Pagine

mercoledì 27 ottobre 2021

"Chiesa cattolica e modernismo. Il passato e il presente" giovedì 28 ottobre ore 18 in streaming

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi

Ne parlano con il musicista ed autore Aurelio Porfiri, gli storici Guido Vignelli, John C. Rao e Guido dall’Olio, il filosofo Giovanni Turco e il saggista Luca Fumagalli.

Il programma sarà trasmesso in live streaming su numerosi canali, tra cui il canale You Tube RITORNO A ITACA, su TWITTER e sulla fanpage in Facebook di AURELIO PORFIRI.

Si è pensato, da parte di alcuni storici, che il fenomeno del modernismo fosse terminato con la morte di san Pio X, nel 1914. In realtà questo è un fenomeno le cui conseguenze possono essere sentite con grande forza anche nei decenni a seguire, fino al presente. Lo stesso san Pio X, nella sua Pascendi del 1907 aveva affermato: “In tutta questa esposizione della dottrina dei modernisti vi saremo sembrati, o Venerabili Fratelli, prolissi forse oltre il dovere. Ma è stato ciò necessario, sì per non sentirCi accusare, come suole, di ignorare le loro cose, e sì perché si veda che, quando parlasi di modernismo, non parlasi di vaghe dottrine non unite da alcun nesso, ma di un unico corpo e ben compatto, ove chi una cosa ammetta uopo è che accetti tutto il rimanente. Perciò abbiam voluto altresì far uso di una forma quasi didattica, né abbiamo ricusato il barbaro linguaggio onde i modernisti fanno uso. Ora, se quasi di un solo sguardo abbracciamo l'intero sistema, niuno si stupirà ove Noi lo definiamo, affermando esser esso la sintesi di tutte le eresie. Certo, se taluno si fosse proposto di concentrare quasi il succo ed il sangue di quanti errori circa la fede furono sinora asseriti, non avrebbe mai potuto riuscire a far meglio di quel che han fatto i modernisti. Questi anzi tanto più oltre si spinsero che, come già osservammo, non pure il cattolicesimo ma ogni qualsiasi religione hanno distrutta. Così si spiegano i plausi dei razionalisti: perciò coloro, che fra i razionalisti parlano più franco ed aperto, si rallegrano di non avere alleati più efficaci dei modernisti”.