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mercoledì 31 marzo 2021

La Curia di La Spezia-Sarzana-Brugnato risponde al prete pro benedizioni gay don Giulio Mignani

Finalmente qualche reazione vescovile sulla grottesca vicenda del parroco pro sodomiti  che disse “ se non posso benedire le coppie omosessuali e allora non benedico nemmeno le palme“ (QUI la Bussola sulla vicenda e QUI il Corriere della Sera).
QUI una bizzarra intervista di don Mignani.
QUI il tweet di Diane Montagna.
Aspettiamo di vedere quali saranno le sanzioni canoniche per riparare, almeno in parte, lo scandalo nei confronti dei poveri fedeli, sia di Bonassola, che nazionali.
Luigi

Comunicato della Curia di La Spezia-Sarzana-Brunato
29-3-2021

Nonostante i vari interventi già compiuti personalmente negli ultimi anni dal Vescovo e i comunicati emanati per ribadire ai fedeli la posizione ufficiale della Chiesa, a fronte delle esternazioni di don Giulio Mignani in merito a temi riguardanti la fede e la morale, con dolore dobbiamo constatare quanto è nuovamente accaduto la scorsa Domenica delle Palme nelle parrocchie a lui affidate.

Don Giulio, oltre ad omettere la tradizionale benedizione dei rami di ulivo – a suo dire a motivo delle norme anti-Covid –, ha anche manifestato la sua presa di posizione sul “responsum” della Congregazione della Dottrina della Fede circa la possibilità di benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso.

Dato che tutto ciò ha suscitato disappunto tra i fedeli, ci corre il dovere di precisare quanto segue:

1) Le norme liturgiche prevedono la possibilità di benedire all'inizio della Santa Messa i rami di palma e di ulivo anche con la sola piccola processione del sacerdote da un punto della Chiesa all'altare. Ciò è sufficiente per fare memoria dell'entrata di Gesù in Gerusalemme, e non contravviene alcuna norma anti-covid.

2) È riprovevole omettere o compiere un gesto liturgico legando ciò ad un intervento di protesta personale, tanto più se rivolto ad un pronunciamento della Congregazione per la Dottrina della Fede, del quale il Santo Padre ha dato il suo assenso alla pubblicazione.

3) Il “responsum”, che invitiamo tutti a leggere con attenzione, e che è riportato integralmente
anche sul sito della Diocesi, espone in modo comprensibile con rispetto, serenità e verità il perché la Chiesa non dispone, né può disporre del potere di benedire dette unioni.

Su quanto avvenuto si sta valutando in merito nelle apposite sedi, a tenore della normativa canonica vigente.

6 commenti:

  1. il suddetto Giulio Mignani, purtroppo presbitero regolarmente incardinato, già in passato si è lanciato in dichiarazioni non solo a favore del 'matrimonio gay' ma anche dell'eutanasia https://www.ilsecoloxix.it/la-spezia/2018/01/08/news/biotestamento-il-parroco-di-bonassola-si-dice-favorevole-la-diocesi-posizioni-personali-1.30713811

    davanti a tutto ciò la diocesi si è limitata, a quanto riesco a vedere, a comunicati di chiarimento e a colloqui con il presbitero
    di fatto costui ha continuato a spargere i suoi gravi errori, frutto, da quello che si vede, di una formazione sbagliata e di una vocazione alla don Chichì, ovvero essere preti per voler 'fare del bene' in un senso solamente orizzontale
    forse è il momento di qualche azione più incisiva da parte del suo vescovo, tipo la sospensione a divinis, la scomunica, il cederlo come fidei donum alla diocesi di Irkutsk...

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  2. Il grosso problema, di cui molti preti si approfittano, è che il sacramento dell'Ordine è indelebile. Sanno che possono fare quello che vogliono, perché una volta ordinati son preti per sempre e mal che vada troveranno sempre un vescovo che gli darà uno stipendio. Forse il Padreterno non aveva pensato a questi inconvenienti quando istituì il sacerdozio. Se quello di prete fosse un lavoro come un altro con contratto che preveda il licenziamento, certi elementi ci penserebbero due volte prima di fare gli originali.

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    1. Lui rimane sacerdote in eterno vero ma la Chiesa può sempre ridurlo alla stato laicale e non farglielo più ""fare""

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  3. Quindi non è la prima volta che viene richiamato. A questo punto direi che il ruolo di parroco non gli compete perché con le sue posizioni ideologiche compromette la fede dei suoi parrocchiani.

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  4. Bella la risposta del vescovo, uno dei pochi degni di questo nome grazie alle vecchie nomine di BENEDETTO XVI... però basta quel prete ha usato un rito della settimana santa, uno dei riti più amati e sentiti dai fedeli...per la sua polemica col Vaticano! È gravissimo che scandalo per tante anime, che traviamento; chissà quanti hanno detto: beh se anche il nostro parroco vuol benedire le unioni gay allora è giusto!' Eh no questo prete il parroco non deve più farlo, anzi andrebbe ridotto allo stato laicale. Meglio uno in meno che un simile scandalo. Quando non sarà più prete non farà più notizia

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  5. Questo non è un prete è un attivista politico e ce ne sono tanti ahimè che fanno guai da sinistra e da destra e andrebbero ridotti allo stato laicale così da darsi alla politica e trovare finalmente pace. Purtroppo la confusione è dilagante

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