Pagine

lunedì 20 settembre 2021

Tosatti: piccolo errore di traduzione su Maria che cambia tutto…

Un altro approfondimento biblico pubblicato da Stilum Curiae.
Luigi

30 Agosto 2021

[...]

Analizziamo l’errore in oggetto:

CEI 1974: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc 1,49);
CEI 2008: “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente” (Lc 1,49).

Il testo greco recita:
“ὅτι ἐποίησέν μοι ⸀μεγάλα ὁ δυνατός”.
Traducendo in modo letterale riportiamo:
oti: che
epoiesen: fatto
moi: me
megala: grande
o dunatos: l’Onnipotente

Il pronome “moi” nel versetto in esame non può essere assolutamente tradotto con “per me”.
Il contesto stesso ci porta all’esatta traduzione: “in me”.

La Vulgata traduce dal greco:

“Quia fecit mihi magna”: “Grandi cose ha fatto in me”


Come sempre, notiamo l’apparente ‘differenza da nulla’: un pronome, un articolo, una preposizione. Ma la differenza, anche questa volta, è importante.

Usando l’espressione grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, si manifesta e si esplicita in modo chiaro il dogma del Concepimento di Maria per opera dello Spirito Santo (IN ME, ‘dentro di me’). Il Signore ha fatto grandi cose “dentro di me”. A un cristiano di Fede la questione è chiarissima.

In contrapposizione, l’espressione grandi cose ha fatto per me è una banalizzazione e generalizzazione, che assume pure un significato diverso, offuscando di riflesso l’Opera e l’Onnipotenza di Dio.

Ha fatto per me può suggerire tutto tranne che il vero messaggio. Dio ‘fa qualcosa per Maria’, ‘a favore di Maria’, ‘per fare un favore a Maria’, ‘a beneficio di Maria’, ‘per nome di Maria’, ecc.

Annullando l’importanza, al contrario, di ciò per cui Maria è serva e serve a Dio.

Siamo all’ABC dell’italiano, amici lettori, e della dottrina cattolica.

Comprendete quanto insidiosa può essere una traduzione pur cambiando una semplice particella del linguaggio?

Posso io non avere sospetti di volontarietà in queste modifiche?

Non sono aggiornamenti (la Parola di Dio non è un software). Sono deviazioni del significato.

L’intento dei traduttori 2008 suona ormai come un progetto sottile e insidioso: quello di far ascoltare alla gente in modo continuo e costante – nella Santa Messa, nella Liturgia delle Ore, nelle Letture personali, ecc – deviazioni dell’Annuncio – eresie -, allo scopo di renderle familiari all’orecchio, fino a quando venga ridotto al nulla il vero senso religioso, sommerso dall’opera soporifera della menzogna addolcita.

Stasera potrete notare qualche parola meno diplomatica in questi tratti di inchiostro virtuale. Tuttavia una cosa l’ho sempre affermata in queste mie riflessioni: si tratta della Parola di Dio.

Quando una traduzione è errata, stona all’orecchio e al cuore del cristiano semplice.
Questa è l’unica vittoria di cui possiamo andare fieri.

Questo blog è stata un’idea che mi ha pervaso da tempo. Ma nella totale sincerità, pensavo di scrivere qualche articolo, qualche caso sparso, e poi chissà.
Mi sbagliavo.

Errare è umano, perseverare è diabolico.
Per questo affermo che dietro queste nuove tendenze di traduzione alberga la malafede di chi si serve della Sacra Scrittura per sminuire l’opera di Dio, violentando la Parola di Dio.

Grazie di nuovo della prolifica segnalazione, e chiedo ai lettori di non desistere mandandomi le proprie scoperte e sospetti.
Del resto, il caso è ancora aperto.
Dio ci benedica.

Investigatore Biblico