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giovedì 30 dicembre 2021

Quella condanna da parte del card. Newman, così chiara e così attuale, in tempi di neomodernismo

Una bella traduzione di Aldo Maria Valli sul grande card. Newman: “Per trenta, quaranta, cinquant’anni ho cercato di contrastare con tutte le mie forze lo spirito del liberalismo nella religione. Mai la santa Chiesa ha avuto maggiore necessità di qualcuno che vi si opponesse più di oggi, quando, ahimé! si tratta ormai di un errore che si estende come trappola mortale su tutta la terra; e nella presente occasione, così grande per me, quando è naturale che io estenda lo sguardo a tutto il mondo, alla santa Chiesa e al suo futuro, non sarà spero ritenuto inopportuno che io rinnovi quella condanna che già così spesso ho pronunciato”.
Luigi


di The Wanderer

La mattina di lunedì 12 maggio 1879 il dottor Newman si recò al Palazzo della Pigna, residenza del cardinale Howard, che gli aveva prestato i suoi appartamenti per ricevervi il messaggero vaticano, con il biglietto del cardinale segretario di Stato, informandolo che in un concistoro segreto tenuto quella mattina Sua Santità, papa Leone XIII, si era degnato di elevarlo al rango di cardinale. Alle undici, le sale erano gremite di cattolici, sacerdoti e laici inglesi e americani, oltre a molti membri della nobiltà romana e dignitari della Chiesa, riuniti per assistere alla cerimonia.

Poco dopo mezzogiorno fu annunciato il messaggero vaticano. Questi consegnò il biglietto al dottor Newman, il quale, dopo aver rotto il sigillo, lo consegnò a sua volta al dottor Clifford, vescovo di Clifton, che ne lesse il contenuto. Il messaggero informò poi il neo cardinale che Sua Santità lo avrebbe ricevuto in Vaticano l’indomani alle ore dieci per conferirgli la berretta. Gli fece i complimenti e l’ormai cardinale Newman rispose con quello che è noto come il Discorso del biglietto, nel quale, tra l’altro, si dice quanto segue: “Per trenta, quaranta, cinquant’anni ho cercato di contrastare con tutte le mie forze lo spirito del liberalismo nella religione. Mai la santa Chiesa ha avuto maggiore necessità di qualcuno che vi si opponesse più di oggi, quando, ahimé! si tratta ormai di un errore che si estende come trappola mortale su tutta la terra; e nella presente occasione, così grande per me, quando è naturale che io estenda lo sguardo a tutto il mondo, alla santa Chiesa e al suo futuro, non sarà spero ritenuto inopportuno che io rinnovi quella condanna che già così spesso ho pronunciato”.

Ciò che Newman intendeva per liberalismo sarà ciò che la Chiesa chiamerà, qualche decennio dopo, modernismo: «Il liberalismo in campo religioso è la dottrina secondo la quale non c’è verità positiva nella religione: un credo vale l’altro. [Il liberalismo religioso] è un’opinione che acquista posizione e forza giorno dopo giorno. È contrario a qualsiasi riconoscimento di una religione come vera e insegna che dobbiamo essere tolleranti con tutti, poiché tutto è una questione di opinione” (Apologia pro vita sua. Storia delle mie idee religiose).

Ecco perché colpisce così tanto che i modernisti usino il povero Newman per portare l’acqua al proprio mulino, presentandolo più e più volte come il grande promotore del Vaticano II – cosa avrebbe detto Newman di Dignitatis humanae? – e i fondamentalisti, aderendo alla menzogna dei modernisti, lo mettano sulla strada degli indagati, alla cui lettura è meglio non avvicinarsi.


Titolo originale: Newman y el modernismo

Traduzione di Valentina Lazzari