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venerdì 20 gennaio 2017

Mosca contro Costantinopoli: su Amoris laetitia per fortuna che ci sono gli ortodossi russi

Un interessante articolo di qualche mese fa che analizza le differenze intra ortodosse sull'Amoris laetitia. A Costantinopoli i modernisti avanzano, a Mosca no..... 
Grazie a Giovanni per la traduzione.
L

Una strana mossa: il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli scrive un articolo per L'Osservatore Romano approvando Amoris Laetitia
Ritornano le posizioni contrastanti tra Mosca e Costantinopoli riguardo al Sinodo del 2015


In quello che è sicuramente uno dei colpi di scena più bizzarri nel dibattito sulla Amoris Laetitia, il patriarca greco-ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo, ha scritto un articolo che avvalla sfacciatamente tale esortazione. Mentre non è un segreto che i kasperiani e l’ala liberale hanno in parte preso ispirazione dalla prassi ortodossa orientale, il fatto che L'Osservatore Romano sia arrivato al punto di pubblicare un articolo di Bartolomeo a sostegno della AL potrà solo aggravare le preoccupazioni di coloro che vedono questo documento come l'inizio di uno scostamento dalla dottrina cattolica perenne.
Il testo integrale dell'editoriale, in lingua inglese, può essere trovato qui: “Dio è amore (1 Giovanni 4: 8)”.
La cosa più irritante è l’eccessiva semplificazione di Bartolomeo nel dibattito sulla Amoris; si
vedano le parti con le nostre enfasi:
Nel corso degli ultimi mesi, ci sono stati molti commenti e valutazioni su questo documento significativo. Le persone si sono chieste quale specifica dottrina sia stata sviluppata o difesa, se questioni pastorali sono stati riformate o risolte, e se particolari norme siano state rafforzate o attenuate. Tuttavia, alla luce della festa imminente dell'Incarnazione del Signore - un tempo in cui commemoriamo e celebriamo che il “Verbo divino ha assunto la carne umana e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14) - è importante osservare che Amoris Laetitia richiama come prima cosa la misericordia e la compassione di Dio, piuttosto che unicamente le regole morali e le normative canoniche degli uomini.
Ciò che ha senza dubbio soffocato e ostacolato la gente in passato è il timore che un “Padre celeste” imponga in qualche modo la condotta umana e prescriva consuetudini umane. La verità è esattamente il contrario, e i capi religiosi sono chiamati a ricordarsi e ad annunciare a loro volta che Dio è vita, è amore, è luce. In effetti, questi sono i termini più volte sottolineati da Papa Francesco nella sua enciclica, che scorge l'esperienza e le sfide della società contemporanea, al fine di discernere una spiritualità del matrimonio e della famiglia per il mondo di oggi.
“Unicamente le regole morali e le normative canoniche?” Come se i critici di Amoris Laetitia si interessassero di queste cose soltanto! Questa è una bugia bella e buona.
Davvero è ridicola l'idea che il Padre celeste ci dica cosa fare? Sul serio?
Ci chiediamo cosa sia più imbarazzante qui: il capo di un piccolo, sempre più irrilevante, ma ancora rispettato (anche se dissidente) Patriarcato orientale, che si esprime come un servile cortigiano papale; o L'Osservatore Romano che pubblica questa spazzatura.

Purtroppo, la piega degli eventi non è sorprendente. Uno dei retroscena meno noti del Sinodo del 2015 è stato il coinvolgimento attivo di un rappresentante di Costantinopoli per conto dell'ala kasperiana. La Croix ha riferito brevemente che il Metropolita Stephanos di Estonia fece realmente pressione su uno dei gruppi francofoni al Sinodo, al fine di sostenere l’accesso dei “divorziati risposati” alla Santa Comunione, o una volta l'anno o dopo un periodo di penitenza. Inoltre, Stephanos è stato scelto per parlare a una delle conferenze stampa ufficiali del Vaticano a quel Sinodo, durante il quale ha parlato in modo ambiguo:
Il Patriarca (sic) Stephanos ha detto che il Sinodo è stata un'esperienza positiva. Egli ha sostenuto che era stato fatto un lavoro straordinario e che sono stati affrontati molti problemi. “I problemi che voi dovete affrontare non sono diversi da quelli che abbiamo noi, siamo tutti alla ricerca”, ha detto. Nel suo intervento ha detto che “non c'erano risposte facili”, eppure la Chiesa deve impegnarsi con domande difficili.
Rispondendo a una domanda sul “percorso penitenziale” per i divorziati risposati e la loro ammissione all'Eucaristia nella Chiesa ortodossa, il Patriarca ha spiegato che c'è una sola Chiesa ortodossa, ma che ci sono diverse espressioni della Chiesa. Ha detto di aver notato che la “dimensione umana dei sacramenti” è stata meglio compresa al Sinodo. “I Padri stanno lentamente arrivando a capire ciò che noi chiamiamo ‘l'economia della salvezza’. Ciò significa che per ognuno c'è un posto e una posizione nell'economia della grazia e da qui l'importanza della misericordia”, ha detto.

Questo era in netto contrasto con l'intervento al Sinodo del 2015 del metropolita Hilarion di Volokolamsk, rappresentante di Mosca, che non solo si astenne dal dire alcunché in merito alla proposta kasperiana o riguardo la comunione per i divorziati, ma in sostanza disse ai vescovi Cattolici di restare inamovibili come avevano sempre fatto sulle questioni relative alla famiglia (per esempio P. John Hunwicke scrisse in quei giorni sul significato di ciò che Hilarion aveva e non aveva fatto).
È interessante notare che sotto Francesco la collaborazione tra il Vaticano e Costantinopoli si è intensificata (in particolare su questioni quali l'ambiente e l'immigrazione), con Bartolomeo più che felice di agire come aiutante di Francesco. Così come Laudato Si venne ispirata da Bartolomeo, così ora Bartolomeo ha praticamente reso sua Amoris Laetitia. Allo stesso tempo, entrambi hanno promosso le loro agende progressiste ed ecumeniste in modo tale da aver sempre più alienato i “tradizionalisti” e i “conservatori” nelle loro rispettive Chiese: una situazione che non può aiutare e non aiuterà la causa della vera riunificazione delle Chiese ora o in futuro.
***
N.B: noi siamo del tutto consci delle critiche fatte dal Metropolita Hilarion contro i Greci Cattolici durante il sinodo e dopo. Noi in nessun modo scusiamo queste biasimevoli critiche o le giustifichiamo. Il nostro scopo qui non è elogiare Hilarion bensì rimarcare le differenze nell’approccio di due Patriarcati orientali Ortodossi verso i temi in discussione nei Sinodi della Chiesa Cattolica sulla Famiglia. Sottolineare questo fatto non significa giustificare né elogiare quant’altro di ciò che Mosca ha fatto.
Pubblicato da Augustinus il 3 dicembre 2016

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