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mercoledì 12 febbraio 2020

Magister sull'Esortazione Apostolica. "no celibato nè ordinazioni femminili". Ratzinger fondamentale!

Dal blog di Sandro Magister, in cui il giornalista commenta, allineandosi con MiL, il testo dell'Esortazione sull'Amazzonia. 
Qui anche un primo commento di don Nicola Bux (da Il pensiero cattolico), che dice: 
"I vescovi dell'Amazzonia chiederanno all'Autorità competente, il Papa - come previsto dall'Esortazione - in ragione della loro situazione particolare, di potersi servire del Documento finale del Sinodo, per venire incontro alle esigenze delle comunità, giacché quel che dice su di esso può essere inteso, dal punto di vista canonico, come un'approvazione espressa alla luce della costituzione apostolica del settembre 2018, Episcopalis Communio. Si comprende quali siano quelle esigenze. Del resto, ci sono in questa esortazione delle aperture problematiche forse ben maggiori del tema dello stesso celibato, che ha quasi del tutto assorbito il dibattito, facendo passare in secondo piano le altre criticità concernenti il sinodo amazzonico."
Roberto

Il silenzio di Francesco, le lacrime di Ratzinger
e quella sua dichiarazione mai pubblicata. 
Di Sandro Magister

Ciò che più colpisce nell’esortazione apostolica postsinodale “Querida Amazonia”, resa pubblica oggi, 12 febbraio 2020, è il suo totale silenzio sulla questione più attesa e controversa: l’ordinazione di uomini sposati.

Nemmeno la parola “celibato” vi compare. Papa Francesco auspica che “la ministerialità si configuri in modo tale da essere al servizio di una maggiore frequenza della celebrazione dell’eucaristia, anche nelle comunità più remote e nascoste” (n. 86). Ma ribadisce (al n. 88) che soltanto il sacerdote ordinato può celebrare l’eucaristia, assolvere dai peccati e amministrare l’unzione dei malati (perché anch’essa “intimamente legata al perdono dei peccati”, nota 129). E non dice nulla sull’estensione dell’ordinazione ai “viri probati”.

Nessuna novità neppure per i ministeri femminili. “Se si desse loro accesso all’ordine sacro”, scrive Francesco al n. 100, “ci si orienterebbe a clericalizzare le donne” e “a ridurre la nostra comprensione della Chiesa a strutture funzionali”.

La curiosità che sorge immediata, dalla lettura di “Querida Amazonia”, è dunque di capire in
quale misura il libro bomba scritto dal papa emerito Benedetto XVI e dal cardinale Robert Sarah in difesa del celibato del clero, pubblicato a metà gennaio, abbia influito sull’esortazione e in particolare sul suo silenzio circa l’ordinazione di uomini sposati.

A questo scopo vanno aggiunte alcune informazioni in più rispetto a quelle già note, su ciò che accadde nei giorni roventi seguiti alla pubblicazione del libro.

La sequenza già nota dei fatti è stata a suo tempo documentata da Settimo Cielo nei tre “Post Scriptum” in coda a questo articolo del 13 gennaio:


Ma da più fonti tra loro indipendenti Settimo Cielo ha successivamente avuto notizia di almeno quattro fatti in più, di importanza rilevantissima.

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Il primo è avvenuto la mattina di mercoledì 15 gennaio.

Lungo tutta la giornata di martedì 14 l’attacco condotto dalle correnti radicali contro Ratzinger e Sarah aveva avuto un crescendo devastante, alimentato di fatto dalle ripetute smentite del prefetto della casa pontificia Georg Gänswein di una corresponsabilità del papa emerito nella composizione e nella pubblicazione del libro, fino a chiedere il ritiro della sua firma, e inutilmente contrastato dalla precisa e documentata ricostruzione, resa pubblica da Sarah, della genesi del libro stesso per opera concorde dei suoi due coautori.

Ebbene, la mattina di mercoledì 15 gennaio, mentre papa Francesco stava tenendo la sua udienza generale settimanale e Gänswein sedeva come di regola al suo fianco nell’aula Paolo VI, lontano quindi dal monastero Mater Ecclesiae che è la residenza del papa emerito di cui egli è segretario, Benedetto XVI alzò di persona il telefono e chiamò Sarah prima a casa, dove non lo trovò, e poi in ufficio, dove il cardinale rispose.

Benedetto XVI espresse, accorato, a Sarah la sua solidarietà. Gli confidò di non riuscire a comprendere le ragioni di un’aggressione così violenta e ingiusta. E pianse. Anche Sarah pianse. La telefonata si chiuse con entrambi in lacrime.

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Il secondo fatto reso noto qui per la prima volta è avvenuto durante l’incontro tra Sarah e Ratzinger, nella residenza di quest’ultimo, la sera di venerdì 17 gennaio.

Quella sera stessa, il cardinale riferì dell’avvenuto incontro in tre tweet, nei quali confermava la piena concordia tra lui e il papa emerito nella pubblicazione del libro.

Ma non disse che durante quello stesso incontro – in realtà svoltosi in due momenti distinti, prima alle 17 e poi alle 19 – Benedetto XVI aveva scritto assieme a lui un conciso comunicato che intendeva rendere pubblico con la firma del solo papa emerito, per attestare la piena consonanza tra i due coautori del libro e invocare la cessazione di ogni polemica.

Ai fini della pubblicazione, Gänswein consegnò la dichiarazione – di cui Settimo Cielo è in possesso e in cui il tratto personale, persino autobiografico, di Ratzinger traspare evidente – al sostituto segretario di Stato Edgar Peña Parra. Ed è ragionevole ipotizzare che questi ne abbia informato sia il proprio diretto superiore, il cardinale Pietro Parolin, sia lo stesso papa Francesco.

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Sta di fatto – ed è la terza notizia fin qui inedita – che questa dichiarazione del papa emerito non ha mai visto la luce. Ma è stata verosimilmente all’origine della decisione di Francesco di esonerare da lì in poi da ogni presenza visibile al proprio fianco il prefetto della casa pontificia Gänswein.

L’ultima di queste apparizioni pubbliche risale alla mattina di quello stesso venerdì 17 gennaio, in occasione della visita in Vaticano del presidente della Repubblica Democratica del Congo. Dopo di che Gänswein non è più comparso accanto al papa, né nelle udienze generali del mercoledì, né nelle visite ufficiali del vicepresidente americano Mike Pence, del presidente iracheno Barham Salih e di quello argentino Alberto Fernández.

Agli occhi di papa Francesco la dichiarazione di Benedetto XVI aveva infatti comprovato l’inattendibilità delle ripetute negazioni fatte da Gänswein della corresponsabilità del papa emerito nella composizione del libro.

In altre parole, l’opposizione del papa emerito a che il suo successore cedesse alle correnti radicali sul fronte del celibato del clero risaltava a questo punto a tutto tondo, senza più alcuna attenuazione.

E tutto questo a pochi giorni dalla pubblicazione dell’esortazione postsinodale in cui molti, in tutto il mondo, aspettavano di leggere un’apertura di Francesco all’ordinazione di uomini sposati.

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A corollario di tutto ciò, va data notizia anche del ruolo che il cardinale Parolin ha svolto in questa vicenda.

Quando infatti mercoledì 22 gennaio l’editore Cantagalli ha pubblicato un comunicato riguardante l’imminente uscita del libro in Italia, con pochissime e marginali variazioni rispetto all’originale francese, non è stato detto che quel comunicato era stato precedentemente visto e limato riga per riga dal cardinale segretario di Stato, che ne aveva infine vivamente incoraggiata la pubblicazione.

Un comunicato nel quale il libro di Ratzinger e Sarah è definito “un volume dall’alto valore teologico, biblico, spirituale ed umano, garantito dallo spessore degli autori e dalla loro volontà di mettere a disposizione di tutti il frutto delle loro rispettive riflessioni, manifestando il loro amore per la Chiesa, per Sua Santità papa Francesco e per tutta l’umanità”.

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