Pagine

sabato 10 giugno 2017

"I luoghi di culto alla Biennale: un atto che rovina la spiritualità delle chiese". Parroco si ribella a Venezia.

Stiamo e staremo sempre dalla parte dei poveri Sacerdoti che  mettendo a rischio  il loro magrissimo "stipendio" operano dei gesti eroici pur di salvare  i luoghi di culto lasciati loro in prestito dalla pietas e dalla devozione dei nostri padri; divenuti ora preda delle più bieche speculazioni fra le curie e le agenzie immobiliari! 
Le chiese NON debbono essere "sconsacrate" per darle poi " in affitto" (ammesso poi che siano tutte proprietà della Curia e non, come spesso si viene a scoprire, delle Confraternite... che troppo spesso  erano state frettolosamente dichiarate estinte...) 
Sono assai spesso i fedeli, soprattutto quelli legati alla tradizione liturgica tradizionale, a salvare le chiese abbandonate  con tutti i loro sacri arredi a perpetua testimonianza del "primato di Dio" ha caratterizzato per secoli la Civitas Christiana.
"Ogni chiesa chiusa è una vittoria del demonio. Almeno vi si tengano alcune celebrazioni in onore dei Santi Titolari" tuonò diversi decenni fa un Cardinale di S.R.C.
Questo vale per Venezia come per tutte le altre Città italiane afflitte dalla stessa problematica!
Non sono le signole persone, Parroci o Rettori, che ci interessano ma la realtà della cosa: le Chiese o gli Oratori debbono rimanere dei luoghi sacri! 
Rivolti al Signore!
AC

Venezia, il parroco di Torcello contro il patriarca: 
«non mollerò mai» 
Chiese vuote trasformate in luoghi d’arte, 
don Fornezza si ribella: «è solo per fini economici, 
celebrerò messa anche con un solo fedele» 
5 giugno 2017

Sempre meno abitanti, sempre meno fondi, sempre meno fedeli. 

Risultato: chiese vuote. 

Il caso della parrocchia di Vignole a Venezia è solo la punta dell’iceberg, come scriveva il Corriere della Sera il 23 aprile scorso. 

Il patriarca Francesco Moraglia si è detto orientato a riconvertire i luoghi di culto verso altri usi, rispetto alla tradizionale messa: mostre, spettacoli teatrali e musicali, biblioteche. 

Ma c’è chi non ci sta. 

Come Ettore Fornezza, parroco di Torcello ( vedere QUI ), una manciata di fedeli: «finché ci sarò difenderò quel sottile filo di fede che rimane qui. 
Se lascio, Torcello morirà anche spiritualmente». 

A volte, si trova a celebrare la messa senza un fedele alcuno. 

«Ma non ho intenzione di mollare», dice con orgoglio, «sono qua da 10 anni e ho un dovere da assolvere. Queste persone hanno bisogno della fede e finché ci sarà anche un solo credente che bussa alla porta della chiesa, io celebrerò». 

Qualche soluzione da proporre lui l’avrebbe: «un’idea potrebbe essere affidare le chiese ai catecumenali. Vivono in comunità con tante stanze dove dicono la messa il sabato sera. A volte celebrano nei magazzini. Se i superiori andassero da queste persone, loro, avrebbero anche le risorse per gestirle e tenerle aperte».

 Perché allora non affidarle a loro? 

Perché c’è sempre più interesse a fare economia. 
Preferiscono darle alla Biennale, atto che a mio avviso rovina la spiritualità delle chiese. 

Sappiamo che conservare un edificio storico è una spesa che diventa molto gravosa quando si tratta di edifici di valore anche artistico come per le chiese. 
Perché non riqualificarle, quindi? 

Appunto! 
Ma c’è modo e modo. 
Chiese-musei già ce ne sono, ma va tenuta a mente quanto Venezia sia una città particolare. 
Ponti! Come fanno gli anziani a fare 4 ponti per andare a messa altrove? 

Venezia è piena di anziani dagli 80 anni in su. 
I miei superiori non capiscono la situazione. 

Date la possibilità a questi poveri veci di andare a messa dove sono nati e cresciuti; dove si sentono a casa! 

I ponti sono stati costruiti per unire le persone, non per obbligarle ad andare a messa in altre chiese. Per non parlare della pioggia. 

Qui si scivola, sono caduto pure io uscendo di casa.

Qual è secondo lei lo scopo della soluzione ideata da Moraglia? 

Puro fine economico.

Il fenomeno dello spopolamento delle chiese, comunque, è osservabile un po’ dappertutto. 
Non è opportuno che la Chiesa, in questo caso il Patriarcato veneziano, si ponga il problema di come fronteggiarlo? 

Senz’altro, ma non bisogna fare le cose tanto per fare o, peggio, frettolosamente. 

Un esempio: abbiamo fatto un libro per i veneziani e i turisti che troppo spesso vengono a visitare Torcello e si fanno propinare un sacco di favolette. 

Con questo libriccino raccontiamo la storia di queste fantastiche isolette. 
Anzi, porto un altro esempio: Cipriani ha comprato le isole abbandonate e ci ha piantato ben 18000 piante di carciofi.  (* nota sotto N.d.R.)
Carciofi che abbiamo già assaggiato alla presentazione del libro. 
Non è l’iniziativa privata ad essere errata, quanto il fine che anima tali iniziative.

Se le venisse imposta la chiusura e lei si mantenesse saldo nella sua posizione questo cosa implicherebbe nel suo rapporto con il patriarca? 

Non accetterei. Per quanto riguarda i nostri rapporti, sono già molto rigidi. 

Non mi saluta nemmeno.

Restando in tema, non potrebbe essere una mossa interessante per riavvicinare i fedeli? 

In tutti questi anni ho capito che bisogna dare il giusto esempio alle persone. 

Se gli si dà esempi mondani allora li rifiutano e si allontanano. 

E quello che vogliono fare a mio avviso è sbagliato. Sono diventato prete a 36 anni, prima ho conosciuto le cose del mondo e poi dei preti e penso di poter riconoscere cosa è giusto e cosa non lo è.

La Chiesa è dotata di beni e fondi molto ingenti. 
Perché non dedicarli alle comunità in difficoltà? 

Lo so pure io e sono d’accordo. 
Si dovrebbero dedicare a queste comunità che hanno un rapporto con la fede, ma purtroppo ci sono giochi di potere che vanno al di là del vero dovere della Chiesa. 
Fanno speculazioni sulla fede. 

Per me, la vecchietta che dona un centesimo vale più di un milione pagato dai signori X per sposarsi. Stiamo parlando di abbandono civile e amministrativo. 
Non interessa a nessuno, basti pensare alle manutenzioni, nessuno viene a farle.

Lei afferma che se le Chiese chiudessero la gente perderebbe la fede. 
La provoco: che senso ha tenere aperte chiese magari affollate da gente senza fede? 

Bisogna capire perché certe chiese sono piene. 

Ma vuote è sempre sbagliato, e piene solo per profitto è anche peggio. 

Per quanto riguarda le isole, posso dire che alle persone basta venire a messa, ne hanno bisogno e finché ci sarò, difenderò la loro spiritualità.

C’è un messaggio che vorrebbe trasmettere fuori fuori da Torcello? 

È grazie a Papa Luciani, di cui sono stato assistente per ben 9 anni, se oggi sono qui. 

Mi ha insegnato ad essere prete, quando tacere e quando parlare e in questo momento penso a cosa direbbe lui e da lui traggo ispirazione. 

Perché in 9 anni ho imparato la fedeltà; è per fedeltà che assolvo il mio compito, la mia responsabilità. 
A volte bisogna andare contro i propri superiori ed è quello che sto facendo. 

Cipriani coltiva carciofi, io la fede! 

Crede che il caso-limite di Torcello possa essere un esempio? 

Lo è, perché presente nella vita delle persone. 

La Chiesa dovrebbe tornare ad essere parte della quotidianità dei suoi fedeli e non occuparsi di affari. 
Sembra che si parli solo di economia; che sia più importante fare cassa, ma io non ci sto. 

Fonte: vvox.it

Foto 2: L'istallazione di un artista della biennale all'interno della Basilica di San Giorgio Maggiore

(*) Il Parroco si riferisce alla notizia dell'imprenditore Arrigo Cipriani che recentemente ha acquistato l'isola di Sant'Antonio di Torcello per coltivare carciofi.  ( QUI articolo )

(**) Un Lettore di ha suggerito di leggere la Nota QUI del Patriarcato di Venezia riguardo l'argomento trattato in questo post . 

7 commenti:

  1. Sono un cattolico praticante che abita a Venezia nel centro storico, e mi rendo conto che la situazione reale non è quella che emerge da questa intervista. Anzi, parlando con qualche amico prete, ci si rende conto di quanto essi devono correre in giro a celebrare messe per pochi fedeli. È solo logica ed opportuna una riorganizzazione, anche al fine di distribuire meglio le forze pastorali.

    Il Patriarcato ha pure pubblicato una nota in cui spiega bene: http://www.patriarcatovenezia.it/site/utilizzo-chiese-a-venezia-una-nota-del-patriarcato-ricorda-e-sottolinea-ancora-una-volta-la-posizione-comune-e-condivisa-della-chiesa-diocesana/

    Comunque buona Domenica.. e W San Marco!

    RispondiElimina
  2. Un giorno parroci come quello di Torcello torneranno ad essere la maggioranza. E pensando a Bergoglio e ai suoi adepti diranno: "in quegli anni raschiammo davvero il fondo".

    RispondiElimina
  3. Forse non hai idea di chi sia realmente il "rettore" di Santa Fosca - e non parroco di Torcello come erroneamente riportato- don Fornezza. Don Ettore ha strumentalizzato il discorso delle chiese date alla biennnale (discorso totalmente falso e privo di riscontri oggettivi...infatti queste fatidiche chiese date alla biennale quali sono concretamente???)
    ...Mi stupisce che si ripubblichi su questo blog un articolo totalmente privo di riscontri oggettivi soprattutto perchè da sempre il patriarca Moraglia si batte per custodire la sacralità dei luoghi di culto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fonti del clero veneziano dicono che don Ettore è un valoroso e eroico prete che denuncia i misfatti commerciali a danno della spiritualità!
      Dedicheremo altri due post a questo santo e coraggioso prete !
      Così sia!

      Elimina
    2. Quali sono?

      Ascension
      Isola di San Giorgio Maggiore, Basilica di San Giorgio
      dal 1° giugno al 27 novembre
      "In Ascension ciò che mi interessa è l’idea dell’immaterialità che diviene un oggetto”(Anish Kapoor). Spiritualità e spettacolarità fanno di quest’opera un chiaro esempio di una ricerca artistica contemporanea che non si accontenta di stupire, ma vuole avviare riflessioni su tematiche delicate e attuali.
      orario: 10 - 13 / 14.30 - 18; domenica 14.30 - 18
      Organizzazione: Arte Continua - associazione culturale
      www.arteallarte.org

      Concilio
      Stefano Cagol
      Chiesa di San Gallo, San Marco 1103 (Campo San Gallo)
      dal 31 maggio al 27 novembre
      Cosa ha a che fare Cuba con New York? Il Concilio di Trento del ‘500 col patto di Schengen? Le convergenze parallele di Aldo Moro con delle piramidi? Nella mostra personale di Stefano Cagol a cura di Gregor Jansen, ossimori inediti sono innescati da azioni di segnalazione e dialogo che – in video e installazioni – investono confini politici, naturali, mentali.
      orario: 10 - 18, lunedì chiuso
      Organizzazione:Mart – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; Fondazione Galleria Civica – Centro di Ricerca sulla Contemporaneità di Trento
      www.mart.tn.it - www.fondazionegalleriacivica.tn.it
      www.concilio-biennalevenezia.org

      Elimina
  4. ...non conosco le tue fonti ma l'unica fonte che possa dire di don Ettore quello che tu esprimi è lo stesso don Ettore infatti dal clero diocesano (che conosco bene) è mal visto e pure da buona parte di noi laici più tradizionali!
    P.S. un consiglio da chi vuol bene a questo blog: un "abisso è il cuore dell'uomo"...attenti agli scheletri nell'armadio.... non si sa mai che un giorno vi possiate trovare in forte imbarazzo!!! COSI' SIA!!!

    RispondiElimina