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sabato 10 marzo 2018

"Lutero si diede da fare a far conoscere la Bibbia perchè nella Chiesa c'era stata carenza di maestri delle Sacre Scritture"

Mons. Pericle Felici , Segretario Generale del CVII ebbe a scrivere, con l'arguzia che lo contraddistinguevaQuesto concilio ha suscitato un gran fermento: la pastorale, l’ecumenismo, la libertà; ha aperto la bocca a tanti sconsiderati, che finora avevano provvidenzialmente taciuto!…» (Il “diario” conciliare di mons. Pericle Felici, data: 13-10-1964; pag. 428; a cura di mons. Agostino Marchetto, LEV, 2015)
Fra i tanti "sconsiderati" che parlano a vanvera, mentre prima avevano "provvidenzialmente taciuto", annoveriamo purtroppo un altro Sacerdote  inneggiante a Lutero. 
Postiamo , seppur in forma ridotta per motivi di spazio, un articolo che analizza alcune improvvide considerazioni di un Sacerdote, che è molto stimato per  zelo pastorale ( non conosce riposo alcuno ) e per la sua adesione convintamente luminosa al Magistero della Chiesa, come si evince  dai suoi scritti e dal suo insegnamento.
Nel clima generale di confusione bisogna però essere ben accorti perchè non si scambino... "le lucciole per lanterne"...
Il ravvedimento poi è essenziale!
AC   

Davvero la Chiesa non ha avuto per secoli Maestri della Sacra Scrittura? 

Continua la campagna diffamatoria del clero modernista contro la Chiesa di sempre. 
Chi ricorre alla menzogna — consapevolmente o inconsapevolmente — è palesemente nel torto, diventando un “utile idiota del diavolo”. 
La neochiesa ( termine che a noi NON piace - lo ribadiamo senza se e senza ma- N.d.R.) ha il potere, ma è alle strette, perché è vero che la Chiesa cattolica difende la Verità, ma è altrettanto vero che è la stessa Verità il difensore della Chiesa di sempre. 
Non ce lo inventiamo noi. 
Ci è stato segnalato il blog di un sacerdote, vocazionista (sic!) che ha affermato proprio questo, elogiando così l’arrivo di Lutero, vero maestro di Sacra Scrittura, e mica pizza e fichi eh! ecco la sua affermazione sconcertante e spudoratamente falsa: "Per tanti secoli il
grande problema della Chiesa è stato proprio la carenza di maestri delle Sacre Scritture. Lutero comprese subito perché nella Chiesa non si vedevano più i segni della fede. Era a causa dell’ignoranza delle Sacre Scritture. Perciò si diede da fare a far conoscere la Bibbia." ( QUI )
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Lo stesso concilio di Trento, vedi qui, ci fa capire come questo tempo fu caratterizzato proprio dai più grandi – tra Santi e DOTTORI – della Chiesa i quali, a loro volta, provenivano già nella scia della buona semina dei grandi fra Domenicani e Francescani di almeno tre secoli, a precedere e a seguire…
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Prendiamo i Francescani: san Francesco d’Assisi; sant’Antonio di Padova; san Giovanni da Capestrano che svolse il suo ministero per quasi tutta l’Europa a sostegno della fede e della morale cattolica… San Bernardino da Siena che propagò la devozione al santissimo Nome di Gesù; san Pasquale Baylon cantore dell’Eucaristia; la grande santa Elisabetta d’Ungheria…. San Bonaventura da Bagnoregio soprannominato Doctor Seraphicus, amico di san Tommaso d’Aquino…. così vediamo anche i Domenicani di questo periodo: san Domenico di Gusman; san Tommaso d’Aquino la cui teologia è insuperata ed insuperabile, animatore delle dispute universitarie in difesa della dottrina cattolica; sant’Alberto Magno; san Pio V, pontefice…. san Raimondo di Penyafort; san Pietro da Verona, santa Caterina da Siena, san Vincenzo Ferrer… e questi solo per citarne alcuni, di quei tempi, che si spesero nella Chiesa per l’edificazione della fede tra il gregge. 

Così come abbiamo il grande Dottore della Chiesa san Pier Damiani… i grandi gesuiti di quel periodo (in cui Lutero FALSIFICAVA LA SCRITTURA), come san Roberto Bellarmino, Dottore della Chiesa insieme al grande san Pietro Canisio il primo a formare il Catechismo della Chiesa, richiestogli dallo stesso sant’Ignazio di Loyola, con le affermazioni canoniche ricevute dal concilio di Trento, per non parlare del grande san Carlo Borromeo… e, ripetiamo, abbiamo citato solo i Grandi di un tempo limitato… 
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La Chiesa Cattolica ha sempre incoraggiato le anime pie e devote alla lettura ed alla meditazione del Vangelo e della Bibbia ma ha sempre INSEGNATO che la lettura INTERPRETATIVA AUTONOMA delle Sacre Scritture fosse DA EVITARE agli spiriti increduli, superstiziosi, ignoranti o instabili (Matteo 7,6 ; Tito 3,10-11; 2 Pietro 3,16). 
Ciò che la Chiesa ha con forza affermato nel passato è che la lettura, con l’interpretazione arbitraria della Bibbia, non è sempre conveniente per le persone impreparate o caratterialmente volubili, visto che queste persone sono più facilmente esposte al rischio di fraintendere le Scritture, travisandone il significato e scivolando nel dubbio o nell’eresia. 
Lutero con il suo protestantesimo inventò IL SOLA SCRIPTURA, ossia la lettura personalizzata della Scrittura con una interpretazione esclusivamente letterale, facendo fuori in un sol colpo, tutto il Magistero dei Pontefici di quei tempi. 
Un metodo che giustamente, il concilio di Trento e i grandi Santi di quel tempo, condannarono categoricamente come ERESIA. 
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Nel Medioevo più volte la Chiesa operò controlli sulla lettura delle Bibbie in lingua volgare perché poco affidabili, perché tradotte da persone prive di una adeguata preparazione, sulla indiscriminata diffusione delle versioni dialettali e sull’utilizzo delle Sacre Scritture da parte degli eretici. In realtà, fino al 1500, per circa 15 secoli, i cristiani hanno sempre e comunque avuto modo di leggere la Bibbia, gli scritti dei Padri, quelli dei religiosi, quelli dei laici, dei profani, dei cristiani, persino dei non cristiani, dei classici greci e latini e dei pensatori arabi ed ebrei. 
Vietati, alla fine, furono solo quei libri contrari alla fede ed alla salute spirituale e materiale dei fedeli. 
Il Sinodo di Tolosa (1299) proibì, nel Sud della Francia, la lettura personale della Bibbia in lingua volgare per limitare la diffusione delle eresie catara, gnostica e valdese. 
Il divieto dell’uso di versioni non autorizzate venne poi formalmente sancito, per tutti i cattolici, quando Papa Paolo IV, preoccupato dall’avanzata del protestantesimo in Europa, istituì l’Indice dei libri proibiti (1559), nel quale erano vietate ben 45 versioni della Bibbia in lingua volgare, tradotte da autori sospetti, non cattolici o anonimi. 
La lettura di bibbie in lingua volgare fu quindi permessa solo su licenza del Sant’Uffizio e su autorizzazione del Vescovo locale, mentre la lettura della Vulgata non fu mai vietata. 
Di fatto, la Chiesa non si oppose mai alla diffusione di traduzioni bibliche in lingue moderne, ma combatté solo quelle versioni che, a suo giudizio, potevano diffondere tra il popolo errori ed eresie. 
Riportiamo un solo esempio per capire questa disinformazione: ….la condanna al rogo di William Tyndale (1494-1536), autore di una autorevole traduzione inglese del Nuovo Testamento, viene di solito falsamente attribuita alla Chiesa Cattolica, nemica dei lumi e del libero pensiero. 
Tyndale fu però fatto imprigionare ad Anversa da Enrico VIII nel 1534, quando il re di Inghilterra aveva già apostatato dal cattolicesimo: il suo successivo assassinio (venne bruciato al rogo già morto) ricade pertanto tra i crimini più orrendi del sovrano inglese quale capo assoluto della nuova comunità anglicana: nel 1535 fece uccidere anche Tommaso Moro che rifiutava di rinnegare la fede cattolica e nel 1536 si occupò personalmente dell’eliminazione fisica di William Tyndale e di Anna Bolena. 
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In quei tempi, come del resto in TUTTI i tempi critici della storia della Chiesa, lo Spirito Santo ha suscitato e mandato SOLO A LEI, grandi Maestri di Dottrina e di Fede, che hanno dovuto lavorare duramente per difendere il sacro Deposito della Tradizione e della Scrittura da ogni barbarie di apostasia e di eresia. 

Fonte: Le Cronache... QUI 

1 commento:

  1. Di Mons. Pericle Felici va ricordato il suo intervento di presentazione, in TV, del CVII. Con la sua pacioccona ironia disse che se ci chiedessimo se un Concilio era proprio necessario, dovremmo rispondere di no, poiché non ci troviamo, ad es. nella situazione del Concilio di Trento, quando la Chiesa era minacciata da gravi deviazioni dottrinali. Oggi sappiamo che è stato lo stesso CVII a produrre tante deviazioni.

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