I movimenti laicali degli ultimi 50 anni in un'analisi di G. Barile
"In molti mi chiedono spesso la mia opinione sui vari movimenti laicali nati in seno alla Chiesa negli ultimi cinquant'anni.
La mia risposta è sempre la stessa: solo alcuni li considero utili, ma non per questo indispensabili, mentre di altri penso che portino più nocumento che benefici.
Talvolta, addirittura, ho l'impressione che aderire o questo o a quel movimento sia come dire che la Chiesa da sola non ci basta e che, allora, abbiamo bisogno di qualcosa di più. Lo ritengo un gravissimo errore, perché la Chiesa, in quanto Corpo Mistico di Cristo, in quanto Madre e Maestra, in quanto unica via di salvezza per le anime ed esclusiva realtà in cui Gesù si rivela e si comunica, è già di per sé TUTTO e non necessita di alcun ausilio o 'integrazione' (se non dell'assistenza dello Spirito Santo e della luminosa guida del Papa).
D'altronde, se la Chiesa ha fatto a meno di tali movimenti sino agli anni '60, evidentemente non ne aveva alcun bisogno. E tutto ciò che non appartiene alla gloriosa Tradizione della Chiesa e alla Fede dei nostri Padri, non è detto che debba essere assolutamente indispensabile per noi, che quella Tradizione siamo chiamati a custodire e a coltivare.
Eppure molti movimenti non nascondono la loro arroganza di 'primi della classe', di 'illuminati', di entità che hanno 'la verità in tasca', così dando l'impressione di voler surrogare la Chiesa quando ne modificano, senza alcuna autorità, la Dottrina, la Liturgia e l'amministrazione dei Sacramenti.
In alcuni movimenti, il culto della personalità del fondatore, poi, ha preso il sopravvento rispetto alla devozione e all'obbedienza totale che si deve al Papa. Non è una critica a chi aderisce a questi movimenti in buona fede (anzi, vanno lodati coloro che, anche se sviati da 'cattivi maestri', si impegnano per il prossimo, per la pace, per la carità), ma ai fondatori ed agli iniziatori di turno che non perseguono la strada del Vangelo (se non a parole e con qualche azione 'dimostrativa', giusto per buttare un po' di fumo negli occhi a chi li osserva e circonda), ma solo ed esclusivamente quella dell'arricchimento del proprio ego e del proprio prestigio personale. Così, anziché rendere culto a Dio, si rende culto alla personalità di colui (o coloro) che si erge a capo spirituale di un movimento non fondato sulla roccia ma sulla sabbia, e perciò inesorabilmente destinato a crollare."
di Gianluca Barile (Per gentile concessione dell'autore).
profilo su FaceBook di Gianluca Barile
"In molti mi chiedono spesso la mia opinione sui vari movimenti laicali nati in seno alla Chiesa negli ultimi cinquant'anni.
La mia risposta è sempre la stessa: solo alcuni li considero utili, ma non per questo indispensabili, mentre di altri penso che portino più nocumento che benefici.
Talvolta, addirittura, ho l'impressione che aderire o questo o a quel movimento sia come dire che la Chiesa da sola non ci basta e che, allora, abbiamo bisogno di qualcosa di più. Lo ritengo un gravissimo errore, perché la Chiesa, in quanto Corpo Mistico di Cristo, in quanto Madre e Maestra, in quanto unica via di salvezza per le anime ed esclusiva realtà in cui Gesù si rivela e si comunica, è già di per sé TUTTO e non necessita di alcun ausilio o 'integrazione' (se non dell'assistenza dello Spirito Santo e della luminosa guida del Papa).
D'altronde, se la Chiesa ha fatto a meno di tali movimenti sino agli anni '60, evidentemente non ne aveva alcun bisogno. E tutto ciò che non appartiene alla gloriosa Tradizione della Chiesa e alla Fede dei nostri Padri, non è detto che debba essere assolutamente indispensabile per noi, che quella Tradizione siamo chiamati a custodire e a coltivare.
Eppure molti movimenti non nascondono la loro arroganza di 'primi della classe', di 'illuminati', di entità che hanno 'la verità in tasca', così dando l'impressione di voler surrogare la Chiesa quando ne modificano, senza alcuna autorità, la Dottrina, la Liturgia e l'amministrazione dei Sacramenti.
In alcuni movimenti, il culto della personalità del fondatore, poi, ha preso il sopravvento rispetto alla devozione e all'obbedienza totale che si deve al Papa. Non è una critica a chi aderisce a questi movimenti in buona fede (anzi, vanno lodati coloro che, anche se sviati da 'cattivi maestri', si impegnano per il prossimo, per la pace, per la carità), ma ai fondatori ed agli iniziatori di turno che non perseguono la strada del Vangelo (se non a parole e con qualche azione 'dimostrativa', giusto per buttare un po' di fumo negli occhi a chi li osserva e circonda), ma solo ed esclusivamente quella dell'arricchimento del proprio ego e del proprio prestigio personale. Così, anziché rendere culto a Dio, si rende culto alla personalità di colui (o coloro) che si erge a capo spirituale di un movimento non fondato sulla roccia ma sulla sabbia, e perciò inesorabilmente destinato a crollare."
di Gianluca Barile (Per gentile concessione dell'autore).
profilo su FaceBook di Gianluca Barile
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Alcune citazioni dal decreto conciliare sull'apostolato dei laici "Apostolicam Actuositatem"(18.11.1965; in A.A.S. 58 (1966), pp. 837-864). Anche sul sito della Santa Sede - Vatican.va
"N. 1 - [...] Tale apostolato si è reso tanto più urgente, in quanto l'autonomia di molti settori della vita umana si è assai accresciuta, com'è giusto; ma talora ciò è avvenuto con un certo distacco dall'ordine etico e religioso e con grave pericolo della vita cristiana. Inoltre in molte regioni, in cui i sacerdoti sono assai pochi, oppure, come talvolta avviene, vengono privati della dovuta libertà di ministero, senza l'opera dei laici la Chiesa a stento potrebbe essere presente e operante. Il segno di questa molteplice e urgente necessità è l'evidente intervento dello Spirito Santo, il quale rende oggi sempre più consapevoli i laici della loro responsabilità e dovunque li stimola a mettersi a servizio di Cristo e della Chiesa . [...]
N. 9 - I laici esercitano il loro multiforme apostolato tanto nella Chiesa che nel mondo. Su questo duplice fronte si aprono svariati campi di attività apostolica di cui ricordiamo i principali. Essi sono: le comunità ecclesiali, la famiglia, i giovani, l'ambiente sociale, l'ordine nazionale e internazionale. [...]
N. 10 - [...] La parrocchia offre un luminoso esempio di apostolato comunitario, fondendo insieme tutte le diversità umane che vi si trovano e inserendole nell'universalità della Chiesa. I laici si abituino ad agire nella parrocchia in stretta unione con i loro sacerdoti apportino alla comunità della Chiesa i propri problemi e quelli del mondo, nonché le questioni concernenti la salvezza degli uomini, perché siano esaminati e risolti con il concorso di tutti; diano, secondo le proprie possibilità, il loro contributo a ogni iniziativa apostolica e missionaria della propria famiglia ecclesiale.
Coltivino costantemente il senso della diocesi, di cui la parrocchia è come la cellula, pronti sempre, all'invito del loro pastore, ad unire le proprie forze alle iniziative diocesane. [...]
N. 15 - I laici possono esercitare l'attività apostolica o individualmente o uniti in varie comunità e associazioni.
N. 18 - [...] Quindi l'apostolato associato corrisponde felicemente alle esigenze umane e cristiane dei fedeli e al tempo stesso si mostra come segno della comunione e dell'unità della Chiesa in Cristo che disse: « Dove sono due o tre riuniti in mio nome, io sono in mezzo a loro » (Mt 18,20).
Perciò i fedeli esercitino il loro apostolato accordandosi su uno stesso fine. Siano apostoli tanto nelle proprie comunità familiari, quanto in quelle parrocchiali e diocesane, che già sono esse stesse espressione del carattere comunitario dell'apostolato [...].
N. 19 - [...] Le associazioni non sono fine a se stesse, ma devono servire a compiere la missione della Chiesa nei riguardi del mondo: la loro incidenza apostolica dipende dalla conformità con le finalità della Chiesa [...].
Salvo il dovuto legame con l'autorità ecclesiastica i laici hanno il diritto di creare associazioni e guidarle, e di aderire a quelle già esistenti. Occorre tuttavia evitare la dispersione delle forze che si ha allorché si promuovono nuove associazioni e opere senza motivo sufficiente [...].
N. 23 - L'apostolato dei laici, sia esso esercitato dai singoli che dai cristiani consociati, dev'essere inserito, con il debito ordine, nell'apostolato di tutta la Chiesa; anzi l'unione con coloro che lo Spirito Santo ha posto a reggere la Chiesa di Dio (cfr. At 20,28) è un elemento essenziale dell'apostolato cristiano. Non meno necessaria è la collaborazione tra le varie iniziative di apostolato, che deve essere convenientemente predisposta dalla gerarchia. [...]
N. 24 - Spetta alla gerarchia promuovere l'apostolato dei laici, fornire i principi e gli aiuti spirituali, ordinare l'esercizio dell'apostolato medesimo al bene comune della Chiesa, vigilare affinché la dottrina e le disposizioni fondamentali siano rispettate.
N. 25 - [...] Si scelgano con diligenza sacerdoti dotati delle qualità necessarie e convenientemente formati per aiutare i laici in speciali forme di apostolato. Coloro che si dedicano a questo ministero, una volta ricevuta la missione dalla gerarchia, la rappresentano nella loro azione pastorale: favoriscano le opportune relazioni dei laici con la gerarchia stessa, sempre aderendo fedelmente allo spirito e alla dottrina della Chiesa; [...]
Alcune citazioni dal decreto conciliare sull'apostolato dei laici "Apostolicam Actuositatem"(18.11.1965; in A.A.S. 58 (1966), pp. 837-864). Anche sul sito della Santa Sede - Vatican.va
"N. 1 - [...] Tale apostolato si è reso tanto più urgente, in quanto l'autonomia di molti settori della vita umana si è assai accresciuta, com'è giusto; ma talora ciò è avvenuto con un certo distacco dall'ordine etico e religioso e con grave pericolo della vita cristiana. Inoltre in molte regioni, in cui i sacerdoti sono assai pochi, oppure, come talvolta avviene, vengono privati della dovuta libertà di ministero, senza l'opera dei laici la Chiesa a stento potrebbe essere presente e operante. Il segno di questa molteplice e urgente necessità è l'evidente intervento dello Spirito Santo, il quale rende oggi sempre più consapevoli i laici della loro responsabilità e dovunque li stimola a mettersi a servizio di Cristo e della Chiesa . [...]
N. 9 - I laici esercitano il loro multiforme apostolato tanto nella Chiesa che nel mondo. Su questo duplice fronte si aprono svariati campi di attività apostolica di cui ricordiamo i principali. Essi sono: le comunità ecclesiali, la famiglia, i giovani, l'ambiente sociale, l'ordine nazionale e internazionale. [...]
N. 10 - [...] La parrocchia offre un luminoso esempio di apostolato comunitario, fondendo insieme tutte le diversità umane che vi si trovano e inserendole nell'universalità della Chiesa. I laici si abituino ad agire nella parrocchia in stretta unione con i loro sacerdoti apportino alla comunità della Chiesa i propri problemi e quelli del mondo, nonché le questioni concernenti la salvezza degli uomini, perché siano esaminati e risolti con il concorso di tutti; diano, secondo le proprie possibilità, il loro contributo a ogni iniziativa apostolica e missionaria della propria famiglia ecclesiale.
Coltivino costantemente il senso della diocesi, di cui la parrocchia è come la cellula, pronti sempre, all'invito del loro pastore, ad unire le proprie forze alle iniziative diocesane. [...]
N. 15 - I laici possono esercitare l'attività apostolica o individualmente o uniti in varie comunità e associazioni.
N. 18 - [...] Quindi l'apostolato associato corrisponde felicemente alle esigenze umane e cristiane dei fedeli e al tempo stesso si mostra come segno della comunione e dell'unità della Chiesa in Cristo che disse: « Dove sono due o tre riuniti in mio nome, io sono in mezzo a loro » (Mt 18,20).
Perciò i fedeli esercitino il loro apostolato accordandosi su uno stesso fine. Siano apostoli tanto nelle proprie comunità familiari, quanto in quelle parrocchiali e diocesane, che già sono esse stesse espressione del carattere comunitario dell'apostolato [...].
N. 19 - [...] Le associazioni non sono fine a se stesse, ma devono servire a compiere la missione della Chiesa nei riguardi del mondo: la loro incidenza apostolica dipende dalla conformità con le finalità della Chiesa [...].
Salvo il dovuto legame con l'autorità ecclesiastica i laici hanno il diritto di creare associazioni e guidarle, e di aderire a quelle già esistenti. Occorre tuttavia evitare la dispersione delle forze che si ha allorché si promuovono nuove associazioni e opere senza motivo sufficiente [...].
N. 23 - L'apostolato dei laici, sia esso esercitato dai singoli che dai cristiani consociati, dev'essere inserito, con il debito ordine, nell'apostolato di tutta la Chiesa; anzi l'unione con coloro che lo Spirito Santo ha posto a reggere la Chiesa di Dio (cfr. At 20,28) è un elemento essenziale dell'apostolato cristiano. Non meno necessaria è la collaborazione tra le varie iniziative di apostolato, che deve essere convenientemente predisposta dalla gerarchia. [...]
N. 24 - Spetta alla gerarchia promuovere l'apostolato dei laici, fornire i principi e gli aiuti spirituali, ordinare l'esercizio dell'apostolato medesimo al bene comune della Chiesa, vigilare affinché la dottrina e le disposizioni fondamentali siano rispettate.
N. 25 - [...] Si scelgano con diligenza sacerdoti dotati delle qualità necessarie e convenientemente formati per aiutare i laici in speciali forme di apostolato. Coloro che si dedicano a questo ministero, una volta ricevuta la missione dalla gerarchia, la rappresentano nella loro azione pastorale: favoriscano le opportune relazioni dei laici con la gerarchia stessa, sempre aderendo fedelmente allo spirito e alla dottrina della Chiesa; [...]
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