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giovedì 10 ottobre 2019

Don Alfredo Morselli: Sarah tra Scilla e Cariddi

Ieri MiL (QUI) ha pubblicato integralmente l'intervista al card. Robert Sarah su Corriere della Sera.

L'amico e valente teologo don Alfredo Morselli ci ha inviato questo breve ma denso contributo.
Noi  ricordiamo, di nuovo, il teologo Ratzinger sull'elezione del Sommo Pontefice: «...Direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione,ma piuttosto da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto» (Cfr. Tempi QUI ) parole e concetti che fanno rima con il famoso detto attribuito a San Vincenzo de Lerinz: "lo Spirito Santo alcuni papi li sceglie, altri li tollera, altri li impone come punizione".
Luigi

Sarah tra Scilla e Cariddi 
di don Alfredo Morselli 

Eminenza, da che parte sta? 

Appena uscito il libro del Card. Sarah, sul quale ci siamo buttati in tanti - come degli smarriti nel deserto si butterebbero nel laghetto di un oasi dopo un lungo cammino senz’acqua -, sono stato letteralmente bombardato da due tipi di messaggi, tutti da cari
amici. 
Quelli che mi ritengono un “nemico del Papa”, per il fatto che ho raccolto il testimone di Caffarra (ho giurato sulla sua tomba di farlo) e tengo vive le profonde ragioni dei dubia, mi hanno scritto: - hai visto cosa ha detto il tuo amico Sarah? “chi è contro il Papa è ipso facto fuori dalla Chiesa… ogni Papa è ‘giusto’ per il suo tempo, la provvidenza ci vede benissimo”; beccati questa. – 
D’altra parte lo stesso Cardinale ha sparato delle bordate mica da ridere, soprattutto quando afferma che la «La Chiesa vive il mistero di Giuda, il tradimento della fede», - cioè il tradimento da parte dei suoi – anche per quanto riguarda la fede; non mettere in relazione queste deviazioni con alcuni atti di questo pontificato è oggettivamente arduo. Alla fine, il tutto sembra contraddittorio; ma, dopo aver letto il libro, mi è sembrato di aver compreso lo spirito del Cardinale, tutt'altro che ambiguo o altalenante. 

Il mistero del Papato 

Il problema è che il Papato è un mistero e i misteri… sono misteri. 
Ario aveva la difficoltà della apparente contraddizione tra il primato del Padre e la consostanzialità del Figlio. Volendo eluderla è caduto nell'eresia. 
Noi ci troviamo davanti a un Papa che non è quello che un Papa dovrebbe essere ed è Papa. Alcune delle vie per eludere il problema fino ad ora sono eresia. 
Sarah non fa compromessi, ma definisce i paletti entro i quali bisogna stare. 
Sbaglia chi è papolatra, chi crede che ogni flatus vocis del Papa sia da difendere a prescindere; e così ogni suo atto (interviste, exploit vari etc). 
Ma sbaglia chi scioglie il Papato in una categoria naturale, da poter demolire sbeffeggiare, oltraggiare, deporre, dichiarare invalido o eretico formale sulla base di un giudizio privato. 
Inoltre sbaglia chi dimentica la sempre doverosa pietas nei confronti del Vicario di Cristo, pur essendo egli talvolta oggettivamente irritante (a dir poco). 
Forse il danno maggiore che ha fatto Francesco è lasciare che il Papato fosse oggetto di discorsi da bar, profondamente desacralizzato. 
Sì, ha desacralizzato il Papato; un motivo di più per non cadere nella trappola di questa desacralizzazione: Francesco se tu fossi solo "il vero leader della sinistra mondiale" (cit.) potrei insultarti, separarmi da te etc. 
Ma Tu sei Pietro, e tutta la mia opposizione amorosa non è altro che dirti "sii Pietro", non il Pietro che ascolta la carne e il sangue, ma il Bar Ionah, (ebr. =Figlio della Colomba), che mentre comprende in sé tutta la Colomba (la Chiesa sposa di Cristo), ascolta la Colomba della Spirito; e io dò la vita nella Chiesa e per la Chiesa di Pietro. 
Questo credo sia il discorso di fondo di Sarah. 

Conclusione 

Se non fossi tradizionalista, permettetemi la battuta - e quindi non farei mai una cosa del genere aborrendo le canzonette liturgiche - quasi quasi come canto di ingresso domenica prossima farei cantare “Vogliamo un Papa nero” del gruppo musicale “Pitura freska” (in ogni caso sempre meglio di tanta robaccia oggi schitarrata nelle chiese-discoteche d’Italia).

3 commenti:

  1. A proposito del "teologo Ratzinger" non dimentichiamo che presentando alla stampa il documento Istruzione «Donum Veritatis» sulla vocazione ecclesiale del teologo - redatto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e resa pubblica il 24 maggio 1990, il Cardinale Joseph Ratzinger ha affermato che gli insegnamenti dei Pontefici contro il modernismo, il liberalismo e l'evoluzionismo sono ormai desueti. Secondo il futuro Benedetto XVI, queste condanne erano valide solamente per i tempi in cui furono scritte, per scopi pastorali. Sarebbe ora che Ratzinger/Benedetto XVI venisse inquadrato per intero e non soltanto per quello che ha detto e fatto (vedi Summorun Pontificum) di stampo tradizionale.
    Voler sorvolare sul fatto che il Vaticano II, a partire da Roncalli, ha suscitato inevitabilmente papi più o meno modernisti per culminare con Bergoglio (e chissà chi verrà dopo!) vuol dire essere ciechi o far finta di esserlo.

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    1. Concordo. E' vero che con il Summorum Pontificum Benedetto XVI ha messo un bel bastone fra le ruote del carrozzone post-conciliare, ma anche lui ha le sue grosse responsabilità moderniste sia da teologo (in giacca e cravatta ai tempi del concilio) sia da pontefice.

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  2. Indubbiamente assistiamo a espressioni non sempre comprensibili della Chiesa militante. Come nel caso di Vicofaro (Pistoia), dove il parroco ha adibito la chiesa a dormitorio di immigrati. E il culto ne sta soffrendo, allontanando fedeli. Occorre (ri)stabilire le priorità della Chiesa!

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