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sabato 10 aprile 2021

Cremona: mozione per la vita e follia della ragione. Con i soliti politici pseudo cattolici

Chiederemo conto al sindaco di Cremona Gianluca Galimberti dei suoi trascorsi di Presidente dell'Azione Cattolica cremonese.
Luigi

25-03-202, La Nuova Bussola Quotidiana, Benedetta Frigerio


La minoranza propone al consiglio comunale aiuti alle famiglie e alle donne in difficoltà economica. La maggioranza pur di difendere l'aborto definisce violenti gli aiuti, paragona i bambini ai gatti e sostiene che se "l'igv è un dramma" il problema è che "mancano obiettori". Questo l'esito di una cultura che si beffa della realtà: la contraddizione logica della ragione.

Dibattiti come questi sono ultimamente diffusi nei consigli comunali d’Italia, ma guardare a quanto è accaduto in quello di Cremona durante la discussione di due mozioni per la vita fa capire quanto la difesa di una idea completamente sganciata dalla realtà generi irrazionalità.

Le mozioni sono state proposte dalla minoranza di centrodestra per aiutare le famiglie in difficoltà economica a causa del Covid e le donne in gravidanza, e per promuovere una educazione affettiva per la vita. Il 15 marzo scorso durante la seduta comunale, il consigliere di Forza Italia Carlo Malvezzi ha presentato una mozione ricordando che l’epidemia in corso ha peggiorato il problema della denatalità. Citando i dati Istat e ministeriali, Malvezzi ha parlato di previsioni per l’anno futuro che indicano un calo di 10 mila nati nel caso la crisi avesse una fine, al contrario, i nati sarebbero, per la prima volta nella storia, sotto i 400 mila. Eppure, secondo l’Istat, il desiderio di paternità e maternità degli italiani va nella direzione opposta: il 46 per cento vuole ancora due figli, il 22 anche tre. Il coronavirus ha poi messo in difficoltà l’attività lavorativa, soprattutto delle donne.

La proposta parla anche della scelta recente dell’Aifa di lasciare che le minorenni accedano senza ricetta alla contraccezione di emergenza (pillola dei 5 giorni dopo) che ha anche effetti abortivi. Una decisione che, oltre a porsi in contrasto con la vita, è profondamente diseducativa: “Lascia sole le adolescenti – ha chiarito il consigliere citando una nota della diocesi di Cremona – mentre gli adulti si lavano le mani”. Si ricorda infine che la natalità a Cremona è circa l’1 per cento minore rispetto alla media nazionale.

Per questo la mozione prevede l’istituzione di voucher per le famiglie in difficoltà, di pacchetti aiuto, di sostegni economici per la donna incinta (prima e dopo il parto) e di una educazione all’affettività che non riduca la sessualità ad attività priva di significato. E’ stata poi presentata la mozione di Fratelli d’Italia che aggiunge l’aiuto alle famiglie con disabili, l’aiuto ai Cav e percorsi in cui introdurre la donna incinta e in difficoltà per garantirle un futuro di stabilità.

La minoranza si aspettava l’approvazione delle proposte, data l’emergenza e l’evidente fatica di molte famiglie e donne costrette a lasciare il lavoro. Non solo, anche coloro che sono a favore della legge 194 avrebbero dovuto accogliere tali strumenti, dato che la norma parla di rimuovere le cause dell’aborto (motivi economici, sociali e famigliari). Invece, la difesa dell’idea alla base della legge (che rende difficile la rimozione delle cause elencate) per cui comunque la si metta si deve poter uccidere un essere umano, ha portato diversi consiglieri ad intervenire in modo evidentemente irragionevole e contraddittorio, fino alla bocciatura delle mozioni.

Franca Zucchetti, Pd, dopo aver detto di essere a favore della scelta delle donne si è contraddetta sostenendo che la scelta deve essere a senso unico. Infatti, anche se “l’aborto è una scelta drammatica”, il problema sarebbe che “non ci sono abbastanza obiettori” e che “l’associazione Ora et Labora (che prega davanti agli ospedali offrendo alle donne un aiuto concreto, umano ed economico, ndr) ha avuto l’idea di andare davanti all’ingresso dell’ospedale” a chiedere loro di “ripensare alla loro scelta”. Ancor più assurda l’affermazione per cui siccome la donna “è già in difficoltà, doverlo pure dichiarare per chiedere aiuto” sarebbe “un attacco” alla sua persona.

Francesca Fulco, Pd, ha affermato che “non sempre il dono più bello della vita può portare felicità”, il che non ha senso, dato che o una cosa è un dono per la persona e quindi le porta felicità oppure non lo è. Fulco ha aggiunto che “non dico che sia giusto abortire, ma che ci sia una legge che lo consenta”, com’è però possibile ritenere che una cosa che non si ritiene giusta debba essere permessa dalla legge? Passiamo a Daniele Villani, Pd, il quale ha sostenuto che “l’Igv è sempre un dramma...lascia una cicatrice che non va più via” e da cui ci si aspetterebbe coerentemente un sostegno alle mozioni che cercano di aiutare la donna ad evitarlo. Bene, il consigliere ha dichiarato invece che l’aborto “non può essere ridicolizzato con preghiere e manifestazioni come quelle di Ora et Labora”. Ergo, chi si offre di aiutare le donne ad evitare quello che lui stesso definisce un dramma con conseguenze indelebili, sarebbe “senza apertura intellettuale”.

E’ poi quantomeno imbarazzante l’intervento di Riccardo Merli di Cremona Attiva, una lista civica di sinistra legata al mondo cattolico. Non potendo contraddire la nota diocesana relativa alla pillola dei 5 giorni dopo, Merli si è opposto alle mozioni sostenendo che “una vera cultura della vita, non ipocrita e pelosa”, parte dall’accoglienza “dello straniero, del disabile e del diverso”, come se questa potesse essere sincera senza l’accoglienza dell’indifeso degli indifesi: il bambino innocente e senza voce.

Lapo Pasquetti di Sinistra Per Cremona Energia Civile è invece intervenuto così: “Volete ricorrere al problema della denatalità negando alla donna la possibilità di interrompere una gravidanza indesiderata?”. Bisognerebbe chiedere a Pasquetti come pensa di risolvere il problema se non attraverso una cultura che sostenga la maternità sia economicamente sia culturalmente che legalmente…E che dire a Stella Bellini, Pd, convinta che la donna “si autodetermina” e che “queste mozioni sottendono un concezione della donna come una incapace” per cui aiutarla sarebbe un insulto alla sua dignità? Bisognerebbe chiedere cosa ne pensano tutte quelle persone felici di aver partorito accettando un aiuto.

Ma la totale incapacità di usare la ragione si riscontra nell’intervento di Fabiola Barcellani del Pd: “Io devo mettere al mondo il figlio a tutti i costi (come se l’aiuto fosse un obbligo, ndr) perché c’è una persona che mi scambia per una poveretta e mi aiuta?” E, dopo aver aggiunto che una donna non è in grado di crescere un figlio senza un uomo, ha continuato: “(Al bambino) devi dargli una dignità...i bambini dell’Africa vivono in mezzo alla strada e muoiono di fame. Voi vivete nel Mulino Bianco...Quante sono le coppie giovani che fanno 4 figli? Non ci sono…”. Infine, dopo questa serie di affermazione senza capo né coda e contrarie alla realtà (ci sono giovani che hanno 4 o più figli) ha poi messo la ciliegina sulla torta: “E’ come con gli animali, quando uno prende un gatto non è una cosa che la metti lì, ma devi poi occupartene” e poi “una donna che subisce abusi come fa a portare avanti una gravidanza?...sono convinta che non lo farà mai”. Eppure c’è chi ha trovato sollievo proprio accogliendo quel figlio.

Assenza di logica e follia, fino al ridicolo. E’ questo l’esito dell’ideologia che censura la realtà concreta della persona, dei suoi bisogni affettivi, economici, relazionali e che parla di "dramma" rifiutandosi di citarne la causa, il grande escluso dal dibattito, il bambino in grembo.