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venerdì 29 gennaio 2016

“Fuori dal buio”, la dolorosa storia di una bambina cresciuta con un padre gay Leggi di Più: Fuori da buio, la mia vita con una padre gay





«La mia speranza è che, leggendo la mia storia, tutti i lettori, e in particolare quelli che occupano posizioni influenti o autorevoli, siano meglio informati e guidati nell’assumere decisioni che possono incidere profondamente sulle nostre famiglie e sui nostri bambini, che sono il futuro e la speranza delle prossime generazioni». A parlare è Dawn Stefanowicz, che ha scelto coraggiosamente di scrivere un libro sulla sua vita di ragazzina cresciuta con un padre omosessuale. Fuori dal Buio, la mia vita con un padre gay (edizioni Ares, 240 pagine, 14 euro) è una storia che condanna l’omosessualità in quanto pratica accettata come normale e che al tempo stesso critica non solo coloro che ne parlano come di una tendenza innocua, ma anche chi la considera solo come una scelta da condannare e non un disagio da alleviare. Per l’autrice questi due atteggiamenti sono entrambi facce della stessa medaglia. Quella di chi non vuole affrontare il problema, accontentandosi di un sentimento superficiale: «Non conosco molti omosessuali o ex omosessuali che sceglierebbero una Chiesa come il luogo più confortevole e accogliente in cui aprirsi», scrive infatti la donna, che ugualmente condanna chi per cercare consensi o «bisogno di fondi è deciso a negoziare sui princìpi fondamentali».
Sfogliando il libro si capisce il perché e si rimane impressionati dal coraggio dell’autrice che ha messo sul piatto una storia di sofferenze indicibili «per difendere i bambini innocenti che non possono difendersi da soli», come scrive nella dedica del volume, e per lottare, come si legge nella prefazione, «contro una nuova, inaudita forma di abusi sui minori, legalizzata e promossa dagli Stati che hanno abbracciato un’ideologia del tutto falsa, per la quale ogni tipo di vissuto e ogni forma di convivenza vengono considerati leciti ed equivalenti». Dawn, infatti, racconta di un’infanzia che le rovinerà per sempre la vita, in cui «senza un attaccamento sicuro a lui (il padre, ndr) non riuscii per anni a relazionarmi a nessun uomo (…), a non ricordare nulla di alcune spiegazioni; mi ritrovai del tutto incapace di gestire la tensione quotidiana, sia a scuola sia a casa».
La ragazza descrive poi un’adolescenza fatta di «doppi sensi in tutte le amicizie. Vivevo una situazione familiare tanto incerta che davo per scontato e insieme temevo che sessualmente avrei dovuto fare esperienze diverse per scoprire quale fosse la mia identità (…). Non riuscii a legare con nessuno, maschio o femmina (…). Con papà, naturalmente, non c’era scampo: se uscivo con le femmine diceva che ero lesbica (…), la promiscuità mi sembrava la cosa più normale». Crescendo la ragazza si accorge di avere «un’autostima bassissima, e avevo cominciato a non mangiare (…) volevo essere libera e indipendente da qualsiasi legame affettivo». Essere in compagnia di papà aumentava i miei conflittuali sensi di curiosità e di colpa in campo sessuale (…), i suoi occhi (del padre, ndr) erano alla continua ricerca di qualcosa in più da possedere e da toccare mentre io cercavo solo il suo amore (…). Ciò che importava era stare insieme a papà, nonostante tutti gli ambienti degradanti nei quali mi portava e verso i quali mi toglieva sensibilità». Perché anche «se ne vede e se ne sente abbastanza di qualsiasi cosa, si finisce per crederci e accettare tutto come parte della convenzione». Ma a peggiorare le cose fu «l’audacia di papà nella sua condotta omosessuale sempre più evidente», dovuta al fatto che «non c’era più nessuno a cui sentiva di dover rendere conto (…) una nuova aria di permissivismo permeava la società».
Ma come può l’omosessualità portare a tutte queste conseguenze negative, che hanno segnato profondamente anche i fratelli dell’autrice? Per Dawn la società preferisce «fermarsi all’apparenza». Invece la frustrazione profonda del padre che «cercava di colmare con i rapporti omosessuali», era enorme, «sebbene quella che presentava al mondo fosse un’immagine di sicurezza, intelligenza, efficienza e benessere economico». «Era una persona insicura», perché l’omosessuale, spiega l’autrice raccontando dei tantissimi incontrati con il mondo gay, è come suo padre: «Narcisista, concentrato su se stesso e tanto bisognoso di conferme e di affetto da parte di altri uomini». Infatti, «lui portava dentro una grandissima rabbia irrisolta, che ribolliva e traboccava in scene spaventose». Anche se «riteneva di avere sempre ragione. Il problema era sempre di qualcun altro, non suo». «Di tanto in tanto – scoprirà la Stefanowicz – lottava anche contro la depressione e qualche volta pensava al suicidio (…). Viveva una vita tormentata, il suo modo di affrontare il proprio disagio era seppellirsi negli straordinari di lavoro e poi la sera e nei fine settimana, fuggire verso attività sessuali compulsive».
L’autrice racconta anche dei tanti uomini del padre, «molti dei quali si suicidarono» perché incapaci di colmare «la frustrazione che vivevano quando lui li lasciava» e dello psichiatra del padre che peggiorò le cose spronandolo a continuare per la sua strada di «automedicazione». L’autrice parla di due incontri che le hanno donato speranza. La sua vicina di casa, da cui spesso si rifugiava da piccola e che «mi aiutò a discernere». La donna, infatti a differenza di tutti gli adulti che «in nome dell’ideologia politically correct fingevano di non vedere (…), parlava delle cose così com’erano, non come apparivano», spiegando alla piccola che «il papà fa delle cose che non dovrebbe fare perché sono sbagliate». Il secondo incontro di Dawn è con la famiglia di un altro vicino di casa, che la aiutò durante gli anni della adolescenza in cui viveva stati depressivi importanti: «Conoscendo i suoi genitori ebbi finalmente un’idea di quello che dovesse essere una famiglia», intuendo che l’amore eterosessuale era possibile, non era una chimera.
Oggi se Dawn Stefanowicz è sposata lo deve «alla fede in Dio», che si è palesata nella sua vita in modo affascinante («gli affidai la vita»), grazie anche «all’incontro con mio marito», un pastore protestante. Anni di analisi, invece, l’hanno aiutata a sentirsi finalmente donna e ad avere due figli e, grazie alla fede, Dawn è riuscita anche a perdonare il padre, convertitosi prima di morire di Aids: «L’inferno che vivo è molto reale (…) Gesù è tutto quello di cui ho bisogno. Lui ha spezzato le mie catene e mi ha liberato». Leggendo questo libro non si trova un filo di rancore o di odio (anzi si parla di perdono e di riscatto), ma solo il tentativo di spiegare a «chi governa» che è necessario «fare del bene ad altri bambini che hanno subìto famiglie come la mia». Purtroppo, come è successo ai suoi fratelli, troppo spesso i figli hanno paura di parlare e semplicemente «sopportano per anni la tensione di non dire praticamente niente a nessuno (…). Anche ora mi sento in colpa come se tradissi i miei genitori e i miei fratelli rivelando a tutti i nostri segreti familiari. Ma ho ponderato le conseguenze del mio voler dire la verità, ponendole sul piatto della bilancia di un obiettivo più alto: quello di mostrare a tutti quanto le strutture parentali e familiari possano incidere negativamente sullo sviluppo dei bambini».

28 commenti:

  1. Volete un figlio?: fatevelo! Se vi risulta....non dite che l'amore gay è naturale? E allora rientrerà nella natura il concepimento di un figlio da due "maschi" o da due femmine. Auguri.

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  2. Secondo me è inutile fare polemica usando una storia anche strappalacrime.
    Nel futuro Stato Cattolico la pederastia sarà reato penale mentre negli stati massonici i gay si potranno anzi già si possono sposare.
    Alla fine si tratta di mettere una frontiera,una dogana e qualche rotolo di filo spinato...

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    1. E te in un reparto psichiatrico.

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    2. La pederastia, se si riflette un po' sull'etimologia del termine, è reato penale anche oggi.

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    3. Nello stato massonico presto le norme penali scompariranno poichè carceri,giudici e polizia sono solo un costo inutile.
      Le oligarchie vendute al demonio vivranno in isole inaccessibili ed il popolino si potrà ammazzare,rubare e stuprare a volontà ed elemosinerà il marchio della bestia per poter almeno vendere e comprare e campare così i demoni al potere.
      Lo Stato Cattolico deve essere progettato ora che i cattolici sono ancora tanti.
      Dopo 3 o 4 Papi come Bergoglio i cattolici saranno talmente pochi che li metteranno nelle camere a gas esattamente come i giudei che hanno imparato la lezione della storia,si sono fatti il loro stato e se gli rompi i zebedei ti ammollano qualche bomba nucleare.

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    4. Insomma, sii chiaro: dove vuoi costituire lo stato cattolico, ovviamente formato da soli cattolici? In Italia o in qualche deserto?
      Il catastrofismo non serve a niente. I laicisti, massoni o meno, non istituiranno le camere a gas: semmai avrei paura dell'Islam. Gli altri, come già in diversi casi avviene, cercheranno e forse riusciranno a stendere una coltre sui cattolici per renderli meno visibili, loro e le loro credenze. Ma mai chiuderanno le chiese. Cattolici solo in chiesa.

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    5. Infatti non le chiuderanno mai perchè i demoni hanno imparato dalle lezioni messicane e russe.
      Però nella chiesa che tu riterrai cattolica troverai la pretessa che ti insegna gli esercizi di respirazione buddisti cantando i canti ebraici.
      Formalmente però è tutto cattolico a norma di magistero e con pieni poteri sacerdotali.
      L'ideale sarebbe formare lo stato in Italia ma va bene anche l'america latina dovunque sia lecito in virtù del principio di autodeterminazione dei popoli e considerato che esiste già il precedente dello stato di israele.

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    6. Io resterò nella Chiesa Una Santa Cattolica Apostolica Romana e, ove il vertice dovesse pronunciare impegnando la sua infallibilità - cosa che escludo - autentiche eresie, le denuncerei ad alta voce e non nell'anonimato così comodo per gli "ortodossi" paurosi e non obbedirei. Lo Spirito Santo assiste il Papa
      nelle affermazioni scritte o verbali di carattere infallibile, nel magistero solenne ex cathedra ed in quello ordinario che ribadisca la Sacra Tradizione. Il Papa solo in questi casi non può errare. Bergoglio non ha prodotto alcun documento impegnante l'infallibilità: dice e si contraddice, e poi interviene Lombardi a chiarire. Parla troppo e a braccio, niente di impositivo sul piano dottrinale. Crea confusione e non guida positivamente il gregge.
      Quanto all'Italia stato cattolico, se in Italia non si può costituire, tutti i cattolici dovrebbero trasferirsi in Sud America o in Groenlandia? Cerchiamo di tenere i piedi in terra.

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    7. Ehm scusa Pastorelli ma sai che cosa gliene frega ai massoni che tu non obbedisci....
      Da domani (passata la festa gabbato lu santo)i gay si potranno sposare e tu dici a me di tenere i piedi per terra ah ah ah
      Scusa eh

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    8. Un etero può essere un cattivo padre, ma un gay non può esser padre di per sé. Con ciò non è detto che debba esser persona cattiva. Ho conosciuto anche tra i miei alunni dei gay, ottime persone che però mai han preteso di diventar padri.

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    9. Anonimo, e dai, su forza fai lo stato cattolico mettendo tutti i non cattolici d'Italia su navi e mandali a fondo.

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  3. Qualcuno mi potrebbe spiegare meglio il significato del versetto 15 capitolo 20 da 2 Cronache: Non impressionatevi,questa non est una guerra contro di voi ma contro Dio.Grazie in anticipo.

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    1. All'epoca lo stato di israele non disponeva dell'arsenale atomico e si affidava ciecamente ad Adonai Eloeinu.

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  4. Secondo me l'autrice di quel libro è incappata in un padre non adatto a fare il padre indipendentemente dal suo orientamento sessuale.

    Se anche fosse rimasto sposato con una donna non sarebbe cambiato molto.

    Quindi, direi che sia inopportuno strumentalizzare storie come queste.

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    1. La vita dissoluta dell'uomo l'ha reso un pessimo padre che non sapeva cosa significasse paternità. Ci sono tante storie come questa , me lo assicura un amico psichiatra, fra l'altro ateo. Non mi sembra strumentalizzazione, ma testimonianza di un dolore struggente.

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  5. La redazione tolga quella disgustosa foto che fa un favore ai pervertiti!

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    1. Ma dai sono così belli e patinati che io li metterei immediatamente nell'Arma dei Carabinieri così se ti rubano a casa te lo tieni e preferisci non chiamare le forze dell'ordine.

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    2. UUUUUUUUUUHHHHHHHH ! Ecco che è arrivato !

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    3. ... foto disgust... Ma l'hai assaggiata?

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  6. Sì generalizza alla stessa maniera di quando si dice che per un cattivo prete, tutti i preti sono cattivi.

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  7. Concordo pienamente con Ale

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  8. Due maschietti se vogliono fare un figlio hanno una sola risorsa a cui ricorrere, se hanno tanti soldi, se no nisba: andare in Messico o in Ucraina, pagare una donna disperata e disposta a tutto, ingravidarla con il seme di uno di loro, farle firmare una rinuncia totale al figlio che ha partorito e portarselo a casa. Discutere se poi queste persone possano essere buoni papà è un simpatico esercizio di dadaismo.

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  9. Appresa che mia mamma era incinta di me, il mio eterissimo padre, preoccupato di avere la allora nascente carriera in difficoltà, le ha detto:un figlio ora no.magari tra 4 o 5 anni. Scegli o lui o me. Ovviamente mia mamma ha scelto, ma dal mio punto di vista dovrei dire che allora tutti i padri etero sono delle bestie. Non esistono cattivi padri etero, cattivi padri gay, cattivi sacerdoti, ecc:esistono persone intelligenti e con il cuore buono, e persone stupide e cattive.

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    1. Se l'aborto fosse stato illegale il problema non si poneva ed eravamo tutti più felici.

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    2. Concordo, mai generalizzare e, come sappiamo, Dio scrive dritto anche sulle righe storte degli uomini.

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    3. Si ma riflettiamo dove stiamo andando.
      Prima non si può fumare nelle pizzerie,poi si sposano i gay e poi non sarà più reato se una donna uccide un uomo adulto,ma non ovviamente il viceversa.

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  10. Mio padre non era gay. Tuttavia, mi ritrovo in quel racconto. Credo che il problema sia il narcisismo.

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