Tra le numerose testimonianze che forse qualcuno a Roma avrebbe dovuto ascoltare nel famoso "sondaggio", non si può tralasciare quella di chi opera "sul campo" a contatto diretto con i fedeli tradizionalisti. L'abbé Pierre Amar è uno di questi e si chiede se, al di là delle intenzioni dichiarate, il motuproprio di papa Francesco porti la pace o la divisione.
Stefano
Traditionis Custodes: secondo l’abbé Pierre Amar “ghettizza” i fedeli della Messa in latino -
da Risposte Catholique, 7 settembre 2021
L’abbé Pierre Amar, uno dei fondatori del sito Padreblog [https://www.padreblog.fr/ ], già membro della Fraternità Sacerdotale San Pietro e curato della comunità di fedeli Saint-Charles Borromée a Le Chesnay https://www.communautesaintcharles.org/ ], incardinato nella diocesi di Versailles dal 2006, si esprime sul motuproprio.
“I vescovi hanno l’iniziativa in materia, il che non è per forza una cosa negativa dal momento che la vita nella Chiesa si svolge normalmente nel quadro logico e coerente della comunione diocesana. Ma l’istituzione di nuove parrocchie o di nuovi gruppi che celebrano nella forma straordinaria non è più possibile e i sacerdoti ora devono chiedere o rinnovale l’autorizzazione di celebrare nella forma antica. Infine i fedeli interessati dovranno radunarsi fuori dalle chiese parrocchiali.
In definitiva viene a delinearsi un certo processo di “ghettizzazione”. In tal senso, come prete che opera sul campo a contatto diretto con i fedeli ‘tradizionalisti’, la cosa mi inquieta: temo che la decisione del papa ridesti una guerra liturgica, esacerbando le resistenze e spingendo molti a rivolgersi alla Fraternità San Pio X, erede di monsignor Lefebvre. Invece di ridurre le divisioni, rischia di inasprirle: tutto il contrario di quanto si prefigge, ponendo fine a decenni di laboriosa pacificazione.
Il Santo Padre ha voluto accompagnare il suo decreto con una lettera indirizzata ai vescovi. Il tono, diciamolo, è abbastanza severo e persino sorprendente in papa Francesco che insiste così spesso sulla misericordia, la benevolenza, il perdono, la pazienza, l’apertura e l’accoglienza dell’altro. Certamente la pacificazione offerta da Benedetto XVI non era perfetta, ma era reale. Certo, non tutti i fedeli ‘tradizionalisti’ saranno esemplari ma si ha l’impressione di una punizione collettiva: un po’ come se a causa di un gruppetto di allievi turbolenti, il professore punisse l’intera classe”.