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lunedì 2 dicembre 2019

Abbazia di Farfa: alcune scene di un film "per certi versi dissacrante" sono state girate nel presbiterio della chiesa!

AGGIORNAMENTO

Fonti vicine alla Comunità Benedettina di Farfa ci hanno fatto sapere che i Monaci NON sapevano delle riprese del film in questione all'interno della loro chiesa abbaziale, che in parte appartiene all'Ente FEC  anche se il Priore ne è custode.
Le stesse fonti hanno voluto poi sottolineare che il Priore Conventuale e i  Confratelli Monaci essendo fedeli alla Santa Regola di San Benedetto sono particolarmente rispettosi della sacralità della chiesa e dei sacri spazi monasteriali.
La vicenda, per i suddetti motivi amministrativi, sarebbe quindi del tutto estranea alla vita monasteriale della Comunità di Farfa e ci scusiamo per questo.

Ancora un caso di desacralizzazione degli spazi sacri di una chiesa consacrata al solo culto divino : un’ irriverente offesa ( come accenna anche l’articolo) alla santa regola benedettina che ha scandito per secoli il sacro ritmo della preghiera e della contemplazione dei monaci che hanno seguito il valore fondamentale del dolce comando di San Benedetto da Norcia "Nulla anteporre all'amore di Cristo".  
Una delle scene di un film (leggi sotto), che talvolta sono accompagnate da un linguaggio
di basso livello, e' stata persino girata nel presbiterio dell'Abbadia di Farfa  nonostante all'entrata della chiesa sopra il portale troneggi un imponente affresco del Giudizio Universale. (v.sotto)
Ci rattrista grandemente la dissacrazione della Chiesa dell'Abazia di Farba: tempio della spiritualita' e della cultura benedettina  nonchè "monumento nazionale". 
Non si poteva far girare la scena del film"Cetto c'è"in un  ambiente estraneo all'Abbazia senza profanare la gloriosa chiesa abbaziale irridendo la sacra "fuga mundi" che caratterizza la vita austera e contemplativa di una comunità benedettina?
AC


"Cetto c'è": 
Antonio Albanese all'abazia di Farfa per girare il suo film 

 “Cetto c’è, ed è all’abbazia di Farfa”. 
E’ stato un pomeriggio per certi versi “dissacrante”, quello di oggi, per l’austero ambiente dell’abbazia benedettina di Farfa.
Dove sono iniziate le riprese di “Cetto c’è”, terza pellicola che avrà come protagonista uno dei personaggi, forse, meglio riusciti tra le istrioniche e caleidoscopiche rappresentazioni attoriali di Antonio Albanese. 
Ovvero Cetto La Qualunque, il politico calabrese che incarna in chiave ironica e dissacrante i vizi (per lo più) e le virtù della classe politica Made in Italy. 
E sono stati in molti, tra i residenti e i commercianti del borgo, ad approfittare delle riprese per scattare qualche istantanea con il celebre attore comico. (Possibile che nessuno abbia gridato allo scandalo che tali riprese cinamatografiche siano state effettuate  all'interno della chiesa abbaziale? Nessuno che se ne sia accorto e  che abbia invocato le preghiere di riparazione?" N.d.R.)

Fonte: Corriere di Rieti QUI


Passiamo alle cose belle: nell'Abbazia di Farfa ce ne sono moltissime fra cui uno stimato  Corso di canto gregoriano estivo giunto alla VII edizione ( QUI ).
Sulla controfacciata della chiesa abbaziale di Farfa si ammira grande Giudizio Universale opera del pittore fiammingo Beker (1561) 
L'Abbazia fu confiscata dallo stato italiano per passare in mano dei privati.  
Fu infine donata nel 1919 dal Conte Giuseppe Volpi di Misurata ai Monaci Benedettini della Congregazione Cassinese. 
Successivamente un gruppo di monaci inviati dal Beato Alfredo Ildefonso Schuster, poi abate dell'Abbazia di San Paolo Fuori le Mura a Roma, ha dato una nuova vita all'Abbazia di Farfa. 
Nel 1928 Farfa è stata dichiarata monumento nazionale. 
Sarebbe un buon e santo proposito organizzare un pellegrinaggio interregionale dei gruppi liturgici legati alla venerabile Liturgia antica nell'Abbazia di Farfa: sperando che in quel sacro luogo  qualcuno dei nostri giovani possa perfezionare la propria vocazione.
C'è tanto bisogno di nuove e sante vocazioni alla vita sacerdotale , religiosa e soprattutto all'esperienza comtemplativa: " il grande monaco rimane un vero maestro alla cui scuola possiamo imparare l’arte di vivere l’umanesimo vero."  ( Benedetto XVI, "famosa" Udienza Generale 9 aprile 2008)

QUI il sito ufficiale dell'Abbazia 



7 commenti:

  1. Profanare le chiese con manifestazioni non religiose è ormai pratica comune che non trova regola e correzione, anzi, talvolta incentivazione, da parte delle autorità ecclesiastiche: pranzi, riunioni socio-politiche fatte passare per carità cristiana, convegni laici fino a laicisti, films, fiere commerciali, etc. etc. L'episodio di Farfa, cenacolo millenario di spiritualità benedettina sulle quali l'Europa ha piantato le sue radici cristiane, rivela oltre alla perdita della fede una mentalità bottegaia da parte di Ordini religiosi ( sic !), magar per compensare la perdita di introiti con i matrimoni religiosi sempre più in rapido calo. Ma, perdonate dimenticavo, che sono i "segni dei tempi" che bisogna accettare come mi diceva un prete conosciuto per caso, per mettersi con la coscienza ' a posto' !

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    1. Non è altro che la conseguenza di quell'avanspettacolo che tanto spesso assume il NO.

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  2. "Complimenti" a Eugenio Gargiulo per aver permesso la profanazione. E' doveroso omettere Rev.mo Priore Conventuale Padre Dom OSB. Il Gargiulo è un miscredente.

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  3. Hanno vietato un concerto di Mozart perchè era massone....quindi anche la Nuova Messa non dovrebbe essere celebrata perchè creata da Bugnini il massone?

    https://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/arte_e_cultura/19_dicembre_02/priore-santa-croce-dice-no-requiem-mozart-basilica-08714e42-14f0-11ea-8e22-94c28971ad06.shtml

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  4. Se i monaci si dissociano dalla profanazione della loro millenaria chiesa che ha origini paleocristiane, si facciano sentire perché la Santa ( ahimè, sempre meno !) Sede ordini l'elezione di un nuovo abbate, come avvenuto a Montecassino dopo lo scandalo dell'allegro dom Pietro. Ma, quelli erano altri tempi, meno misericordiosi.

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  5. Certamente i bravi monaci non si erano accorti e non sapevano nulla: decine di lavoranti, di attori e di cineoperatori che si aggiravano all'interno e all'estero dell'Abazia. Ma loro non sapevano niente: per regolamentazione di legge del FEC, organismo che dipende dalla prefettura locale, ogni attività deve essere concordata con il sacerdote o con il custode religioso della struttura.

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