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lunedì 12 gennaio 2015

Intervista al Card. Burke su Papa Francesco, Liturgia, FSSPX e Sinodo

Rilasciata l'11 dicembre 2014 a The radical Catholic
Ripresa il 14 dicembre 2014 dai siti
Cristianesimo cattolico
(in inglese) e Benoit et moi (in francese)


Sul Vaticano II


Eminenza, Lei è cresciuto prima del Vaticano II, come ricorda quell’epoca?
Sono cresciuto in un periodo molto bello della Chiesa, nel quale eravamo educati attentamente nella Fede, sia a casa sia nella scuola cattolica, soprattutto col catechismo di Baltimora. Mi ricordo della grande bellezza della Sacra Liturgia, anche nella nostra piccola cittadina rurale, con delle belle Messe. Io sono riconoscente ai miei genitori che mi hanno educato solidamente a vivere come cattolico. Sì, erano dei begli anni.

Un mio amico, nato dopo il Concilio, diceva: “Non tutto era buono nei tempi trascorsi, ma era tutto meglio”. Lei che ne pensa?
Ebbene, bisogna vivere il tempo che Dio ci ha donato. Certo, io ho dei ricordi molto buoni del tempo in cui sono cresciuto, negli anni ’50 e nei primi degli anni ’60. Penso che la cosa più importante sia apprezzare la natura costitutiva della Fede cattolica ed apprezzare la Tradizione, alla quale apparteniamo e per la quale ci è pervenuta la Fede.

Ha adottato con entusiasmo i grandi cambiamenti dopo il Concilio?
È quello che è accaduto subito dopo il Concilio – all’epoca ero nel seminario minore e seguivamo quello che accadeva al Concilio – ma l’esperienza dopo il Concilio fu così forte e in certi casi così violenta, che devo dire che pur essendo giovane cominciavo a pormi delle domande, se tutto questo rientrava veramente nell’intenzione del Concilio, poiché vedevo molte cose belle nella Chiesa sparire di colpo e perfino considerate non più belle. Penso per esempio alla grande tradizione del Canto Gregoriano o all’uso del latino nella celebrazione della Sacra Liturgia. E poi, naturalmente, il sedicente “spirito del Vaticano II” ha influenzato altri ámbiti, la vita morale, per esempio, l’insegnamento della Fede – in seguito abbiamo visto tanti preti abbandonare il sacerdozio, tanti religiosi abbandonare la vita religiosa. Nel periodo post-conciliare, dunque, vi erano degli aspetti in grado di suscitare degli interrogativi.

Lei è stato ordinato sacerdote nel 1975. Pensa che qualcosa nella Chiesa sia andata storta?
Sì, lo penso. In un certo modo noi abbiamo perso un forte senso della centralità della Sacra Liturgia e quindi dell’ufficio e del ministero sacerdotale nella Chiesa. Devo dire che ero stato allevato così fortemente nella Fede ed avevo una così forte coscienza della vocazione, che mai avrei potuto rifiutare ciò che chiedeva Nostro Signore. Ma io mi accorgevo che c’era qualcosa che certamente era andata storta. Come giovane prete constatavo, per esempio, la vacuità della catechesi. I testi catechetici erano così poveri. E poi, constatavo le sperimentazioni liturgiche – di alcune non voglio affatto ricordarmi – la perdita della vita devozionale, la frequenza alla Messa della Domenica che cominciò a diminuire con costanza: erano tutti segni di qualcosa che era andato storto.

 
Le due forme della Santa Messa

Avrebbe immaginato nel 1975 che un giorno avrebbe celebrato la Messa col rito che era stato abbandonato in nome del rinnovamento?
No, non l’avrei immaginato. Benché debbo dire che trovo la cosa molto normale, poiché si tratta di un rito talmente bello che il fatto che la Chiesa l’abbia recuperato è un segno della sua buona salute. Ma all’epoca, devo dire che la riforma liturgica in particolare fu molto radicale e come ho già detto perfino violenta. Ma grazie a Dio il recupero c’è stato.

Giuridicamente, il Novus Ordo e la Messa Latina Tradizionale sono uno stesso rito. Questa è anche la sua personale esperienza quando celebra una solenne Messa pontificale col nuovo o col vecchio Ordo?
Sì, mi rendo conto che sono lo stesso rito e credo che quando il cosiddetto Nuovo Rito o Forma Ordinaria, è celebrato con grande cura e una forte coscienza che la Sacra Liturgia è l’azione di Dio, si può vedere più chiaramente l’unità di due forme dello stesso rito. Peraltro, io spero che col tempo alcuni elementi che erano stati poco saggiamente eliminati dal rito della Messa divenuto oggi la Forma Ordinaria, possano essere ripristinati, poiché la differenza tra le due forme è molto evidente.

In che senso?
La ricca articolazione della Forma Straordinaria, che indica sempre la natura teocentrica della liturgia, è praticamente ridotta al minimo nella Forma Ordinaria.

 
Il Sinodo del 2014

Il Sinodo sulla Famiglia è stato uno choc e talvolta perfino uno scandalo, soprattutto per le giovani famiglie cattoliche che sono il futuro della Chiesa. Hanno motivo d’inquietarsi?
Sì. Io penso che il rapporto che fu presentato a metà della sessione del Sinodo, che si è concluso il 18 ottobre, è forse il documento pubblico della Chiesa più scandaloso che io possa immaginare. Esso suscita vivissima preoccupazione ed è particolarmente importante che le buone famiglie cattoliche che vivono la bellezza del sacramento del matrimonio si dedichino in maniera tutta nuova ad una solida vita matrimoniale ed utilizzino ogni occasione per testimoniare la bellezza della verità sul matrimonio, di cui essi fanno esperienza tutti i giorni nella loro vita di sposi.

Dei prelati di alto rango continuano a dare l’impressione che il “progresso” nella Chiesa consista nella promozione dell’agenda gay e dell’ideologia del divorzio. È perché pensano che queste cose apporteranno una nuova primavera nella Chiesa?
Non so come potrebbero pensare una cosa simile, poiché il divorzio, per esempio, è definito come una piaga sociale dalla Costituzione Pastorale sulla Chiesa: Gaudium et Spes;  o come potrebbero promuovere gli atti omosessuali, che sono intrinsecamente malvagi; come potrebbe venire del bene da queste due cose? E infatti, ciò che ci sta davanti agli occhi è che queste due cose insieme concorrono alla distruzione della società, all’affossamento della famiglia, alla decomposizione del tessuto sociale e, evidentemente, nel caso di atti contro natura, alla corruzione della sessualità umana, che è essenzialmente destinata al matrimonio e alla procreazione dei figli.

Crede che, in vaste zone della Chiesa, il problema principale consista nella mancanza di famiglie cattoliche e soprattutto nella mancanza di ragazzi cattolici? Non avrebbe dovuto essere questo il centro d’interesse del Sinodo?
Ne sono fortemente convinto. La Chiesa dipende da una solida vita familiare cattolica e questo dipende da solide famiglie cattoliche. Io credo che dove la Chiesa soffre di più è là dove soffrono il matrimonio e la vita familiare. Noi vediamo che quando nel matrimonio le coppie non sono generose nell’apporto di nuove vite umane nel mondo, ecco che il loro matrimonio deperisce, al pari della società stessa. Noi vediamo che in numerosi paesi la popolazione locale, che in molti casi è cristiana, è in procinto di sparire a causa del basso tasso di natalità. E in alcune di queste zone – per esempio laddove vi è anche una forte presenza di individui appartenenti all’Islam, noi vediamo che la vita musulmana prende il sopravvento in paesi che una volta erano cristiani.

 
La Fraternità San Pio X

In numerose regioni dell’Europa Occidentale e degli Stati  Uniti, le sole parrocchie che ancora hanno dei figli, appartengono alla Fraternità Sacerdotale San Pio X, mentre intere diocesi sono deserte. I vescovi, si rendono conto di questo?
Immagino di sì. Io non ho esperienza diretta di quanto Lei dice. Ai miei tempi, come vescovo di La Crosse, Wisconsin, e come arcivescovo di Saint Louis, Missouri, ho sentito dire che in certi paesi europei le diocesi non sono praticamente in grado di andare avanti, mentre vi è una forte presenza di appartenenti alla Fraternità San Pio X. Non possono impedirmi di ritenere che i vescovi locali ne prendano nota e ci riflettano.

 
I giovani cattolici

In una parrocchia media dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti, la maggioranza dei cattolici praticanti sono quelli che sono stati battezzati e catechizzati prima del Concilio. Questo  significa che in questi paesi la Chiesa vive del passato?
Io penso che, per esempio, la mia generazione ha avuto la benedizione di crescere in un’epoca in cui vi era una forte pratica della Fede cattolica, una forte partecipazione alla Messa della Domenica e alla Sacra Liturgia, una forte vita di devozione, un solido insegnamento della Fede. Ma in qualche modo, io credo, noi davamo tutto questo per acquisito e non c’è stata la stessa attenzione a trasmettere la Fede come la conoscevamo da generazione in generazione. Adesso, io vedo che molti giovani sono affamati e assetati – e questo da un po’ – di conoscere la Fede cattolica alle radici e di vivere i molti aspetti della ricchezza della Tradizione della Fede. Io credo quindi che ci sia giustamente una ripresa di ciò che era andato perduto in un tempo in cui non ci si era preoccupati accuratamente. Io penso che oggi tra i giovani cattolici è in corso una rinascita.

Il Sinodo sulla Famiglia ha in programma di promuovere il matrimonio e incoraggiare e sostenere le famiglie con molti figli?
Io lo spero sinceramente. Non faccio parte della direzione centrale o del numero dei cardinali e vescovi che seguono l’organizzazione e la direzione del Sinodo dei Vescovi. Ma sicuramente lo spero.

 
La proposta Kasper

Molte persone temono che alla fine il Sinodo userà un doppio linguaggio. Verranno utilizzate delle ragioni “pastorali” per cambiare de facto la dottrina. Sono giustificati questi timori?
Sì, lo sono. In effetti, uno degli argomenti più insidiosi usati al Sinodo allo scopo di promuovere delle pratiche contrare alla dottrina della Fede, è che “noi non tocchiamo la dottrina; noi crediamo nel matrimonio come vi ha sempre creduto la Chiesa; noi facciamo dei cambiamenti solo nella disciplina”. Ma, nella Chiesa cattolica questo non è mai possibile, perché nella Chiesa cattolica la disciplina è sempre direttamente legata all’insegnamento. In altre parole: la disciplina è al servizio della verità della Fede, della vita generale della Chiesa cattolica. Così che non si può dire che si cambia la disciplina come se questo non avesse effetti sulla dottrina che essa protegge, salvaguarda o promuove.

Il termine “misericordia” è utilizzato per cambiare la dottrina della Chiesa e perfino il Nuovo Testamento, al fine di perdonare i peccati. Quest’uso disonesto del termine “misericordia”, è stato adottato nel corso del Sinodo?
Sì. Dei Padri sinodali hanno parlato del falso sentimento di misericordia che non terrebbe in conto la realtà del peccato. Mi ricordo di un Padre sinodale che ha detto: “Non esiste più il peccato? Non lo riconosciamo più?” Io penso che si è trattato di una risposta molto forte da parte di certi Padri sinodali. Il pastore luterano tedesco, morto durante la Seconda Guerra Mondiale, Dietrich Bonhoeffer, utilizzava un’analogia interessante. Egli parlava di grazia “costosa” e di grazia “a buon mercato”.
Quando la vita di Dio ci è data come nella Chiesa, questo richiede da noi un nuovo modo di vivere, una conversione quotidiana a Cristo, e noi conosciamo la misericordia di Dio nella misura in cui vi aderiamo e ci sforziamo di rimetterci sempre a Cristo e di vincere i nostri peccati e le nostre debolezze.

Perché il termine “misericordia” viene utilizzato per gli adulteri e non per i pedofili? In altre parole:  sono forse i media che decidono quando la Chiesa possa utilizzare il termine “misericordia” e quando no?
Questo è un altro dei punti sollevati al Sinodo. La misericordia riguarda la persona che, per un motivo qualunque, commette un peccato. Noi dobbiamo sempre suscitare il bene in questa persona - in altre parole dobbiamo chiamare quella persona ad essere ciò che essa è: figlia di Dio. Ma al tempo stesso si devono riconoscere i peccati, che siano l’adulterio o la pedofilia, il furto o l’omicidio – quali che siano -, come grandi mali, come dei peccati mortali e dunque contrarii a noi stessi. Noi non possiamo accettarli. La più grande carità, la più grande misericordia che possiamo mostrare al peccatore e di riconoscere il male degli atti che sta per commettere e di richiamare questa persona alla verità.

 
Il potere e l’autorità del Papa

Noi dobbiamo sempre credere che la Bibbia è la suprema autorità nella Chiesa e che non può essere manipolata, nemmeno dal Papa  o dai vescovi?

Assolutamente.  La parola di Gesù è la verità alla quale siamo chiamati ad obbedire e a cui deve obbedire per primo il Santo Padre. Durante il Sinodo, talvolta si è fatto riferimento alla pienezza del potere del Santo Padre, secondo il senso che il Santo Padre potrebbe sciogliere un matrimonio valido che è stato consumato. Ma questo non è vero. La “pienezza del potere” non è il potere assoluto. È la “pienezza del potere” di fare ciò che Cristo ci comanda di fare in obbedienza a Lui. Noi dunque dobbiamo seguire Gesù Cristo, a cominciare dal Santo Padre.

Un arcivescovo ha detto recentemente: “Evidentemente, noi seguiamo la dottrina della Chiesa sulla famiglia”; ed ha aggiunto: “fino a quando il Papa decida diversamente”. Il Papa ha il potere di cambiare la dottrina?
No, è impossibile. Noi sappiamo qual è sempre stato l’insegnamento della Chiesa. Esso è stato espresso, per esempio, da Papa Pio XI nell’enciclica Casti connubii. È stato espresso da Papa Paolo VI nella Humanae vitae. È stato espresso in maniera meravigliosa da Papa san Giovanni Paolo II nella Familiaris Consortio. L’insegnamento è immutabile. Il Santo Padre assicura il servizio di mantenere questo insegnamento e di presentarlo con novità e freschezza, ma non di cambiarlo.

Si dice che i cardinali vestono in porpora per rapresentare il sangue dei martiri morti per Cristo. Ad eccezione di John Fisher, che fu nominato cardinale quand’era già in prigione, nessun cardinale e mai morto per la Fede. Qual è il motivo?
Non lo so, non posso spiegarlo. Certi cardinali hanno certamente sofferto molto per la Fede. Io penso al cardinale Midszenty (1892-1975), per esempio, in Ungheria, o al cardinale Stepinac (1898-1960), in quella che era la Jugoslavia. E ci sono stati altri cardinali in altri periodi della storia della Chiesa, che hanno sofferto molto per difendere la Fede. Il martirio può assumere forme diverse da quella sanguinosa. Noi parliamo del martirio rosso, ma vi è anche un martirio bianco che attiene all’insegnamento fedele della verità della Fede e alla sua difesa, si può essere mandati in esilio come è accaduto a certi cardinali o soffrire in altre maniere. Per il cardinale, l’importante è difendere la Fede usque ad effusionem sanguinis. Il cardinale deve fare tutto quello che può per difendere la Fede, anche se questo comporterà lo spargimento di sangue. Ma deve fare anche tutto quello che viene prima.
Le cose preferite dal Cardinale Burke, i suoi migliori ricordi e la paura del Giudizio

Eminenza, alcune rapide osservazioni. Chi è il suo Santo preferito.
Evidentemente la Santa vergine, che è la preferita di noi tutti.

Questo non conta!
Io ho anche una grande devozione per San Giuseppe. Ma una Santa che mi ha aiutato molto nella mia vita, quando ero ragazzo e in Seminario, è Santa Teresa di Lisieux, il Piccolo Fiore. La sua Piccola Via continua ad essere per me di grande aiuto nella mia vita spirituale.

Qual è la sua preghiera preferita?
Il Rosario.

Qual è il suo libro preferito?
Immagino che il catechismo non conti [ride]
 
No, e nemmeno la Bibbia.
Io amo molto gli scritti del Beato Columba Marmio (1858-1923), gli scritti  spirituali, ed amo anche gli scritti di Mons. Fulton Sheen (1895-1979).

Qual è stato il suo momento più importante come sacerdote?
La mia ordinazione al sacerdozio. Io continuo a pensarci e tutto è derivato, tutto s’è mosso a partire da lì. Quello che ho trovato di più bello nel sacerdozio e che, nei primi cinque anni ho svolto un servizio sacerdotale molto intenso in una parrocchia, col Sacramento della Confessione, con molte confessioni, e poi con la celebrazione ovviamente della Santa Messa, e ancora con l’insegnamento della Fede ai bambini. Questi ricordi – ah, per un breve periodo di tre anni ho insegnato in un liceo cattolico – sono davvero i migliori ricordi del mio sacerdozio.

Ha paura del Giudizio Universale?
Certo che sì. Si pensi per esempio a tutte le responsabilità che ho avute, prima come sacerdote e ancor più come vescovo e cardinale, e questo mi porta ad esaminare la mia coscienza. Io so che ci sono delle cose che ho fatte e che avrei potuto fare molto meglio, e questo mi fa paura. Ma io spero che il Signore sarà misericordioso con me ed io prego per questo.

Grazie, Eminenza.

35 commenti:

  1. Lui si che è un GRANDE! che Dio lo benedica e lo conservi sempre così fedele. Ad multos annos, Eminenza Reverendissima, la Storia le darà ragione!

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  2. che Papa meraviglioso che sarebbe....lasciatemi sognare non svegliatemi!

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    1. Chissá...Dopo la novitá del gesuita al Soglio, un americano o un africano... Altri due frutti un tempo proibiti ed impensabili!

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    2. Non ci credo.....sarebbe troppo bello e troppo politicamente scorretto!

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  3. O è bugiardo o è ignorante quando parla di insegnamento costante della Chiesa citando la Casti Connubii, l'Humanae vitae e la Familiaris Consortio. Gli ultimi due documenti pontifici condannano la contraccezione artificiale ma ammettono quella naturale, mentre la Casti Connubii condannava nettamente anche i metodi naturali ... dove sta in questo caso la continuità nell'insegnamento della Chiesa?

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    1. Ovviamente chi vuol interpretare pro domo sua si attacca a tutto pur di sputare veleno su Burke. Le tre encicliche checché se ne dica e si cianci a vanvera sono perfettamente in continuità. La HV e la FC ovviamente trattano della contraccezione chimica in quanto negli anni 30 non esistevano ancora o almeno erano molto poco diffusi i preservativi e la pillola anticoncezionale.

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    2. Ma con chi ce l'hai?

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  4. Sta di fatto che se l'Humanae Vitae e la Familiaris Consortio avessero voluto la perfetta continuità avrebbero semplicemente riscritto su quell'argomento la condanna totale della Casti Connubii ... invece hanno fatto una distinzione e non da poco! Solo gli ingenui possono pensare che nel magistero morale della Chiesa ci sia sempre stata perfetta continuità! O meglio, più che gli ingenui quelli che vogliono essere in malafede

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    1. Per me c'è assoluta continuità, non vedo differenze come quelle che vorreste far passare al prossimo Sinodo. L'insegnamento morale della Chiesa Cattolica non mi sembra subisca salti o scossoni dalla Casti Connubi alla HV o alla FC.

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    2. "Per me" non giustifica nulla. Concordo con l'an. 15;58.

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    3. La casti connubi non condannava affatto la contraccezione naturale bensì "ogni attentato dei coniugi nel compimento dell’atto coniugale o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, attentato avente per scopo di privarlo della forza ad esso inerente e di impedire la procreazione di una nuova vita, è immorale; e che nessuna «indicazione» o necessità può mutare un’azione intrinsecamente immorale in un atto morale e lecito». Tale assunto è ripreso anche nella HV e nella FC almeno leggete le Encicliche e non parlate per slogan come dei protestanti qualsiasi!

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    4. Non dire scemenze e leggi bene tutta l'enciclica non solo i passi che fanno comodo a te! C'è la condanna di qualunque mezzo che dissocia l'unione dalla procreazione. Unico rimedio per evitare la procreazione può essere la continenza temporanea.

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    5. Strano che nessuno citi il discorso di Pio XII alle ostetriche, ch'è l'anello di congiunzione tra Pio XI e i papi conciliari sui metodi naturali, che non sono fra l'altro consigliati, ma tollerati.

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    6. Giusta osservazione quella di Dante Pastorelli. E pare che proprio quel discorso avesse suscitato non poco stupore e contrarietà fra i difensori della dottrina "di sempre", perché comunque apriva uno scenario nuovo.

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    7. Dante il discorso di Pio XII lo conosco benissimo ma l'Anonimo o fa finta o non vuol capire. Affermare che tra la cc e la hv e la fc non ci sia continuità è DIRE SCEMENZE!

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    8. Chiaro che non mi riferivo a te, Hierro.
      La Chiesa nella sua saggezza, senza mutare la dottrina, ne approfondisce i contenuti, anche alla luce della scienza. Basti leggere dello stesso Pio XII la Humani generis.

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    9. Non mi risultano ostilità al discorso di Pio XII alle ostetriche.
      Qualche voce d'in competenti può esservi stata, come ancora c'è, anche su queste pagine, chi accusa Pio XII ed il S. Uffizio d'essere eretici per il messaggio al vescovo di Boston sulla possibilità di salvezza fuori della Chiesa visibile ch'è dottrina consolidata e non dal 1949, come a suo tempo ho scritto citando persino s. Tommaso.

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    10. Mi da solo fastidio che artificiosamente si voglia equiparare le sottili differenze tra la Casti Connubi, il discorso di Pio XII alle ostetriche e le successive HV e FC alle macroscopiche falle dottrinali che si vorrebbero propalare con il Sinodo di quest'anno. Questa è malafede.

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    11. "si vogliano equiparare" chiedo scusa

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  5. Sono nato poco prima del Cardinale, né io né lui siamo affatto vecchi, e già siamo agli amarcord di fronte a cambiamenti radicali.
    Non per questo ha ragione il soprastante anonimo.
    Nota linguistica: la suprema autorità nella Chiesa non è la Bibbia, è Nostro Signore Gesù Cristo, il quale ci parla attraverso l'ininterrotta tradizione apostolica.

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    1. Bravo. La lettura della Bibbia non è né utile né necessaria.
      Pio VII.

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    2. Curiosamente, la cosa più giusta e opportuna che è stata qui detta è firmata "leodavinci, e io sono - guarda caso! - il direttore editoriale della Casa Editrice Leonardo da Vinci, mediante la quale diffondo la vera nozine di fede cattolica, basata sulla rivelazione divina (i Profeti e Gesù Cristo) che ad ognuno di noi giunge attraverso il magistero della Chiesa (la dottrina degli Apostoli, cui Cristo ha affidato il "depositum fidei"); ed è la Chiesa a consegnarci e a garantire la giusta interpetazione dlela Scrittura. Vedi, tra i libri che ho fatto pubblicare su questo argomento, GIANNI BATTISTI, "Verità dlela fede. Che cosa credere e a chi" (Casa Edtrice Leonarod da Vinci, Roma 2013).

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  6. Ampio panorama della situazione attuale della Chiesa, approfondito e senza fronzoli, chiaro e forte nei toni e nei contenuti.

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  7. va a finire che parlate di sesso :-)
    e poi si chiedono perché le chiese si son svuotate: da un prete, che fa vita di continenza e magari è pure vergine, o parla del Regno di Dio oppure arrivederci. di certo Dio non guarda dal buco della serratura, nemmeno fosse ancora in vigore la Legge mosaica....ma dai!

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  8. Semplicemente patetici....il vostro credo è tutto dentro le mutande...con risultati che si vedono!!!

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    1. Non avevo dubbi che terminati già gli argomenti per controbattere in maniera precisa e dottrinale si passa al dileggio. Classico di chi vuol farsi la religione su misura. Comunque i protestanti di problemi non se ne fanno, si può sempre cercare lì accoglienza se il cattolicesimo non piace....

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    2. Certamente se il credo dei genitori si fosse fermato nelle mutande certi anonimi non sarebbero qui a strologare.

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    3. Caro Hierrot1973, obiettivamente i la maggior parte dei vostri commenti era su quell'argomento: cosìfacendo avete ridotto la portata tanto dell'intervista quanto anche degli insegnamenti.

      Dire "o come diciamo e intendiamo noi la Tradizione, oppure andate dai Luterani" rivela una forma mentis settaria, non certo cattolica.
      Grazie

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    4. Francamente rimango sempre più stupito. Non sono stato certo io ad iniziare sull'argomento della contraccezione e può vederlo dal mio primo post. Forse siete voi quelli ossessionati dal sesso che volete sdoganarlo come e più vi piace sbattendovene degli insegnamenti della dottrina cattolica. Non sono io che dico o intendo la Tradizione ma è la Dottrina Cattolica che dice così. Se non vi piace o meglio se volete adattarla ai vostri desideri quelli che non sono cattolici mi dispiace siete voi. Se vi ostinate a dire che tra la Casti Connubi, il discorso di Pio XII alle ostetriche, la Humanae Vitae e la Familiaris Consortio non ci sia continuità di dottrine dite una falsità bella e buona ma se questo vi fa stare meglio con la vostra coscienza fate pure!

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    5. Si vada a rivedere il primo commento della serie "Anonimo delle 15.32" che dà dell'ignorante e del bugiardo nientemeno a Burke (sciacquarsi la bocca prima) sull'insegnamento costante della Chiesa in materia di morale e poi mi dica chi ha iniziato la discussione!

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  9. segnalo questa fresca intervista/riflessione dello stesso cardinale. Consiglio vivamente la redazione di tradurla e renderla disponibile ai frequentatori di questo blog:
    in francese qui:http://benoit-et-moi.fr/2015-I/actualites/crise-de-lhomme-et-feminisation-dans-leglise.html
    in inglese qui:http://www.newemangelization.com/uncategorized/cardinal-raymond-leo-burke-on-the-catholic-man-crisis-and-what-to-do-about-it/

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  10. il tanto parlare non è mai esente da colpe

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  11. http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=2068

    Meditate gente....invece di sparare cavolate. I metodi naturali non sono contraccettivi

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  12. Non è esente da colpe il tacere quando è tempo di parlare.

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  13. Come al solito non si capisce lo spirito delle cose.
    La contraccezione naturale non puo' essere accettata dalla Chiesa, non puo' mai esserlo in quanto un giorno potrebbe essere perfezionata con il progresso scientifico e teoricamente gli uomini potrebbero per il loro egoismo non più concepire.

    Infine una considerazione di ordine naturale. L'idea malthusiana e massonica che saremmo troppi sulla Terra, idea inculcata da un bombardamento incessante dei media in realtà è un'invenzione. Qualsiasi economista sa bene che più figli uguale più consumi e quindi più reddito e più ricchezza. Il bene sociale della prole è innegabile.
    Non solo ma in una società più ricca, di ricchezza vera e non di ricchezza virtuale finanziara (vedi schiavitù delle banche), non sarebbe un problema, quando fosse necessario, realizzare opere di ingegneria terrestre per rendere vivibili zone desertiche, marine ecc.

    La Chiesa ha sempre ragione

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