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mercoledì 26 settembre 2018

Conferenza stampa blindata del S. Padre in aereo

Ma non doveva essere il pontificato della trasparenza e della parresia?
Per l'articolo completo della Bussola QUI.
Stiamo aspettando quello che la Sala Stampa Vaticana pubblicherà: per ora non è ancora uscito nulla.
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La Nuova Bussola quotidiana, 26-9-18

Una conferenza stampa “blindata”, quella del Pontefice sull’aereo che lo riportava a Roma dopo il viaggio nelle Repubbliche Baltiche. Il Pontefice – che secondo alcuni colleghi che erano sul volo appariva nervoso, e in difficoltà, - non voleva rispondere a domande che non avessero per tema il viaggio appena concluso. Per cui niente domande sul caso McCarrick, sulla testimonianza dell’arcivescovo Viganò, sul caso del cardinale Murphy O’Connor.
In pratica non è stato permesso a nessuno del gruppo anglofono – i più determinati a chiedere spiegazioni sui temi scottanti – di porre domande. Quando una collega si è avvicinata, per ripetere la domanda fatta da Anna Matranga della CBS nel viaggio di ritorno da Dublino, e cioè di quando era stato informato dei crimini di McCarrick, le è stato chiesto se la domanda era sul viaggio. La collega ha detto no, è un follow up delle domande del mese scorso. Le è stato risposto: devi aspettare, prima il viaggio. E poi naturalmente non le hanno più dato la parola. Molti colleghi del gruppo anglofono erano sbalorditi e irritati per questa mancanza di disponibilità, e per questa forma di censura preventiva. Tanto più straordinaria da parte di chi raccomanda continuamente dialogo e franchezza.

Quindi, a un mese di distanza dall’apparizione della testimonianza di mons. Viganò, non c’è ancora una risposta – o una smentita – alle affermazioni dell’ex nunzio. E soprattutto manca una risposta da parte del principale protagonista di questa vicenda, chiamato in causa personalmente nel suo rapporto con McCarrick, e accusato di avere riabilitato e aver elevato a rango di consigliere principale per gli USA il cardinale predatore omosessuale. Dopo aver glissato un mese fa, il Pontefice in difficoltà continua a evitare l’argomento.
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Sugli abusi c’è stato un accenno, in relazione a quanto detto ai giovani a Tallinn. La pedofilia - ha osservato papa Bergoglio “c’è dappertutto, ma nella Chiesa è più scandaloso perché deve portare i bambini a Dio e non distruggere”. Sul rapporto della Pennsylvania ha detto: “Vediamo che i primi 70 anni c’erano tanti preti che sono caduti in questa corruzione, poi in tempi più recenti è diminuito, perché la Chiesa se ne è accorta che doveva lottare in altro modo”.

Aggiornamento:
Padre Fessio sulle mancate risposte (QUI TOSATTI); "La stessa domanda di chiarezza viene, ed è cosa di questi giorni, anche da un importante gesuita americano, Joseph Fessio, fondatore della casa editrice Ignatius Press. Intervistato dalla CNN ha definito “deplorevole” il rifiuto del Pontefice di rispondere. “Attacca Viganò e chiunque chieda risposte – ha detto Fessio. – Trovo questo deplorevole”. E ha aggiunto: “Sia un uomo. Si alzi in piedi e risponda alle domande”. “Credo che l’idea che sto esprimendo qui sia valida, e anche se forse dovrei temperarla un po’, credo che vada detta. E forse…aiuterà il Papa a parlare chiaramente. Sembra che lui voglia franchezza, no? Parla di franchezza e sincerità e di non aver paura di dire quello che uno pensa”."

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