per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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giovedì 28 giugno 2012
Benedetto XVI: LA GENUFLESSIONE TESTIMONIA CIO' CHE DOBBIAMO A DIO
Da Paparatzingerblog:
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 27 giu.
"Di fronte al suo nome ogni ginocchio si pieghi".
Benedetto XVI ha ripetuto oggi l'invocazione che San Paolo rivolse ai Filippesi nel suo inno cristologico. "Piegare il ginocchio - ha spiegato agli 8mila fedeli che gremivano l'Aula Nervi in occasione dell'Udienza Generale - testimonia l'adorazione che tutte le creature debbono a Dio". Da qui "l'importanza di compiere questo gesto con profonda consapevolezza", davanti alla Croce o all'Eucaristia. Secondo il Papa teologo, infatti, proprio "sulla Croce Gesu' ha raggiunto massimo grado dell'umiliazione, perche' questa pena era riservata agli schiavi e non alle persone libere. Cosi' l'unico Signore della nostra vita, Dio, si e' abbassato con umilta' per elevarci fino a Lui".
"Quando ci inginocchiamo davanti al Signore noi confessiamo la nostra fede in Lui, riconosciamo che e' Lui l'unico Signore della nostra vita", ha ricordato ancora il Papa. "Cari fratelli e sorelle, nella nostra preghiera - ha aggiunto - fissiamo il nostro sguardo sul Crocifisso, sostiamo in adorazione piu' spesso davanti all'Eucaristia, per far entrare la nostra vita nell'amore di Dio, che si e' abbassato con umilta' per elevarci fino a Lui". "Come san Francesco davanti al Crocifisso - ha concluso infine Benedetto XVI - diciamo anche noi: Altissimo, glorioso Dio, illumina le tenebre del mio cuore. Dammi una fede retta, speranza certa e carita' perfetta, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volonta'.
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