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martedì 17 gennaio 2017

Il "nuovo" che avanza:"c’è tutto un movimento sotterraneo che sta crescendo silenziosamente fra seminaristi e giovani preti"

L'articolo che proponiamo stamane  mette in luce il progressivo scongelamento degli assurdi, anacronistici divieti inflitti ai Sacerdoti che desiderano celebrare la Santa Messa "more antiquo". 
Anche noi, non più turbati dalle nostre pluri-decennali paranoie persecutorie, riusciremo prima o poi ad accorgerci che anche nelle "periferie esistenziali" si cerca timidamente di vivere l'esperienza della sana liturgia avvalendosi sempre di più delle forme antiche. 
Aumenta difatti l'urgente desiderio di riappropriarsi della genuina  preghiera "ad Deum" per favorire la vera crescita spirituale del popolo di Dio. 
Era tutto previsto nel Cuore di Dio! 
Dopo la rivoluzione, la persecuzione e il gelo arriverà puntualmente nella Chiesa la nuova primavera liturgica che riporterà le menti ed i cuori dei fedeli alla necessaria contemplazione della Bellezza. 
Purtroppo, dispiace constatarlo,  siamo proprio noi "tradizionalisti"  assillati dalla bambinesca presunzione di voler  essere i "primi della classe"  a costituire tavolta il vero punto di inciampo per il "nuovo" che avanza. 
Buona lettura! 
AC  

Come il chicco di grano  
di Don Elia 

«Che cosa credete che facevamo in seminario?». 
Questa volta, nonostante le apparenze, non è una vergognosa ammissione. 
È la candida “confessione” di un giovane sacerdote cui il vescovo ha minacciato la sospensione a divinis qualora si azzardi a celebrare in rito antico. 
«Lei sa celebrare la Messa tradizionale, Padre?», è stata la spontanea reazione. 
«Certo, ho imparato durante gli studi. Che cosa credete che facevamo in seminario?». 
Grandioso. 

C’è tutto un movimento sotterraneo che sta crescendo silenziosamente fra seminaristi e giovani preti, sotto il naso di quella nomenklatura al potere che come una banderuola, quattro anni fa, ha repentinamente quanto radicalmente cambiato orientamento. 

Non ci si può opporre a Dio. 

Ecco i veri segni dei tempi di cui si riempiono la bocca nei loro stanchi ritornelli, che nessuno vuol più sentire. 

Poi si rompono il capo per capire come mai i ragazzi scappino dalle parrocchie appena ricevuti i sacramenti… 


Ci avevano confezionato un nuovo “cristianesimo” facile e piacevole, al passo coi tempi, sensibile ai temi del mondo moderno e alle attese dell’uomo contemporaneo, senza regole, sacrifici, rinunce, penitenze, retaggio di un oscuro Medioevo in totale contraddizione con il Vangelo, quel lieto annunzio di liberazione, pace, gioia, amore e fraternità universale rimasto disatteso per quasi due millenni… 

Finalmente l’utopia diventava realtà; la Chiesa ritrovava la sua vera identità di rete informale di piccole comunità autarchiche, la liturgia rifioriva nella creatività dell’improvvisazione, Gesù poteva di nuovo passare fra la gente con la sua parola liberatrice e tutti, ortodossi, protestanti, ebrei, musulmani, buddhisti, indù, atei o animisti – che lo gradissero o meno – erano promossi a nostri fratelli. 

L’attesa escatologica si era miracolosamente compiuta: il “regno” era ormai fra noi, bastava convincersene e farlo sapere agli altri. 

Su ciò che non andava, nella Chiesa o nel mondo, bisognava solo chiudere gli occhi; se proprio non era possibile, la soluzione era derubricare a debolezza o anomalia quanto fino allora considerato peccato, aggiornando l’arretrata morale cattolica alla luce degli ultimi dati della psicologia e della sociologia. 

Chi, nonostante l’arrivo dei tempi messianici, commetteva ancora crimini assolutamente inammissibili andava paternalisticamente compatito come qualcuno che non aveva capito la verità e a cui, di conseguenza, si sarebbe dovuto spiegare perché sbagliava. 

La fede coincideva con le giuste idee che assicuravano la salvezza – una salvezza del tutto terrena che si riassumeva in un vago benessere psichico conseguente al superamento delle alienazioni contemporanee. 

Nessuno, a quanto pare, s’era avveduto che quelle alienazioni derivavano proprio dall’abbandono della fede ricevuta e dei suoi modi tradizionali di esprimersi e nutrirsi. 

Come meravigliarsi che questo “cristianesimo” nuova versione non dica più niente a nessuno? 
Come stupirsi che questo suo surrogato artificiale e posticcio risulti sempre più irritante e noioso, se non quando è oggetto di irrisione o di disprezzo? 

Abbiamo usato il nome di Dio invano, in modo da farlo bestemmiare e da rendere la fede irrilevante. 

Ciò che non costa nulla, ciò che dovrebbe venire spontaneo non appena se ne parli… non riveste il minimo interesse, eccetto per quelli che scelgono deliberatamente di vivere nell’illusione e di sostituire la realtà con l’immaginario della loro fantasia di persone immature. 

Tolti pochi individui di buona volontà sinceramente impegnati, ma spesso irretiti dall’ideologia loro inculcata, le parrocchie rigurgitano di gente che si agita per farsi notare sul miserabile palcoscenico della “pastorale creativa” o per realizzare improbabili progetti partoriti da una mente contorta in una curia diocesana. 

Ma ecco che proprio quanto era stato irreversibilmente bandito come espressione di una religione crudele, retrograda, alienante e oscurantista ritorna a poco a poco a galla, senza far rumore. 

Non sono nostalgici o fondamentalisti a riesumarlo, ma adolescenti e giovani che scoprono che esiste qualcosa di serio per cui valga la pena vivere ed eventualmente consacrarsi. 

Ciò che costa sforzo e sacrificio deve aver valore – e la vita va pur spesa per qualcosa che abbia valore. Il soffocante nichilismo attuale non è imputabile esclusivamente agli indirizzi filosofici della modernità, ma anche al fatto che tutta una generazione di preti e religiosi gli ha spalancato le porte della Chiesa. 
Si può pure comprendere, con l’occhio dello storico, il loro personale disagio esistenziale in un’epoca segnata da profondi stravolgimenti politici, culturali ed economici, ma visti i risultati non si può certo dire che le loro scelte siano state vincenti. 

Sarebbe tempo di ammetterlo… «Che non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio» (At 5, 39). 

Perché i grandi esperti della Parola fanno così fatica ad attualizzare ciò che li concerne? Forse perché questo li obbligherebbe a convertirsi? 

Eppure «tutti dobbiamo comparire dinanzi al tribunale di Cristo» (2 Cor 5, 10)… e non vengano a raccontarci che questa è soltanto un’espressione pedagogica da demitizzare. 

È consolante costatare che, per molti seminaristi attuali, Bultmann, Rahner, Teilhard de Chardin e compagnia sono illustri sconosciuti o tutt’al più oscuri nomi che trovano giusto nei libri. 

Il vento autunnale porta via le foglie secche; poi, sotto la soffice coltre di neve, il frumento gettato nel terreno germoglia e cresce di nascosto, ma deve necessariamente spuntare e svilupparsi fino alla messe. «Guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura» (Gv 4, 35). 

Per vederli, basta avere occhi non bendati dall’ideologia, ma rischiarati dallo Spirito. 

I giovani amanti della Tradizione non sono rigidi o insicuri, ma persone che si stanno realmente liberando dalle alienazioni indotte da una cultura perversa cui la “nuova chiesa” ha fatto da cassa di risonanza. 

Quando le deficienze inerenti alla natura umana decaduta o – peggio – le patologie di una società malata, sotto l’influsso della psicanalisi, sono considerate parte integrante dell’ordinario (e quindi inevitabile) funzionamento dell’uomo, si rischia davvero di alienarsi di brutto. 

Se uno si sente dire, in seminario o in convento, che non solo non si può fare a meno di un’attività sessuale, ma che l’impurità e le perversioni sono comuni a tutti, non potrà mai coltivare la castità, a meno che, per una grazia singolare, non si accorga dell’inganno. 

Rifiutarsi di essere manipolati non è indice di rigidità mentale, ma segno di libertà interiore e di consapevolezza del pericolo.

Avanti, dunque, senza paura! 

Sono lor signori che temono giovani svegli che non abboccano più. 

Sanno benissimo che, se si applicasse realmente il Summorum Pontificum, la situazione sfuggirebbe loro di mano: l’assiduità alla vera Messa dissolve la soggezione a un sistema totalitario impostosi con una colossale manipolazione collettiva di cui il novus ordo è il principale strumento. 

Chi celebra o assiste al divin Sacrificio nella forma che ci è stata consegnata, piuttosto che in quella inventata a tavolino per compiacere protestanti , comincia a sentirsi come un re che ha ricuperato i suoi domini. 

Più questa partecipazione è gravosa o rischiosa, più abbondante ne è il frutto spirituale. Lancio dunque un appello ai seminaristi e ai giovani sacerdoti: fatelo sempre di più – magari di nascosto, ma fatelo. 

È paradossale doversi esprimere così, ma che volete: è tutto capovolto. 

Soprattutto consacrate voi stessi e le vostre comunità al Cuore immacolato di Maria: sarà Lei a far crollare il sistema (come ha già fatto con l’impero sovietico), ma vuole servirsi di voi. 

Fonte : La scure  

Foto: Campo Imperatore ( Gran Sasso) 15 gennaio 2017

30 commenti:

  1. Sono sempre di più i pazienti seminaristi che aspettando l’imposizione delle mani debbono ingoiare quotidianamente i bocconi amarissimi del modernismo insegnato dai vecchi professori dei loro seminari. Come un disco rotto gli educatori professori ripetono sempre le stesse cose…

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    1. Non glielo obbliga nessuno, c'è la FSSPX e l'IMBC che hanno i loro seminari....li fa comodo prendere l'8/1000 e fare gli animatori sociali nelle parrocchie dietro casa loro....anche quando hanno avuto l'imposizione delle mani continuano con le loro abitudini, perché se fanno le "pecore nere" fanno la fine dei Francescani dell'Immacolata!

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    2. Caro Anonimo delle 17:54 esistono anche i preti che sono innamorati delle loro diocesi e delle loro città o paesi.
      Anche noi "tradizionali" ne abbiamo tanti che sono e rimarranno preti diocesani per quell'intimo rapporto ombellicale che lega il prete ai parrocchiani. "Il prete è per la gente " dicevano in modo assai sbrigativo i vecchi esegeti. Di rimando possiamo dire che quando il prete si distacca, anche legittimamente, dalla sua parrocchia e dalla gente la sua missione subisce un trauma irreversibile per la loro vocazione. A meno che alla parrocchia si sostituisca, altrettanto legittimamente, un incarico curiale o l'inserimento in una comunità religiosa. Con l'affetto della reciproca carità Ti invito a riconsiderare, alla luce della concretezza evangelica, la tua frase ad effetto "Non glielo obbliga nessuno,...li fa comodo prendere l'8/1000". E' facile criticare dietro un computer ma accanto ad una vocazione c'è anche il legittimo desiderio di uno stipendio "giusta mercede all'operaio" e la durezza del tuo linguaggio a tal proposito non è evangelicamente fruttuosa. Non me ne volere ma se c'è tal scarsità di vocazioni è anche per colpa nostra che pretendiamo che i preti siano a nostra immagine e somiglianza. Scusami.

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    3. La sua risposta è l'effetto di 50 anni di velenoso Concilio..."Il prete è della gente"...ha spiegato tutto! Carissimo/a il prete "è di CRISTO", è del "SANTO SACRIFICIO DELLA MESSA!"

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  2. Quei bocconi amarissimi sono il necessario contributo per forgiare chi realmente si vorra' sacrificare per portare le anime a Cristo. Fare il Sacerdote e' un sacrificio nel sacrificio giornaliero e personale di limatura continua e costante per diventare una cosa sola con Lui , pensare come Lui , vedere come Lui , amare come Lui e dopo , solo dopo si potra' sostenere il Suo Sguardo ! Ci vuole Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timore di Dio.

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  3. Sante parole sacerdotali : "Fare il Sacerdote e' un sacrificio nel sacrificio giornaliero e personale di limatura continua e costante per diventare una cosa sola con Lui , pensare come Lui , vedere come Lui , amare come Lui e dopo , solo dopo si potra' sostenere il Suo Sguardo ! Ci vuole Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timore di Dio."

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  4. I giovani sacerdoti, molti dei quali sono entrati in Seminario dopo una laurea e quindi con una autonomia di giudizio, stanno smascherando il sessantotto nella Chiesa e non sono disposti a farsi ulteriormente imbrogliare. Quasi tutta la gerarchia,educata alla ideologia, abbracciata magari per carriera, del 'tutto sbagliato' nata con il CVII e che non vuole ammettere i propri fallimenti pastorali, si oppone rozzamente al loro desiderio di celebrare secondo il VO e non con il NO che di sacro ha ben poco, cosiddetti ' abusi' a parte.

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  5. Non penso proprio, "mammona" fa comodo a tutti i preti...bravi a criticare silenziosamente ma guai a parlare chiaramente e prendere posizioni!! I coraggiosi si contano sulle mani!

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    1. Il coraggio non è assimilatibile alle nostre costumanze. Coraggio in alcuni casi potrebbe consistere anche di mettere una candela davanti alla statua della Madonna oppure far eseguire un canto sacro al posto delle insopportabili nenie.
      Spiace la constatazione reale di come siamo arrivati alla critica feroce nei confronti dell'Alter Christus, del Sacerdote che assolve, che consacra e che benedice.
      Questo sito è ispirato alla Messa in latino così come la limpida armoniosità del Summorum Pontificum suggerisce.
      Quale armonia potrebbe scaturire leggendo questo tipo di inusitate critiche contro i preti accusati di non essere coraggiosi?
      Do pienamente ragione al Papa quando parla di una chiesa criticona e chiacchierona:ci siamo anche noi fra quella categoria.

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    2. Giustamente i martiri della fede accendevano le candele alla Madonna e basta....

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  6. ......Do pienamente ragione al Papa quando parla di una chiesa criticona e chiacchierona:ci siamo anche noi fra quella categoria........

    Da quale pulpito, il papa in quanto a critiche non è secondo a nessuno.
    Che inizi lui a dare esempio. Non lascia perdere occasione che denigrare qualcuno per cui....
    E non venirmi a dire che lui lo può fare, tutto si può dire ma in modi e termini che lui non sa affatto abbinare.

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    1. Per "incidere" ... bisogna usare il bisturi e far si che il sangue esca!

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    2. Ma siete sicuri che sia un papa? Se è massone come fa ad essere anche papa? Se invece di confermare i suoi fratelli li getta nello sconforto siete sicuri che è un papa? Quando mai un papa è stato contrastato così fortemente da una platea sempre più grande della Chiesa? Non chiamatelo papa, non chiamatelo Pastore perché non lo è. Il Pastore la Santa Romana Chiesa ce lo ha già ed è Papa Benedetto di cui io sono fiero di averlo come Pastore che mi conferma nella fede e per cui prego perché si sappia tutto quello che gli hanno fatto nella "congiura" che alcuni sostengono avesse subito. Non ci preoccupiamo di Bergoglio, come tutte le cose che vengono dal male finiranno male, Dio esalterà gli umili e piegherà a terra gli empi come sempre. Cerchiamo di aiutare Papa Benedetto e di farlo uscire dalla prigione in cui i nemici di Cristo hanno osato metterlo e credo che troveremo sicuramente grazia presso Dio.

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  7. Grazie, AC, per aver pubblicato questa splendida ulteriore testimonianza del grande don Elia (che ho avuto l'onore di conoscere personalmente)! Anch'io prego ogni sera come le mamme di Lu Monferrato per sante vocazioni sacerdotali e religiose, e posso affermare di conoscere giovani che cercano seminari osservanti e rigorosi...e quando non li trovano, entrano in quelli delle loro diocesi e lì...RESISTONO!
    D'altronde, tutti sanno che le vocazioni fioriscono nelle diocesi rette da pastori santi e ligi: quando l'allora arcivescovo Burke era a Saint Louis in Missouri, dovette allargare il seminario per accogliere i giovani vocati!

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    1. Splendida testimonianza pervasa da vera fede cattolica quella data da Anonimo delle 20:10 "Anch'io prego ogni sera come le mamme di Lu Monferrato per sante vocazioni sacerdotali e religiose, e posso affermare di conoscere giovani che cercano seminari osservanti e rigorosi...e quando non li trovano, entrano in quelli delle loro diocesi e lì...RESISTONO!"
      La resistenza è già testimonianza di fede perchè, oltretutto, è pervasa da umiltà!
      Umiltà, che fa rima con santità, è anche quella di entrare in un seminario della propria diocesi resistendo al veleno modernista e raffozzando le armi della fede per il momento della riscossa cristiana!

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  8. Io sono cristiano ? Io credo che Gesu' e' vivente ? Cosa faccio io per l'Infinito Bene ? Parlo con Lui , Lo amo ? Il mio cuore arde d'amore per Lui ? Attraverso di me Gesu' vuol raggiungere l'altro . Mi piacerebbe immensamente poter aiutare questi "chicchi di grano " perche' vedano i luoghi di Gesu', perche' studino i Sacri Testi nella lingua di Gesu', perche' assimilino il Magistero della Chiesa nella sua lingua ufficiale , perche' diventino fiaccole incandescenti .

    Inizia un altro giorno.

    Gesù vuol viverlo in me. Lui non si è isolato.
    Ha camminato in mezzo agli uomini.
    Con me cammina tra gli uomini d'oggi.

    Incontrerà
    ciascuno di quelli che entreranno nella mia casa,
    ciascuno di quelli che incrocerò per la strada,
    altri ricchi come quelli del suo tempo, altri poveri,
    altri eruditi e altri ignoranti,
    altri bimbi e altri vegliardi,
    altri santi e altri peccatori,
    altri sani e altri infermi.
    Tutti saranno quelli che egli è venuto a cercare.
    Ciascuno, colui che è venuto a salvare.
    A coloro che mi parleranno, egli avrà qualche cosa
    da dire.
    A coloro che verranno meno, egli avrà qualche cosa
    da dare.
    Ciascuno esisterà per lui come se fosse il solo.
    Nel rumore egli avrà il suo silenzio da vivere.
    Nel tumulto, la sua pace da portare.
    Gesù, in tutto, non ha cessato di essere il Figlio.
    Vuole in me rimanere legato al Padre.
    Dolcemente legato,
    ogni secondo,
    sospeso su ciascun secondo,
    come un sughero sull'acqua.
    Dolce come un agnello
    di fronte a ogni volontà del Padre.
    Tutto sarà permesso in questo giorno che viene,
    tutto sarà permesso ed esigerà che io dica il mio sì.
    Il mondo dove Lui mi lascia per esservi con me
    non può impedirmi di essere con Dio;
    come un bimbo portato sulle braccia della madre
    non è meno con lei
    per il fatto che lei cammina tra la folla.

    Gesù, dappertutto, non ha cessato d'essere inviato.
    Noi non possiamo esimerci d'essere,
    in ogni istante,
    gl'inviati di Dio nel mondo.
    Gesù in noi, non cessa di essere inviato,
    durante questo giorno che inizia,
    a tutta l'umanità, del nostro tempo, di ogni tempo,
    della mia città e del mondo.

    Attraverso i fratelli più vicini ch'egli ci farà
    servire amare salvare,
    le onde della sua carità giungeranno
    sino in capo al mondo,
    andranno sino alla fine dei tempi.

    Benedetto questo nuovo giorno che è Natale
    per la terra,
    poiché in me Gesù vuole viverlo ancora.

    Madeleine Delbrêl

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  9. Ammira quello che Dio fa,
    svincola da tutto quello che l'uomo fa per Lui
    son solo superstizioni dannose

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  10. Mi è stato riferito, non molto tempo fa, che in una diocesi argentina ci sono dei seminaristi che stanno imparando di nascosto la Santa Messa Tradizionale. Per non parlare di preti diocesani che vanno ad istruirsi alla FSSPX a Buenos Aires. Forse un giorno, quando il vento cambierà, li vedremo dire Messa alla luce del sole!

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  11. Se andasse tutto bene come sembra evincersi dall articolo di cui sopra,lo stesso don elia dovrebbe deporre il suo pseudonimo... chi abbraccia la tradizione la abbraccia per intero e non gioca a fare il bi ritualista! Non sono d'accordo su questo articolo,mi spiace!
    Riamato l Amor,l Amor vuol tutto. C. Rebora

    Dai seminari modernisti OGGI non c'è nulla da imparare

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    1. Ecco il solito fatuo dispensatore di patenti di tradizionalismo!
      Anonimo 22:15 un poco di umiltà non farebbe male...

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    2. Non solo non c'è nulla da imparare ma, peggio, vi è tutto da disimparare. Ecco perché tanti giovani, che nelle Università laiche hanno maturato un'autonomia di giudizio, non accettano più, in modo non proprio sotterraneo e silenzioso,di sentirsi offesi nella propria fede e vocazione prima da un corpo docente eretico in Seminario e poi da una gerarchia sovversiva e/o adeguata.

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    3. La Provvidenza, nei Suoi piani ineffabili, riesce a far fiorire anche sotto il ghiaccio.Tutto c'è da imparare !!!

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    4. Caro anonimo delle 22.15 ha pienamente ragione. Io ho seguito le lezioni in un seminario minore diocesano, nelle biblioteche avevano il Corano...e ho detto tutto!

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  12. A Wigratzbad in Baviera (5 ore in auto da Milano..)c'è il seminario della Fraternità Sacerdotale di San Pietro che forma rigorosamente buoni sacerdoti che celebrano col messale di papa Giovanni XXIII quindi la Santa Messa nella "forma straordinaria": bisogna imparare la lingua francese (facile per gli italiani..) od il tedesco in quanto i corsi di studio sono impartiti in queste due lingue ma penso che ne valga la pena... . Se uno invece conosce l'inglese c'è il seminario di Denton (USA). Coraggio!! .

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    1. Approvo! Inoltre, per restare in Italis, c'è l'ICRSS a Gricigliano (Firenze)....dove non occorre il tedesco né l'inglese ma l'italiano e il francese.

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    2. Il seminario dell'ICRSS è francese, le lezioni e la lingua sono in francese.

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  13. Anonimo delle 22,15.
    Don Elia,mi creda,ci mette qualcosa più della faccia e paga un prezzo che più alto non potrebbe pagare. Circa lo pseudonimo, nel suo profilo ne spiega con sapienza, degna della sua dottrina, i motivi. Egli rappresenta uno dei cunei di cui il Re della Storia si servirà per divaricare le porte del modernismo clericale. Per questo dobbiamo ringraziare,ancorché pregare, l'Immacolata Concezione, cui questo coraggiosissimo e rigoroso sacerdote si è consacrato.

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    1. Daccordo al 100/100 ! Ce ne fossero di Sacerdoti come don Elia !!!

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    2. Burke e gli altri invece sono imbecilli a metterci la faccia....visto che nella Chiesa si vogliono tutti bene e fanno entrare tradizionalisti, atei ed eretici....si vede il clima di cordialità ed ecumenismo...

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