Hanno fatto centro le chiarissime parole di Suor Byrne (dell’ordine Piccole Operaie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, ufficiale medico in pensione dell’esercito americano , attiva nel volontariato in una clinica medica a Washington, D.C) ha detto alla cinquantesima conferenza annuale del gruppo pro-vita Heartbeat International: "dobbiamo essere preparati, pronti alla battaglia come soldati per Cristo in questo tempo oscuro". (leggi CNA Catholic News Agency QUI e nella traduzione di Sabino Paciolla QUI)
Alcuni avvenimenti hanno recentemente scioccato i cattolici: l’idolo della Pachamama in Vaticano; il conturbante “sinodo tedesco” ( la cartina di tornasole del progressismo sfrenato); la “rilettura”, in salsa marxista, dell'ispirato e santo senso comunitario dei primi cristiani; la totale sudditanza del clero nei confronti del potere civile a totale discapito della salvezza delle anime nel tempo della pandemia del coronavirus ecc ecc
Fedeli e Consacrati implorano incessantemente la salvezza della Chiesa Cattolica "senza di me non potete fare nulla".
I progressisti-demolitori continuano a vantarsi "dei carri e chi dei cavalli" meritando la correzione divina "maledetto l'uomo che confida nell'uomo,che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore si allontana il suo cuore" : davvero il loro esercito è umanamente invincibile?
I progressisti-demolitori, ben nutriti dai diversi cordoni ombelicali dei poteri mondani e massmediatici, riuscono fin dal Concilio Vaticano II a sostituire “il Concilio dei Padri – il vero Concilio – … con il Concilio dei media. Era quasi un Concilio a sé, e il mondo ha percepito il Concilio tramite questi, tramite i media. Quindi il Concilio immediatamente efficiente arrivato al popolo, è stato quello dei media, non quello dei Padri.” (Cfr. Benedetto XVI: Incontro con i parroci e il clero di Roma, 14 febbraio 2013. QUI )
I generali di quell'esercito sono ora ultra ottantenni ed hanno più volte gustato l’orgasmo delle loro vittorie.
I loro ufficiali, in ordine sparso, stanno continuando l’opera di demolizione ecclesiale pensando al loro momentaneo tornaconto senza una prospettiva per il futuro: tutto e subito!
I più attenti osservatori del fenomeno parlano del fenomeno dell’implosione delle truppe progressiste; come sta avvenendo con un movimento politico italiano uscito super vittorioso dalle urne elettorali: buona parte delle truppe (i preti) sarebbero pronti a cambiar casacca ( com’è avvenuto ad esempio dopo l’elezione del regnante Pontefice) essendo preoccupati per il loro immediato destino.
Parlando riservatamente con dei Sacerdoti e Religiosi sorge legittima la considerazione che esprimiamo parafrasando una famosa frase di un dittatore comunista " Ma alla fine quante divisioni restano ai progressisti?"
E' anche in salita anche nella scelta del “candidato” progressista per il prossimo conclave ( dicitur che potrebbe prevalere la “doppia linea” un candidato papale “moderato” , più incline alla preghiera e alla dottrina che tuttavia dovrà “scegliere” un Segretario di Stato espressione dei poteri mondani).
L’esercito progressista-demolitore, che annovera molte vittorie , non è poi umanamente così “invincibile” anche perché nei settori internazionali più innovatori aumenta la preoccupazione per quel che inevitabilmente accadrà nella società laica quando la Chiesa Cattolica verrà ulteriormente isolata ed emarginata.
In campo tradizionale nuovi e preziosi impulsi ecclesiali sono germogliati, soprattutto all'estero, da quando si è attuato il salutare concetto liturgico di San Pio X, ripreso poi anche da Benedetto XVI “che realmente la liturgia dell’altare e la liturgia del popolo fosse un’unica liturgia, una partecipazione attiva, che le ricchezze arrivassero al popolo… aprire tutta la gente, tutto il popolo santo, all’adorazione di Dio, nella comune celebrazione della liturgia del Corpo e Sangue di Cristo. In questo senso, al di là dei fattori pratici che sconsigliavano di cominciare subito con temi controversi, è stato, diciamo, realmente un atto di Provvidenza che agli inizi del Concilio stia la liturgia, stia Dio, stia l’adorazione.” (Cfr. Benedetto XVI: Incontro con i parroci e il clero di Roma, 14 febbraio 2013. QUI )
Noi non siamo degli "adoratori dei numeri" ma obiettivamente dobbiamo constatare che i gruppi legati alla liturgia tradizionale cattolica, seppur “piccoli”, sono indubbiamente assai preparati e partecipi: delle piccole perle rilucenti in mezzo a tanta sterile, voluta sciatterìa.
Confidiamo sulla preparazione liturgica e teologica soprattutto delle nuove generazioni dei fedeli d’impronta “tradizionale” per la ripresa e la ripartenza cattolica e il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria.
AC
Tutto vero. Alla lunga la base dei cattolici segue (e seguirà) chi è più serio. Non si scherza con Dio.
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