Pagine

venerdì 5 aprile 2019

"Culture war" e ciurlatori. i 4 dell'Ave Gender: Antonio, Pietro, Francesco e Alberto.

“Culture war” e ciurlatori 

Culture war” significa “guerra culturale”. Ora, a parte lo stomachevole vizio dell’abuso di termini angloamericani che fa tanto “trendy” … chiedo scusa … che va di moda, con gravissimo inquinamento della meravigliosa lingua italiana, quella, per intenderci, di Dante e Petrarca, geni italici che gli angloamericani si sognano, non si vede che altro possa rappresentare lo scontro fra il Pensiero Unico e il Pensiero Libero, se non, appunto, una guerra culturale, ammesso e non concesso che il Pensiero Unico possa avere a che fare con la CULTURA, che è una parola molto, molto seria. 

Quando il radical-catto-comunista Antonio Spadaro afferma gesuiticamente che «la cultura della famiglia non può essere la parte strumentale di una “culture war”. È un errore di metodo dunque finisce per esserlo di sostanza», egli non fa che ciurlare nel manico, che, secondo il Vocabolario Treccani significa: «Vacillare, tentennare, dimenarsi, sottrarsi con abili raggiri o continui rinvii a un impegno, non essere fermo nelle proprie idee e nei propositi». Inutile aggiungere che Antonio non si rende affatto conto di essere un provetto ciurlatore. 

Sì, Antonio il Ciurlatore se ne esce con una frase sconclusionata, fumosa, tipica di una mente che si dimena nel grigiore dell’indeterminatezza per restare a galla nelle acque maleodoranti del Pensiero Unico, come fa del resto il suo superiore in quel di Santa Marta, che commentando le parole di un altro ciurlatore, cioè del segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin: «La sostanza è corretta, il metodo è sbagliato», non poteva che dire: «Ho letto la risposta del segretario di Stato sul convegno di Verona e mi è sembrata equilibrata». Si noti: risposta “equilibrata”, che di conseguenza imprime, sempre gesuiticamente, il marchio dello squilibrio sullo svolgimento del Congresso di Verona. 

Quindi Antonio, Pietro e Francesco, il Trio Ciurlatore perfettamente “al passo con i tempi”, sono in pieno equilibrio riguardo al Pensiero Unico che ovviamente li applaude, confermandosi così che essi, come il Pensiero Unico, non sono ne carne … al femminile, ne pesce ... al maschile. 

Invece, è la sostanza che determina il metodo: se la sostanza è un determinato filone di pensiero, il metodo non potrà essere che quello della parola e degli atti che lo esternano. Non si capisce pertanto che diavolo (è il caso di dirlo) vadano cianciando tutti quelli che ormai sono ex pastori del gregge passati dalla parte dei lupi e gli sciami dei fastidiosi albertimelloni che infestano l’aria ed etichettano i partecipanti al Congresso di Verona come: «l’Amalgama Nera che … salda la componente clerico-fascista del tradizionalismo cattolico, l’evangelicalismo suprematista …». Melloni il Rosso Daltonico che critica il Nero: non c’è da scompisciarsi? 

Antonio, Pietro, Francesco e Alberto: i Quattro dell’Ave Gender, che con la scusa ridicola del “metodo sbagliato” vorrebbero zittire il Pensiero Libero. Decisamente più simpatici e meno pericolosi i Quattro dell’Ave Maria.

1 commento:

  1. Certi moralisti continuano a confondere l'ambito privato (che è quello a cui si riferiva Gesù) con quello pubblico. Se le nazioni cattoliche del passato, anziché reagire, avessero attuato una sorta di "cultura pacifica" ora saremmo islamici...

    RispondiElimina