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mercoledì 3 novembre 2021

La tirannia di poter ricevere la Comunione solo nella mano è finita a Barcellona

Grazie a Michelangelo per la segnalazione e traduzione della bella notizia.
Luigi

La tirannia di poter ricevere la Comunione solo nella mano è finita a Barcellona
26 ottobre 2021, Germinans germinabit

Il 22 ottobre è stato reso pubblico un decreto firmato dal nostro  arcivescovo con l'aggiornamento delle misure sanitarie, in un momento in cui l'incidenza delle pandemie è a livelli molto bassi, e quindi facendo eco alla "normalità" che sta regnando nella maggior parte delle attività della società.
Logicamente, questo decreto abroga i precedenti decreti del 4 maggio e del 3 dicembre 2020, e quindi alcune delle restrizioni più dure e anche meno che legali (dato che la Chiesa Universale non ha eliminato o sospeso temporaneamente alcuni dei diritti dei fedeli), sono finalmente una cosa del passato, lasciando molti danni collaterali che la Chiesa di Barcellona si risentirà per molto tempo a venire.

Il primo cambiamento significativo è il ritorno del precetto domenicale, e quindi l'obbligo per tutti i fedeli di partecipare alla Messa la domenica e i giorni festivi, a meno che gravi e giustificati motivi non lo impediscano. È chiaro che questo cambiamento non ristabilirà la "normalità"; la cattiva pedagogia nello spiegare la sospensione del precetto a causa della pandemia ha fatto sì che molti fedeli si siano abituati a guardare l'Eucaristia in televisione e ora difficilmente torneranno nelle chiese. Non so perché sia stata fatta una tale sospensione, il diritto canonico (c. 1389) prevede già che in situazioni eccezionali si è dispensati dal precetto, ed è evidente che la possibilità di un contagio pandemico è un motivo per cui le persone a rischio (anziani o malati) non si sentano obbligate ad andare in chiesa. Ora di nuovo, mancherà la pedagogia per ricordare ai fedeli di tornare di persona a ricevere il Signore sacramentalmente, sembra che i nostri capi chiesa non si preoccupino troppo che le chiese siano molto più vuote di prima della pandemia.

Ma forse il punto più importante di questo decreto, perché ha fatto soffrire molti sacerdoti e fedeli, è quello di poter ricevere nuovamente la Santa Comunione in bocca, senza la sensazione di disobbedire al proprio vescovo. Questa decisione è stata una cacicca di don Juan José, dandosi un potere come vescovo che la Chiesa non gli dà, dove prevale il diritto dei fedeli di decidere al momento della comunione. Il nuovo decreto parla di "ricevere preferibilmente la Comunione nella mano". È chiaro che preferibilmente non è esclusivamente, quindi viene ripristinato il diritto dei fedeli a ricevere la Comunione in bocca, cosa di cui erano ingiustamente e illegalmente privati.

Come nel caso del "precetto domenicale", il danno è già stato fatto, e molti sacerdoti "progressisti" non daranno mai più la Santa Comunione in bocca, e manterranno persino alcuni dei decreti precedenti (non quest'ultimo) per dire che è il mandato del vescovo a farlo.

È stato molto triste in questo periodo vedere fedeli uscire dalla fila piangendo perché il sacerdote ha rifiutato loro la comunione in bocca, o anche duri scontri verbali tra i fedeli e il ministro eucaristico, gridando a squarciagola in un momento così sacro come questo. So di molti sacerdoti che hanno passato un brutto momento e che hanno avuto veri problemi di coscienza sull'applicare o meno i precedenti decreti episcopali.

1 commento:

  1. In merito all'assurdo comportamento dell'arcivescovo di Barcellona, al quale rivolgo l'invito di documentarsi prima di emettere la sentenza, attorno alla questione del fedele che voglia ricevere la santa Eucarestia sulla lingua e inginocchio, proprio la CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO
    E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI, il 25 marzo 2004, ha emesso la seguente Istruzione "Redemptionis Sacramentum" su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia.
    L'arcivescovo probabilmente non ha mai letto le linee-guida della Sede apostolica, in cui si enuncia in due punti che:
    " Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che«i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli». [177] Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. NON È LECITO, QUINDI, NEGARE A UN FEDELE LA SANTA COMUNIONE, PER LA SEMPLICE RAGIONE, AD ESEMPIO, CHE EGLI VUOLE RICEVERE L'EUCARISTIA IN GINOCCHIO OPPURE IN PIEDI."(paragrafo 91);
    "BENCHÉ OGNI FEDELE ABBIA SEMPRE IL DIRITTO DI RICEVERE, A SUA SCELTA, LA SANTA COMUNIONE IN BOCCA, se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli"(paragrafo 92).
    Ergo, ogni fedele ha il diritto di ricevere la comunione come egli desidera e il presbitero non deve negare tale richiesta, altrimenti incorre in violazione delle disposizione emesse dalla Congregazione stessa della Santa Sede.

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