluzionari; Antonio Capece Minutolo Principe di Canosa, con varie operette che mettevano anche in luce il pericolo dei cambiamenti sociali chi si andavano verificando. Insomma, accanto ad un quadro profondamente mutato dalla rivoluzione francese, non si può dimenticare che ci furono pensatori che si opposero, spesso in nome di un cattolicesimo più puro, alla marea montante dei rivoluzionari.


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(1) ROUSSEAU, Olivier (1959). Storia del Movimento Liturgico. Lineamenti storici dagli inizi del sec. XIX fino ad oggi. Traduzione e aggiornamento per l'Italia di Dom Salvatore Marsili, monaco di Finalpia. Alba: Edizioni Paoline.

(2) MANICONE, Alberto. Lamennais. Filosofico.net: http://www.filosofico.net/lamennais.htm (Consultato il 28 aprile 2017)

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