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sabato 6 febbraio 2016

Ventimiglia: nessuno smantellamento della fede. Mons. Suetta non ha benedetto la nuova moschea.



 A proposito dell'articolo di Paolo Deotto uscito su Riscossa Cristiana il 1° febbraio 2016 sullo smantellamento della Fede nelle Diocesi di Milano e Ventimiglia, (ripreso anche da MiL) ci ha scritto uno dei due vescovi interessati, mons. Antonio Suetta, vescovo della diocesi di Ventimiglia - San Remo. 
Deotto aveva letto la notizia ANSA secondo cui il Vescovo Suetta avrebbe benedetto il nuovo centro islamico della Città dei Fiori. Ovviamente se così fosse stato, avrebbe avuto ragione il Sig. Deotto a stigmatizzare quello che lui aveva ritenuto una "rinuncia ai propri gravi doveri, di rinuncia all’apostolato, di abbandono dei fedeli a loro affidati, gettati nella confusione".
Invece la notizia non è corretta ma surrettizia. Mons. Suetta è vero che si è recato al nuovo centro islamico ma lo ha fatto molto prima dell'inizio dell'inaugurazione (a cui non ha partecipato) e men che meno ha impartito alcuna benedizione.
Deotto ha preso atto della rettifica ma si interroga sul come mai non sia stata riferita dai giornali alcuna notizia di smentita. 
Riportiamo di seguito la lettera di Mons. Suetta che ci ha inviato per conoscenza. 
Roberto



     Pregiatissimo Signor Paolo Deotto,



ho letto con dispiacere e stupore il suo articolo su "Riscossa Cristiana" il 1 febbraio u.s. circa la mia visita al Centro islamico di Sanremo, che lei riconduce ad un'opera di "smantellamento della fede", articolo puntualmente diffuso a tanti che mi leggono per conoscenza.

A tal proposito desidero innanzitutto esporle i fatti: sono stato invitato all'inaugurazione del Centro islamico prevista per domenica 31 gennaio alle ore 10.30. Non potendo presenziare all'inaugurazione per impegni concomitanti, ho pensato di fare una semplice visita e mi sono recato al Centro alle 9.45. Mi sono intrattenuto per 5 minuti con le persone che mi hanno accolto, porgendo loro i miei auguri e visitando il centro. Non mi è stata richiesta nessuna benedizione né l'ho data, e non ho condiviso nessun atto religioso.

Non c'erano giornalisti e il Presidente del Centro islamico, che ha successivamente riferito della mia visita e fornito le fotografie che sono state scattate, ha correttamente raccontato quanto è accaduto durante l'incontro con me, come correttamente riportato da un quotidiano locale on-line.

Questi i fatti. Non ci sono stati da parte mia comportamenti contrari ad un cristiano e ad un pastore: ho fatto un gesto che hanno compiuto anche San Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco visitando moschee.

Non mi sono presentato sotto mentite spoglie, ma sono andato come vescovo cattolico, in abito corale e con la croce pettorale, che sempre indosso: ho professato quindi la mia fede davanti a tutti; nello stesso tempo ho espresso un segno di dialogo, di convivenza pacifica e di reciproco rispetto. In tutto ciò non trovo errore.

Il suo articolo è perlomeno incolpevolmente sbagliato e spero che, con lo stesso spazio e lo stesso risalto, adempia al dovere di giustizia e di verità di rettifica.

Non voglio insegnarle il mestiere, ma le domando: "un buon giornalista non
dovrebbe prima informarsi alla fonte?". Non mi risulta che lei mi abbia cercato per chiedermi conferma di quanto aveva appreso (ora ha la mia mail e potrà contattarmi quando crede).

Al di là di aver diffuso una notizia sbagliata, che purtroppo - questa sì - ha creato disagio in molti fedeli, venendo meno alle opere di misericordia da lei richiamate nel disseminare dubbi e nell'incremento dell'ignoranza, i giudizi che lei deduce nei miei confronti sono gravissimi, sintetizzati nel termine "tradimento", da lei utilizzato,

Per quel che mi riguarda, applico la 5^ opera di misericordia spirituale "perdonare le offese" e per me tutto finisce qui (ho pregato anche per lei nella S. Messa appena celebrata); per quel che riguarda lei invece si domandi se giudizi temerari e calunnia siano leciti e siano buoni strumenti per la difesa e la diffusione della vera fede.

L'occasione mi è gradita per salutarla cordialmente.



+ Antonio Suetta

Vescovo di Ventimiglia - San Remo

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