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domenica 26 aprile 2020

La Chiesa della misericordia colpisce un altro vescovo

Un altro vescovo fedele alla dottrina  dimissionato.
Vedere anche Sabino Paciolla QUI.
Luigi

Marco Tosatti, 16-4-20

La Chiesa della misericordia ha colpito ancora, e questa volta sotto la scure è caduto un vescovo spagnolo, ma titolare della diocesi di Callao in Perù, vicino al Movimento Neocatecumenale, e a quanto pare, responsabile di essere stato vicino anche all’ex arcivescovo di Lima, Luis Cipriani (Opus Dei) sostituito dal super progressista e Teologia della Liberazione Carlos Castillo Mattasoglio. Ora sia i Neocatecumenali che l’Opus Dei non sembrano godere particolare favore presso la corte del Pontefice regnante (non abbiamo trovato traccia, nella sua biografia dell’ordinazione episcopale del Prelato attuale dell’Opus, nonostante che abbia assunto quella carica nel 2017; e a parte un caso in una zona remota dell’Asia non ci ricordiamo di nomine episcopali di sacerdoti dell’Opus Dei, sotto questo pontificato).
Il bollettino ha dato sobriamente la notizia della decapitazione: “Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Callao (Perú), presentata da S.E. Mons. José Luis del Palacio y Pérez-Medel.

Il Santo Padre ha nominato Amministratore Apostolico “sede vacante”, della Diocesi di Callao S.E. Mons. Robert Francis Prevost, O.S.A., Vescovo di Chiclayo”.

Del Palacio era da otto anni vescovo di Callao, nel Paese in cui ha svolto lavoro missionario dal 1976 – quarantaquattro anni – dove si è occupato prevalentemente di poveri ed emarginati, e ha creato case di accoglienza e un seminario missionario “Redemptoris Mater e Giovanni Paolo II” situato nella zona più depressa della zona di Callao. “Ama e fai ciò che vuoi” è il suo motto episcopale, e da vescovo ha basato il suo lavoro su tre obiettivi: vocazioni, istruzione e carità. E, fra l’altro, ha dato impulso all’assistenza pastorale ai detenuti reclusi del penitenziario Sarita Colonia. Insomma, aveva tutto quello che poteva permettergli di piacere al Sommo Pontefice. Ma…secondo quanto ci dicono – e che ancora non abbiamo potuto verificare, ma le fonti sono buone – il peccato originale (Cammino neocatecumenale), quello secondario (vicinanza la cardinale Luis Cipriani) e il fatto che non vedesse di buon occhio alcune innovazioni – per esempio la comunione ai divorziati risposati – l’hanno messo nel mirino dei poteri forti episcopali del Perù, iper-progressisti, guidati dal nuovo arcivescovo di Lima, e così senza ragioni apparenti è stato obbligato a dare le dimissioni. Senza appello, senza essere ricevuto da papa Bergoglio, senza una motivazione reale. Un caso che ricorda quello – altrettanto pesante – di mons. Livieres Plano, della diocesi di Ciudad del Este, licenziato senza ragione apparente, e che attese per due settimane a Roma di essere ricevuto dal papa. A monsignor Livieres Plano non venne mai permesso di vedere il dossier elaborato dal visitatore apostolico e neppure, seppur presente a Roma il giorno dell’annuncio della sua rimozione, ebbe esaudita la richiesta di un colloquio con papa Francesco., e alla fine tornò a casa, dove morì due anni più tardi.

La comunicazione della sostituzione di Del Palacio il vescovo l’ha ricevuta – un gesto di indubbia delicatezza clericale – alla vigilia di Pasqua. Nel suo messaggio ai fedeli di Callao Del Palacio dice: “Certo che perdono i fratelli che mi hanno offeso e diffamato, e non ho alcun risentimento nel mio cuore, che Dio li benedica”, e chiede perdono “a tutti per il mio carattere, per i miei peccati, siamo tutti peccatori, chiedo il vostro perdono”. A quanto pare negli ultimi mesi c’erano stati contrasti fra diversi sacerdoti “progressisti” e membri del Cammino Neocatecumenale, ed erano partite accuse – anche anonime – nei confronti del vescovo, che secondo alcune fonti “”Ha un carattere complicato, difficile”, e indicano un pessimo rapporto con l’attuale arcivescovo di Lima, Carlos Castillo. E nella Chiesa della misericordia tanto basta.

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