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sabato 30 agosto 2014

Gli studi scientifici hanno confermato la storia tradizionale dell’Icona bizantina della Madonna dell’Elemosina di Biancavilla

 Domani, ultimo giorno della grande Festa Estiva, sul sagrato della Basilica Collegiata , addobbato da preziosi drappi , Sua Eccellenza. Mons. Giuseppe Sciacca, catanese, Vescovo titolare di Fondi, Segretario Aggiunto della Segnatura Apostolica officerà il Solenne Pontificale . 
Nell’ultima domenica del mese di agosto per antica tradizione la città di Biancavilla fa memoria delle sue origini e rilegge la sua storia con gli occhi della fede, ritrovandosi attorno alla Madre che è ritenuta da sempre la vera fondatrice della comunità. 
La bellezza di questa festa è tutta nel grande concorso di popolo, una festa di famiglia, in cui i figli si ritrovano attorno alla Madre.


La venerazione delle Icone non riguarda la tavola materiale ma il soggetto in essa raffigurato” 

Il secondo Simposio di studi sull’Icona di Maria SS. dell’Elemosina ( venerata nella Basilica Collegiata di Biancavilla, vivace cittadina dell’Arcidiocesi di Catania ) ha avuto il pregio di sottolineare il grande valore artistico, teologico e spirituale dell’icona biancavillese, smentendo le fantasiose ricostruzioni di chi ha affermato che sarebbe un’opera del tardo 500 addirittura attribuibile ad uno dei Niger. 
Si tratta di una purissima icona bizantina – ha affermato il papas Michele M. Pirotta probabilmente opera di un monaco basiliano, come attestano le lettere del retro dell’icona. 
Non sarebbe neppure strano che sia stata portata dagli esuli in fuga dall’Albania. 
Anche i cristiani di Costantinopoli, costretti alla fuga a seguito dell’invasione musulmana della città, portarono con sé tra le cose più preziose le Sante Icone. 
Per la cultura orientale, infatti, l’icona è un elemento di grande valore, è luogo di presenza, finestra dell’invisibile sul visibile, luogo di sintesi e di incontro tra cielo e terra. 
L’Icona non è un idolo, poiché la venerazione rivolta alle Icone non riguarda la tavola materiale ma il soggetto in essa raffigurato, come sancito dal Concilio di Costantinopoli II. 
L’Icona è sporgenza di Dio che si affaccia sul mondo per donare il suo sguardo di Misericordia. 
Questo in particolare è il messaggio dell’Icona di Biancavilla”. 

Molto apprezzato l’intervento di P. Michele, dell’Eparchia greco-cattolica del Gran Varadino (Romania) e assistente spirituale degli Albanesi di Lombardia, per la profondità e la ricchezza di espressioni efficaci ed incisive. 

Placido Antonio Sangiorgio, impossibilitato a presenziare, ha inviato un contributo scritto in cui ha esposto i dati delle sue ultime ricerche. 
In particolare, il Direttore del museo bizantino di Atene ha affermato che si tratta di una splendida icona bizantina di scuola cretese, databile ai primi del 1500. 

L’intervento di Sangiorgio ha smontato la recente ricostruzione di Giosuè Salomone, che non tiene adeguatamente conto delle iscrizioni del retro dell’Icona e delle dimensioni del dipinto, che non poteva essere certamente un regalo per un matrimonio. 
Inoltre, cita uno studio del Pisano del sec. XIX in cui l’Icona di Biancavilla è indicata tra le opere d’arte più significative della Sicilia e che non può certamente essere messa in connessione con le opere dei Niger. 
Ulteriori contributi sono stati offerti dal Papas Giorgio Caruso dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, che ha richiamato la lunga tradizione degli Albanesi di Sicilia che hanno riconosciuto nell’icona della Madonna dell’Elemosina di Biancavilla l’icona portata originariamente dai padri. 
Il Prof. Matteo Mandalà, dell’Università di Palermo, infine, ha esposto le ultime ricerche sulle migrazioni degli albanesi, evidenziando come Biancavilla sia stato un centro cruciale nel passaggio da Messina verso la Sicilia occidentale. 
Il Prof. Mandalà, inoltre, ha effettuato un’analisi dei cognomi diffusi a Biancavilla nel sec. XVI e corrispondenti ai cognomi presenti anche a Piana degli Albanesi e negli altri centri. 
Il presidente dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” Giuseppe Santangelo e il Prevosto della Collegiata don Pino Salerno hanno espresso la loro soddisfazione per la serata di studi che ha avuto il merito di approfondire aspetti significativi della nostra storia e cultura. 
Gli interventi sono stati moderati dal dott. Alessandro Scaccianoce, che ha offerto una breve riflessione sul mito di fondazione della città di Biancavilla. 
Tale mito – ha detto Scaccianoce – rappresenta una rilettura di fede degli eventi e degli accadimenti storici da parte. 
Come tale, esso non può essere soggetto ai criteri vero/falso della critica storica, ma mantiene la sua validità perenne”. 




La venerata Icona bizantina con e senza il prezioso rivestimento
d'argento e oro ( che si mette solo in occasione delle feste ) .