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martedì 12 gennaio 2021

Per il Papa il vaccino è una luce di speranza per tutti e obbligo etico. E Gesù?

La Chiesa “rovesciata” (vedere foto in fondo al post), la speranza non sembra essere più il Bambino Gesù ma - in maniera equivoca - il vaccino: "Oggi, in questo tempo di oscurità e incertezze per la pandemia, appaiono diverse luci di speranza, come le scoperte dei vaccini". 
Ben vengano i vaccini, ma è Gesù che ci salva!
QUI un durissimo post di Diego Fusaro sulla notizia.
QUI, a valle dell'intervista del S. Padre in cui parla di "dovere etico di farsi il vaccino", un commento di don Alfredo Morselli e QUI uno di Aldo Maria Valli e QUI Cascioli.
Le parole nell'intervista di Francesco (in fondo al post lo spezzone di video): “Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino, è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri” sono in contrasto - mi sembra - con la recente Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19 (21 dicembre 2020) si legge: “[…] appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria” (n. 5)".
“Sia invece il vostro parlare sì, sì, no, no; il di più viene dal maligno” (Mt 5,37).
Difficile accettare certe affermazioni del S. Padre! 
Chiediamo al Padrone della messe di ridarci un Pastore che curi le sue pecore e di non  abbandonarci.
Siamo fedeli cattolici: NON possiamo e NON vogliamo essere contro il Papa, ma pensiamo di poter avere una opinione diversa in ambiti ESTERNI alla Fede e al suo magistero. Chiaro?
(questo per evitare equivoci)
Luigi


 “In questo momento storico, segnato dalla crisi ecologica e da gravi squilibri economici e sociali, aggravati dalla pandemia del coronavirus, abbiamo più che mai bisogno di fraternità. E Dio ce la offre donandoci il suo Figlio Gesù: non una fraternità fatta di belle parole, di ideali astratti, di vaghi sentimenti… No. Una fraternità basata sull’amore reale, capace di incontrare l’altro diverso da me, di con-patire le sue sofferenze, di avvicinarsi e prendersene cura anche se non è della mia famiglia, della mia etnia, della mia religione; è diverso da me ma è mio fratello, è mia sorella. E questo vale anche nei rapporti tra i popoli e le nazioni: fratelli tutti!
Nel Natale celebriamo la luce del Cristo che viene al mondo e lui viene per tutti: non soltanto per alcuni. Oggi, in questo tempo di oscurità e incertezze per la pandemia, appaiono diverse luci di speranza, come le scoperte dei vaccini. Ma perché queste luci possano illuminare e portare speranza al mondo intero, devono stare a disposizione di tutti. Non possiamo lasciare che i nazionalismi chiusi ci impediscano di vivere come la vera famiglia umana che siamo. Non possiamo neanche lasciare che il virus dell’individualismo radicale vinca noi e ci renda indifferenti alla sofferenza di altri fratelli e sorelle. Non posso mettere me stesso prima degli altri, mettendo le leggi del mercato e dei brevetti di invenzione sopra le leggi dell’amore e della salute dell’umanità. Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi!”